La commissione nominata per verificare gli atti contabili riscontra una serie di anomalie. I toni si inaspriscono e il presidente Santi Trovato e il tesoriere Francesco Triolo rispondono. Discussione rinviata alla prossima assemblea. IL LINK CON IL VERBALE INTEGRALE
Il primo tentativo di approvazione del bilancio consuntivo del 2012 dell’Ordine degli Ingegneri era fallito il 15 maggio. Seconda assemblea il 27 maggio, stessi risultati, poiché la relazione integrativa presentata era stata giudicata non esaustiva. Secondo un documento presentato da 40 ingegneri, il bilancio sarebbe “incompleto di documentazione, carente in ogni aspetto e contestabile nel merito”. Ed ancora si stigmatizza “l’inadeguatezza, l’improvvisazione e il pressapochismo con cui è stato presentato il bilancio stesso” (vedi correlato).
Viene dunque costituita una commissione finalizzata alla verifica degli atti contabili ed alla loro corrispondenza con le poste del bilancio, formata dagli ing. Vincenzo Benecchi, Salvatore Sciacca, Franco Cavallaro, Arturo Alonci, Filippo Floramo e Roberto D’Andrea. Alle riunioni della commissione, sono presenti anche il presidente dell’Ordine, Santi Trovato ed il tesoriere Francesco Triolo.
Nelle sedute del 6 e del 10 giugno, il consulente commercialista Francesco De Salvo spiega che “sussiste un differimento tra gli incassi degli ultimi mesi del 2011 e la relativa emissione delle ricevute, avvenuta nei primi mesi del 2012”. Il consulente e la commissione concordano sul fatto che l’errore potrà essere ripianato nella gestione contabile del 2013.
Ma è nella successiva seduta, quella dello scorso lunedì 17 giugno, che i toni si inaspriscono. La commissione procede alla verifica del conto economico e dei documenti contabili, riscontrando solo la loro veridicità e conformità numerica, senza entrare nel merito delle singole spese.
Conformità che, soprattutto secondo tre componenti della commissione, gli ing. Alonci, Floramo e D’Andrea, non c’è.
Secondo quanto si legge nel verbale pubblico della seduta del 17 giugno, Alonci afferma che “molte voci relative a rimborsi di bar, ristoranti ed altro relative al presidente non sono supportate da alcuna delibera né se ne comprende la motivazione in quanto in nessuna di esse risulta alcuna giustificazione delle stesse. Alcune di esse risultano nei giorni festivi o addirittura domenica e lunedì di Pasqua o nel mese di agosto nei bar di Furci Siculo, Santa Teresa Riva e Savoca, in orari notturni. Altre spese risultano prive di delibera di consiglio: ad esempio un pranzo di 600 euro per 20 pasti il 6 agosto 2012; un acquisto per 700 euro di uova pasquali il 24 aprile 2012; un altro pranzo al ristorante, l’11 giugno 2012, per 120 euro. Quanto menzionato – prosegue Alonci – non è esaustivo in quanto, per motivi di tempo, non ho potuto verificare scontrino per scontrino tutti i rimborsi del presidente inseriti nel capitolo dei corsi. Risulta anche un rimborso di viaggio per il convegno a Livorno con un costo esorbitante e fuori mercato per quanto concerne sia il biglietto aereo (circa 900 euro), che l’albergo (circa 1.100 euro), considerato che la trasferta è stata affrontata dal solo presidente”.
Alle incongruenze segnalate da Alonci, si aggiungono quelle di Floramo che chiede al tesoriere “perché in un capitolo di spesa sussistono solo 6 mandati di pagamento redatti dal tesoriere, dal segretario e dal presidente, mentre per le restanti 40 voci di spesa non esiste alcun mandato di pagamento, ma unicamente fogli riepilogativi con allegate fatture”.
Il tesoriere risponde che “non intende in alcun modo cadere in provocazioni e domande faziose che esulano dai compiti della commissione. La presenza del tesoriere era necessaria per agevolare la lettura del bilancio e dei capitoli di spesa. Pertanto non si accettano processi sommari da parte dell’ing. Floramo, in quanto persona non abilitata a svolgere tale ruolo. Il mandato dell’assemblea è solo quello di rendere chiara una situazione patrimoniale complessa”.
