L’intesa con l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia era stata trovata lo scorso anno ed era sfociata in una delibera di giunta pubblicata il 5 agosto. L’Ingv non ha mai risposto, se non inviando una bozza di accordo che modificava alcune parti essenziali (IN ALLEGATO). Adesso il Comune chiede una replica ufficiale alla quale seguirà un altro tavolo tecnico. IN ALLEGATO ANCHE IL CONTRATTO ORIGINARIO DEL 1949
La doccia fredda era arrivata lo scorso mese di dicembre. Invece di firmare l’accordo trovato sulla “retrocessione al patrimonio comunale delle aree a verde e monumentali del parco Aldo Moro”, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia aveva aggiunto unilateralmente parti di testo che avrebbero riconosciuto un presunto diritto di proprietà degli spazi, da sempre rigettato dall’amministrazione comunale.
A questo punto, le soluzioni sono due: trovare un nuovo accordo oppure la via giudiziaria. Ed è chiaro che la prima ipotesi è quella preferita da tutti, viceversa i tempi si allungherebbero ancora a dismisura. Se n’è discusso stamani nel corso di una seduta della Commissione Ambiente alla quale hanno preso parte, oltre ai consiglieri, anche l’assessore al Patrimonio, Sebastiano Pino, il referente dell’Ingv, Nicola Alessandro Pino, il presidente della IV circoscrizione, Francesco Palano Quero, il responsabile unico del procedimento, Santi Denaro, ed il funzionario del Dipartimento Patrimonio, Vincenzo Cacciola.
“La prima cosa da fare è quella di ristabilire il giusto percorso amministrativo – ha spiegato al termine l’assessore Pino -. L’accordo era stato costruito insieme all’Ingv ed è sfociato in una delibera di giunta dello scorso 5 agosto. Da allora non è mai pervenuta una risposta ufficiale, nonostante un primo sollecito inviato dall’arch. Denaro il 17 novembre, ed un secondo il mese scorso, a gennaio. Quella arrivata a dicembre non era una risposta ma una bozza di accordo molto diversa rispetto a quanto concordato e non può andare bene nell’interesse della città. Il referente dell’Ingv ci ha detto che risponderanno ufficialmente ai solleciti in tempi brevi e subito dopo organizzeremo un incontro per definire tutto. Tentiamo questa strada per evitare il rischio che si arrivi ad un contenzioso e che si perda ulteriore tempo”.
Linea condivisa dalla presidente della Commissione Ambiente, Rita La Paglia: “Non possiamo subire passivamente la modifica avanzata dall’Ingv, che vuole riservarsi la proprietà e dare l’area in concessione al Comune per 29 anni. Significherebbe che, in qualsiasi momento, potrebbero decidere di riprendersela ed il problema si riproporrebbe tale e quale. Vorremmo evitare le vie legali e su questo il referente dell’Ingv si è mostrato aperto al dialogo, dando la disponibilità a riprendere l’iter ufficiale fermo allo scorso 5 agosto. Se hanno cambiato idea su un punto dell’accordo lo scrivano e si aprirà un tavolo tecnico. Purché non si dica che è in quel modo e basta perché il Comune non può accettarlo. Avere l’Ingv in città è un onore ma non deve comportare l’abbandono di aree che potrebbero essere preziose per i cittadini”.
Nei giorni scorsi, anche il Consiglio della IV circoscrizione aveva approvato all’unanimità un ordine del giorno, chiedendo all’amministrazione comunale di attivarsi per dirimere la controversia. “Diversamente non resterà altra scelta che chiamare in causa l’Avvocatura – afferma il presidente Francesco Palano Quero –. L’accordo del 1949 era vincolato a determinati impegni che l’Ingv non ha mantenuto. Ed anche il loro referente ha convenuto con noi che se una parte dell’area non è destinata ai loro scopi è giusto che torni alla cittadinanza. Adesso sarà bene che le parti trovino un nuovo accordo in via bonaria, ma il Comune dovrà essere tutelato. E’ impensabile che si intervenga per aprire il parco alla città e che poi non si abbia la certezza di poterne sempre usufruire”.
(Marco Ipsale)