Chiamati a dare un contributo in Commissione, i rappresentanti degli ingegneri, degli architetti e dei periti industriali hanno spiegato di non poter dare alcun consiglio: "nessuno ci ha mai trasmesso gli atti".
Quanto accaduto in Commissione consiliare nel corso di una seduta quasi “kafkiana” è il simbolo di una situazione paradossale che si è venuta a creare con la secretazione degli atti della Variante al Prg.
Per disquisire su atti che nessuno, tranne l’amministrazione, al momento, conosce, erano stati invitati i rappresentanti degli Ordini professionali (ingegneri, architetti e periti industriali).
I tre però, a conclusione di una breve e generale disamina fatta dall’assessore Sergio De Cola, non hanno potuto far altro che allargare le braccia dicendo “spiacenti, non possiamo darvi alcun consiglio perché l’amministrazione non ci ha mai dato le carte”, chiedendosi a questo punto perché mai la Commissione li avesse convocati se non per parlare del “nulla”.
Possiamo raccontare l’accaduto solo perché quest’ unica seduta della Commissione presieduta da Maurizio Rella, è stata aperta alla stampa (le altre sono vietate ai giornalisti) e lo è stata proprio perché non c’era nulla di concreto di cui parlare.
“Purtroppo non abbiamo alcun consiglio né contributo da dare ai consiglieri- ha detto il presidente dell’Ordine degli architetti Giovanni Lazzari– Potremo farlo solo quando conosceremo le carte. Ricordo a tutti che il settore è in ginocchio da tempo, siamo tutti con le spalle al muro, eppure oggi non so cosa dire a quest’Aula visto che non siamo in grado di conoscere gli atti. Un consiglio posso comunque darlo in questa fase ai Consiglieri, e cioè chiedere all’assessore ed alla giunta se siano state rispettate le direttive che l’Aula ha dato con la delibera 74 C. Se cioè le modifiche siano state recepite o meno”.
Perplessità Lazzari ha espresso, ma solo per quanto finora emerso sulla Zona Q, figlia di una sotto zonizzazione uscita dal cilindro dell’amministrazione e non prevista dalla normativa in materia di ZPS e habitat naturale “come sono state individuate le sotto zone? Perché? Con quali criteri?”.
Lapidario il commento del vicepresidente dell’Ordine degli ingegneri Francesco Triolo: “Apprezzo il tentativo fatto dal collega Lazzari, ma per dire quello che penso mi bastano 10 secondi. Noi esprimiamo giudizi sulle carte. Non ci sono carte quindi non possiamo esprimerci. Manca la base per qualsiasi discussione. Siamo pronti a dare ogni tipo di contributo ma senza gli atti stiamo parlando del nulla”.
Il presidente dei periti industriali Giuseppe Cappadona si è unito al coro di chi lo ha preceduto, non si può esprimere un parere su qualcosa che non si conosce.
Morale della favola: l’intervento in Commissione dei tre rappresentanti degli Ordini si è rivelato inutile e non certo per colpa degli interessati.
Nel corso della seduta, su proposta di Triolo, si è anche cercato d’invitare l’assessore De Cola a fornire agli Ordini professionali le carte per dare modo a chi conosce la materia di aiutare l’Aula ad esprimere un voto consapevole. Nulla da fare.
Il presidente Lazzari ha poi proposto di fare in modo che, di volta in volta, non appena in Commissione cominceranno ad essere esaminate le carte della Variante, possano essere presenti anche rappresentanti degli Ordini per coadiuvare i consiglieri. Ipotesi che però non sembra aver entusiasmato l’assessore De Cola.
Lazzari ha ricordato la differenza fondamentale che c’è tra la riservatezza (citata dalla norma) e la secretazione (stabilita dall’amministrazione).
I timori di architetti, ingegneri e periti e di molti consiglieri comunali è che in realtà si voglia proprio evitare questo tipo di contributo professionale nei confronti di quanti non hanno la competenza necessaria ma sono chiamati a votare.
Con tutta la stima possibile nei confronti dei 40 dell’Aula, è evidente che un voto consapevole sulla Variante lo si possa dare solo se si conosce a fondo la materia e quel che si va a leggere e votare. Invece la votazione sulla Variante rischia di essere al buio, a scatola chiusa e in tutta fretta.
Le perplessità degli Ordini sono proprio queste, che dietro la fretta e il voler evitare che ci sia un dibattito consapevole e approfondito, ci sia la determinazione di chiudere il capitolo Variante al più presto possibile, per mettere la città di fronte al fatto compiuto, approfittando anche di un Consiglio non preparato sulla materia.
In questo contesto l’aver chiamato in Commissione gli Ordini professionali ha quasi il sapore di una beffa.
E’ come chiamare un primario per un consulto senza fargli vedere né il paziente né la sua cartella clinica.
A questo punto sarebbe molto più utile invitare in Commissione un cartomante o un astrologo.
Rosaria Brancato
Trasparenza, Legalità, Partecipazione, Condivisione, Pi.Co. ecc. ecc. ….. la volta scorsa sono satati cpstretti ad apporovare 700 emendamenti approvati in una notte questa vilta si vorranno risparmiare gatica e nottata
Questa è l’amministrazione che la città ha sciaguratamente votato… Credo che nessuno si potesse aspettare simili comportamenti da chi va blaterando da tempo di riforme epocali!!!
In realtà il tema delle competenze dei consiglieri, chiamati a votare i provvedimenti più disparati, non riguarda solo gli argomenti specifici di questo caso, ma una gamma ben più ampia.
Il problema della loro indipendenza nel giudizio (intesa come ruolo e non come individui) è grave secondo me.
Dimostrazione ne sono alcune interrogazioni a mio giudizio azzardate, se non addirittura pilotate.
Questo ovviamente è un giudizio personale.