Dopo Alonci e Floramo, ecco che anche D’Andrea rileva che “in sede di assemblea non erano presenti i giustificativi di spesa e le molteplici richieste di rimborso non sono state effettuate tutte con la medesima modalità. In particolare: alcune sono accompagnate dal mandato di pagamento; altre sono prive del mandato di pagamento; altre ancora sono prive del mandato di pagamento ed anche dei giustificativi di spesa; in alcune manca persino il nominativo del soggetto richiedente il rimborso”.
E’ poi ancora Floramo a fare riferimento a precise mancanze di mandati di pagamento, specificando che si tratta solo di una parte di voci di spesa non giustificate:
– “nel capitolo relativo alle spese per i corsi, non esistono mandati di pagamento ma solo scontrini fiscali non collegabili ad alcun evento. Le richieste di rimborso sono 15 per un totale di 1.583,69 euro
– nel capitolo relativo a cancelleria e stampati, esistono tre fatture liquidate senza mandati di pagamento e 5 distinte di spesa supportate da scontrini, anch’essi senza mandato di pagamento.
– Nel capitolo relativo alla manutenzione delle macchine, esistono 8 fatture per un totale di 3.367,29 euro senza mandato di pagamento.
– Nel capitolo relativo alle donazioni, esistono due assegni bancari di 389,35 euro e 266,58 euro senza mandati di pagamento e non si conosce a cosa siano ricollegati.
– Nel capitolo relativo alla cassa sussiste un importo complessivo di 4.059,62 euro per 80 giustificativi di spesa senza alcun mandato di pagamento. Esistono poi 8 scontrini fiscali, già incassati, senza alcun mandato di pagamento ma con soltanto un foglio di carta allegato sulla quale sono state riportate 5 spese rimborsate al presidente, 1 per una messa pasquale, 1 per i fiori per la nascita della figlia dell’ing. Ferlito ed 1 per fiori al dott. Morgante della gazzetta del sud.
– Per la maggior parte dei giustificativi di voli aerei esistono solo delle fatture rilasciate dalle diverse agenzie di viaggio interpellate, mentre mancano i biglietti di viaggio e le carte d’imbarco, unici documenti validi per giustificare l’effettivo viaggio effettuato e i nominativi dei viaggiatori.
– Eccessiva spesa che il consiglio dell’ordine ha sostenuto al congresso di Rimini (27.278,52 euro)”.
Lo scambio di pesanti battute col tesoriere Triolo è inevitabile. “Si fa riferimento – afferma Triolo – a gravi e chiare accuse di movimentazione di somme operate dal presidente che verranno appurate nelle sedi opportune, al fine di determinare se trattasi di distrazione di somme oppure di mere illazioni nei confronti del presidente, del tesoriere e dell’intero consiglio”. E via con la riserva di agire nelle sedi legali opportune. Le stesse alle quali si riserva di tutelarsi Floramo che specifica di non essere entrato nel merito della bontà o meno delle spese, ma sulle modalità di giustificazione, sulla loro contabilizzazione e sulla presenza o meno dei mandati di pagamento: “Mi sono limitato, secondo il mandato assembleare, ad evidenziare quanto verificato”; e ritiene le dichiarazioni di Triolo “tendenti a limitare, con velate ed esplicite minacce, il lavoro commissariale”.
A provare a riportare gli animi alla calma, ci tenta il presidente dell’Ordine, Santi Trovato: “Le spese evidenziate dagli ing. Alonci, Floramo e D’Andrea – afferma – rientrano tra le spese di rappresentanza finalizzate alla promozione, all’incremento dell’attività istituzionale e dell’immagine dell’ente”.
Trovato elenca le attività dell’Ordine, svolte “sempre tenendo la spesa nell’ambito della ragionevolezza”. E spiega che “l’unica spesa che ha superato la media è quella relativa al convegno di Livorno, in quanto, unica volta nel mandato di presidente 2009-2013, ho soggiornato in un albergo 5 stelle lusso poiché lì vi erano ospitati tutti gli altri presidenti degli ordini italiani”.
