Croce va a dirigere la Procura Generale di Palermo. Al suo posto si insedierà Guido Lo Forte
“Lascio Messina convinto di aver raggiunto gli obiettivi che mi ero prefissato all’inizio. Questa città non è più quella che era stata descritta dieci anni fa-. Con un filo di commozione il Procuratore capo di Messina, Luigi Croce, ha salutato oggi i magistrati ed il personale amministrativo con cui ha collaborato per un decennio. Andrà a dirigere la Procura Generale di Palermo: “Il Distretto giudiziario più prestigioso ma anche più difficile d’Italia- ha commentato nel suo saluto il procuratore aggiunto Pino Siciliano.
Aula della Corte d’Appello gremitissima per il saluto all’uomo nel quale la città dieci anni fa aveva risposto tante speranze di riscatto. Erano presenti il neo Procuratore Generale Franco Cassata ed i magistrati della Procura al completo. A tutti Croce ha rivolto un ringraziamento perché è anche merito loro se oggi –ha detto il Procuratore capo- Messina non è più quel verminaio di cui si diceva dieci anni fa: “Penso di aver centrato questo obiettivo e ne sono orgoglioso –dice con gli occhi lucidi dalla commozione- era quello che volevo quando mi sono insediato a Palazzo Piacentini. Volevo sfatare il mito su questa città che era privo di fondamento. Ci siamo riusciti con il sacrificio mio e di tutti quelli che hanno lavorato con me con grande umiltà ed abnegazione. E posso dire che anche la Procura non è più quella descritta al momento del mio arrivo-.
– Già, allora anche la Procura finì nell’occhio del ciclone. Oggi che ufficio lascia al suo successore, dottor Guido Lo Forte?
“A Lo Forte lascio una Procura pulita, in cui troverà un ambiente sano, gente di grande capacità che tanti risultati ha conseguito in questi anni. Penso che Lo Forte avrà la possibilità di lavorare serenamente per raggiungere altri obiettivi importanti-.
– Dieci anni di inchieste importanti nella lotta alla mafia ed alla corruzione nella pubblica amministrazione. A quale si sente più legato?
“A tutte indistintamente. Non posso fare distinzioni perché dietro ogni inchiesta ci sono anni di lavoro, meditazione, sofferenza per ogni singola decisione. Ma anche tante soddisfazioni tutte le volte che abbiamo raggiunto risultati importanti. No, non posso privilegiare una indagine rispetto ad un’altra-.
– Al suo arrivo a Messina lei disse chiaramente che la mafia era presente in città, nonostante autorevoli pareri contrari. E’ cambiato qualcosa rispetto ad allora?
“ E’ cambiata la mafia messinese. Se pensiamo alla mafia tradizionale siamo fuori strada. Qui non c’è Cosa Nostra di stampo catanese o palermitana ma c’è una criminalità locale che opera ed agisce con metodi tipicamente mafiosi. E’ difficile sconfiggerla ma bisogna lavorare tutti i giorni per abbatterla-.
– Il racket e l’usura rappresentano ancora la prima industria della città?
“Penso proprio di si ma aggiungerei anche il traffico di droga. Quest’ultima attività ultimamente sta soppiantando anche racket ed usura, due piaghe, tuttavia, ancora molto radicate nel territorio. Purtroppo però lo spaccio della droga è un’attività molto fiorente per la criminalità e negli ultimi tempi ha guadagnato molte posizioni-.
– Lei si insediò a Messina all’indomani del ciclone Tangentopoli. Che città lascia a Lo Forte sotto questo aspetto?
“C’è ancora molto da lavorare. Lo Forte dovrà continuare ad indagare senza tregua perchè certe situazioni esistono ancora. Ci sono settori dove servirà lavorare sodo per fare pulizia-.
– Luigi Croce da domani sarà Procuratore Generale di Palermo. Cosà porterà con se dei dieci anni di lavoro nella sua Messina?
“Porterò la straordinaria esperienza che ho maturato nella mia città e lo spirito che ha caratterizzato la mia carriera: lottare e lavorare per raggiungere risultati sempre più significativi-.