Politiche sociali:ISA chiede le dimissioni di Santisi e Zaccone

Politiche sociali:ISA chiede le dimissioni di Santisi e Zaccone

Marco Celi

Politiche sociali:ISA chiede le dimissioni di Santisi e Zaccone

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venerdì 09 Giugno 2017 - 06:00

Sembrerebbe essere arrivata ad un punto di svolta la vicenda delle compartecipazioni ai servizi sociali che assessore e dirigente del Dipartimento alle politiche sociali, hanno richiesto di versare ai cittadini per poter usufruire del servizio di assistenza.

"La Segreteria Provinciale del sindacato I.S.A. Messina, a seguito delle innumerevoli denunce di irregolarità da parte del Dipartimento alle politiche sociali e dell'Assessore Nina Santisi nei confronti dei disabili gravi a mezzo di richiesta della famosa compartecipazione, con annessi retroattivi, chiede le immediate dimissioni degli stessi per l'ingente danno causato all'utenza che ha già rinunciato al servizio e nel frattempo è deceduta, a coloro che ancora restano nel limbo in attesa di sapere se in realtà hanno l'obbligatorietà di versare le quote richieste e non per ultimi ai lavoratori stessi che nel corso degli anni 2015/2017 hanno percepito, con ritardi ingiustificabili, stipendi da fame". A scriverlo in una nota i segretari provinciali del Sindacato I.S.A. di Messina, Caterina De Maria e Giovanni Andronaco, che insieme con l'associazione CittadinanzAttiva Onlus, da tempo stanno portando avanti una battaglia per chiedere l'annullamento delle richieste di compartecipazione avanzate dal Dipartimento al ramo del Comune di Messina.

Il punto di svolta sembra essere arrivato grazie ad una comunicazione dell'Assessorato Regionale, con una lettera firmata dal Dirigente Generale Mario Candore al quale, insieme all'Assessore Carmencita Mangano, era stata inviata tutta la documentazione comprensiva di comunicato stampa del dirigente del Dipartimento alle politiche sociali di Messina, Domenico Zaccone.

La posizione regionale precisa che la compartecipazione ai servizi non è stata oggetto di alcuna indicazione, ad eccezione di quanto rappresentato in merito all'applicazione, a far data dal 1 dicembre 2015, dell'indicatore "I.S.E.E." del solo soggetto portatore di disabilità, e non di tutto il nucleo familiare, che, in sede Nazionale, è stato rivisto a seguito di specifiche sentenze riguardanti la disabilità.

Questa comunicazione quindi, va nettamente in contraddizione con quanto fin'ora portato avanti dal comune di Messina, il quale, in mancanza di indicazioni precise, ha applicato il decreto assessoriale del 2003, il cosiddetto Decreto D'Aquino, che stabiliva, erroneamente, che il calcolo della quota che l'assistito avrebbe dovuto versare, sarebbe stata fatta sull'indicatore I.S.E (e non I.S.E.E) dell'intero nucleo familiare dell'assistito, configurando così dei pagamenti molto onerosi e per di più retroattivi per il periodo che va da tutto il 2015 fino al 29 maggio 2016. Questo ha comportato, per molti utenti, la rinuncia al servizio con relativi disagi che sono seguiti.

Le pretese avanzate dal Dipartimento, che fanno dunque riferimento al D.P.C.M. n.159/13 e al Decreto assessoriale n.867/03 (decreto D'Aquino) non solo sarebbero illegittime, ma anche non corrette, sia sotto l’aspetto formale che sostanziale. Infatti il D.P.C.M. n.159/13 dopo i pronunciamenti della Giustizia Amministrativa veniva annullato. A fronte di ciò vi è stato un intervento normativo, con la legge 26 maggio 2016, n. 89, il quale ha stabilito che alle persone con disabilità permanente grave e non autosufficienti va applicato un trattamento di “favore”. Chiarendo anche che ai fini della contribuzione al costo del servizio non si deve fare cumulo con il reddito della famiglia, ma del reddito esclusivo del beneficiario. Per quanto riguarda il D.A. n.867/03, invece, risulta sospeso con decreto del 9 settembre 2003.

"Alla luce di quanto emerso – concludono i segretari provinciali dell'I.S.A – noi segretari provinciali, insieme ai lavoratori ed alle famiglie dei disabili gravi chiediamo le dimissioni dell'Assessore e del Dirigente alle politiche sociali solo dopo aver chiarito a mezzo raccomandata all'utenza l'annullamento delle somme richieste e la riammissione dei disabili rinunciatari. Questo è il fallimento di un lavoro svolto in modo incompetente proprio per questo insieme a Cittadinanza Attiva è stato chiesto il commissariamento del Dipartimento".

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