“Tutto questo – conclude il presidente dell’Ordine degli Ingegneri – ha comportato per la mia persona un continuo e costante impegno a favore dei colleghi e dell’intera categoria, senza riferimento ad orari e giorni, compresi quelli di festività e compreso anche il periodo di ferie estive nel corso del quale ho continuato a svolgere la mia attività istituzionale. Comunque, eventuali spese che dovessero risultare non conformi alle superiori causali verranno rinviate al consiglio ed all’assemblea al fine di vagliare l’eventuale ripetizione delle somme, prima dell’approvazione del consuntivo medesimo in assemblea”.
Appuntamento, dunque, alla prossima assemblea, per valutare alcuni elementi che necessitano di approfondimento e ridiscuterne attraverso la visione di eventuale documentazione comparativa.
(Marco Ipsale)
Il verbale integrale è disponibile al link https://dl.dropboxusercontent.
ART.21 COSTITUZIONE. ORDINE, o meglio disORDINE inutile alla professione degli ingegneri, provate a chiedere cosa pensano sia stata la gestione delle terne di nomi. Spesso il loro presidente è il risultato di oscuri giochi politici, quasi mai coincidente con l’espressione più alta, culturale e professionale, degli iscritti. Moltissimi ingegneri manifestano insofferenza sulla gestione del loro ORDINE, ne farebbero veramente a meno, infatti tranne per il momento delle elezioni, la loro partecipazione alla vita dell’ORDINE è ZERO. Gli ORDINI sono come il finanziamento pubblico ai partiti politici, se si organizzasse un referendum tra i professionisti, vincerebbero i NO a queste anacronistiche associazioni. Quando si presenta un curriculum, non vale niente ” iscritto all’ORDINE dal..”, ma la qualità e il numero dei progetti di cui si è stati artefici, il percorso universitario e post, pubblicazioni, esperienze lavorative.
E’ urgentissima una loro riforma, cioè l’ABOLIZIONE, basta il superamento dell’esame di laurea e di stato per esercitare, poi sarà il mercato, privato e pubblico, a scegliersi liberamente o con un concorso i migliori.
Ogni commento è superfluo.
BISOGNA CHIUDERE GLI ORDINI … MA NON SI E’ ANCORA CAPITO CHE SONO UN RICETTACOLO DI Xxxxxxxx ALLE SPALLE DI TUTTI ?
non so se può essere importante, ma pensate sia normale che due componenti della commissione per la verifica del bilancio abbiano uno un figlio e l’altro il fratello, e lui stesso, candidati, nella stessa compagine alle elezioni dell’ordine (ed è la compagine avversa all’attuale Presidente che viene accusato di avere i conti non in ordine). C’è qualcosa che non torna…….., Viva la coerenza ed il conflitto di interessi
Anche io voto SI all’abolizione degli ordini professionali nell’ambito di uno snellimento delle regole per tutti in modo che tutti si possano mettere in gioco. Oggi ogni iniziativa é soffocata ancor prima di nascere e chissà quante idee originali si perdono a causa dell’obbligo a seguire percorsi delineati da oligarchie come gli ordini.
Ma l’ORDINE è l’ordine. Inutile abolire l’ORDINE a Messina se poi si lasciano gli ingegneri. A Messina inizierei con l’abolire gli ingegneri perché di dubbia utilità
come dire..ecco un’altra casta. Siamo fermi al medio evo in tutto, piu’ o meno.
Abbiamo l’ordine dei medici, degli ingegneri, degli avvocati dei farmacisti, dei commercialisti, dei giornalisti e di tutti quelli che si vogliono fare gli affari loro uniti appassionatamente.
Le corporazioni , sono queste che rovinano il mercato, impediscono la concorrenza e guarda caso..mantengono le tariffe professionali alte e piu’o meno livellate.
VANNO ABOLITI !
I vari “Ordini dei….” , mi sembrano solo un sistema legalizzato per tartassare finanziariamente (tassa di iscrizione obbligatoria, altrimenti……) sempre più i professionisti che naturalmente per rifarsi si rifano sul cliente. Questi “Ordini dei……” vanno chiusi e tutti i loro fondi e beni accumulati nel tempo versati nelle casse per le pensioni dei professionisti iscritti.
Il luoghi più idonei per gli Album dei vari Ordini ritengo siano: Comune – Prefettura – Tribunale, Inps, ecc. dove la tassa di iscrizione annuale sarà sicuramente inferiore.
A mio parere bisogna mettere un po’ di ordine nella discussione:
L”Ordine non riceve soldi dallo stato! Voi vi chiederete come si sostenta.
