Il segretario Pergolizzi spiega che sono state violate precise norme contrattuali , ancora in vigore
Le ferie, per chi gode di un contratto “normale” , sono un diritto sacrosanto. Come altrettanto sacrosanta è, almeno per certe categorie di lavoratori, la possibilità di scegliere i periodi in cui staccare la spina dall’attività professionale. Tra questi lavoratori “ fortunati” ci sono anche i dipendenti delle Università. Non farebbe eccezione, almeno sulla carta, l’Ateneo peloritano, dove però, recentemente, un’eccezione c’è stata.
Con circolare n. 47/2011 del 21.12.2011, a firma del rettore Francesco Tomasello e del direttore Amministrativo, Pino Cardile, l’Università degli Studi di Messina ha disposto, unilateralmente, di mettere i dipendenti in “ferie d’ufficio” dal 2 al 5 gennaio 2012. La decisione costerà cara a Tomasello e Cardile, contro i quali è stato presentato dalla CONFSAL Federazione SNALS Università CISAPUNI ricorso al giudice del lavoro per «comportamento anti sindacale». Non appena avuto sentore di quanto si stava predisponendo, la SNALS Università CISAPUNI si era immediatamente opposta al provvedimento ed aveva sollecitato l’amministrazione universitaria a fare un passo indietro. « L’unica risposta – scrive il segretario del sindacato Nello Pergolizzi – è stata l’immediata pubblicazione della circolare, già esecutiva, sul sito dell’Università. A questo punto – continua – la CONFSAL Federazione SNALS Università CISAPUNI ha deciso di ricorrere al Giudice del Lavoro di Messina contro l’Amministrazione universitaria per avere la stessa imposto le ferie al personale».
Una presa di posizione netta che Pergolizzi spiega con la necessità di tutelare i diritti dei lavoratori, espressamente sanciti da apposite norme contrattuali: «giova ricordare – scrive il segretario sindacale – al proposito che l’art. 2 8 comma 9 del CCNL 2006/2009 – tuttora vigente in quanto i contratti di lavoro sono stati bloccati – statuisce che le ferie” vanno fruite nel corso di ciascun anno solare secondo le richieste del dipendente, tenuto conto delle esigenze di servizio”. Il successivo comma 10 concede una sola facoltà all’Amministrazione, quella di poter chiudere una o più strutture, per non più di una settimana, nel periodo 1 giugno-30 settembre». La paura principale di Pergolizzi è che questo provvedimento crei un precedente: «di questo passo – afferma infatti – si potrebbe ipotizzare che quanto accaduto (mettere il personale in ferie forzate) si ripeta in occasione di altre festività (Pasqua, 25 aprile, 1 maggio, Madonna delle Lettera), cosicché le ferie diventino una decisione unilaterale dell’Amministrazione e non spetterà più al dipendente la scelta del periodo migliore per riposare e per godere della famiglia, senza considerare eventuali altre tristi necessità nelle quali le ferie diventano vitali».
Il sindacato rappresentato da Pergolizzi non intende sopportare che vengano «calpestati diritti costituzionalmente garantiti » ed è per questo che ha deciso di rivolgersi alla Magistratura del Lavoro, ultimo baluardo di fronte alle vessazioni e prevaricazioni delle amministrazioni, per la difesa dei diritti dei lavoratori». (DLT)