Le fonti di incasso per l’Ordine degli Ingegneri di Messina sono sostanzialmente le seguenti:
– diritti per parcelle (1,5% dell’importo);
– corsi di formazione;
– quota annuale pagata dagli iscritti.
Commentiamo le diverse voci:
Dall’entrata in vigore del decreto Bersani gli enti non richiedono più il visto sulle parcelle, tranne in casi eccezionali. Quindi incassi ridotti al minimo.
In merito ai corsi, non tutti sanno, che l’Ordine degli Ingegneri di Messina incassa X dai corsi ma spende per gli stessi X. Quindi ricava 0. I corsi hanno un costo molto esoso ed infatti gli ingegneri preferiscono frequentare altri ordini o enti (scuola edile).
Quindi i maggiori introiti derivano dalle quote ( 120 €). Peccato che le quote non siano dovute, lo dice la legge.
Detto questo tutto il “bordello” e’ nato perché quasi tutto l’attuale consiglio ha sperperato i soldi degli iscritti. Dovete pensare che questo e’ solo l’inizio, infatti dopo la reggenza del compianto ing Rizzo (che aveva ridotto le spese al minimo – € 39000) le spese con il duo Trovato – Triolo hanno superato anche € 100.000. E per questo che vanno in giro dicendo che e’ tutto ok. Ai posteri l’ardua sentenza.
Gli ordini professionali sono da abolire, lo dicono gli stessi iscritti…
Non erogano servizi agli associati e servono solo a garantire poltrona e visibilità a presidente e consiglieri. Avete notato quanti incarichi prende il presidente di un ordine?
GIUSTO PER MEDITARE E … PER ABOLIRE. (fonte wikipedia)
In Italia gli Ordini professionali riconosciuti dalla legge, per il cui accesso è necessario il diploma di laurea sono (in ordine di attuazione):
il Consiglio Nazionale del Notariato
il Consiglio Nazionale Ingegneri
il Consiglio Nazionale dei Chimici
l’Ordine Nazionale Forense, quale ordine degli Avvocati
il Consiglio Nazionale Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori
l’Ordine Nazionale degli Attuari
la Federazione Nazionale Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri
la Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani
la Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani
l’Ordine Nazionale dei Giornalisti
il Consiglio Nazionale dei Geologi
l’Ordine Nazionale dei Biologi
l’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali
l’Ordine Nazionale dei Consulenti del lavoro
l’Ordine Nazionale degli Psicologi
l’Ordine degli Assistenti Sociali
l’Ordine dei Tecnologi Alimentari
l’Ordine dei consulenti in proprietà industriale
l’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili
Consiglio Nazionale degli Spedizionieri Doganali
Qualora si tratti invece di professioni per il cui accesso sia sufficiente il diploma di un istituto secondario di secondo grado si parlerà di Collegio, di recente aperto anche ai laureati con diploma di laurea triennale. Essi sono:
il Consiglio Nazionale dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati
il Consiglio Nazionale dei Geometri e Geometri Laureati
la Federazione Nazionale dei Collegi delle Ostetriche
la Federazione Nazionale Collegio degli Infermieri e dei Vigilanti dell’infanzia
il Collegio provinciale dei tecnici di radiologia e relativa Federazione nazionale
il Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici Laureati
i Collegi regionali e provinciali delle Guide alpine
il Consiglio Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati
Da buoni “ingegneri” per i loro interessi si ingegnano, in quanto ad ordine, e meglio che lascino perdere.
Sarebbe interessante accertare quello che avviene anche al Consiglio dell’ordine degli avvocati di Messina. Ci sono consiglieri che ne fanno parte da vent’anni ed oltre. Perchè? Dicono sempre che non porti lavoro ma solo fatica. Tutti filantropi o c’è qualcosa d’altro? E le spese chi le ha mai controllate? Pagano quote di 300 euro annue i cassazionisti, 200 euro annue i non cassazionisti, 120 annue i praticanti. Il totale per tutti gli iscritti dovrebbero essere di oltre € 750.000 all’anno. Che fine fanno questi soldi? Forse per disinteresse ma credo che nessuno abbia mai chiesto la documentazione delle spese con la specifica dei beneficiari. Sono sicuro che tutto è in ordine ma un controllino costituirebbe garanzia per tutti.