I coniugi di Castell'Umberto ribadiscono la versione data quando furono arrestati la prima volta, a febbraio scorso. Gli altri presuti complicihanno inceve fatto scena muta all'interrogatorio.
“Siamo stati truffati”. Ribadiscono la loro versione i coniugi Lorella e Calogero Conti Nibali, interrogati stamane dal GIP Maria Militello che martedì scorso li ha posti ai domiciliari. Come avevano giá fatto a febbraio scorso, quando erano stati arrestati mentre attendevano l’arrivo del bambino appena giunto dalla Romania, la coppia di Castell’Umberto – difesa dall’avvocato Sandro Pruiti – ha deciso di rispondere agli inquirenti, ammettendo di aver cercato di soddisfare il loro bisogno di genitorialità ricorrendo ad una serie di soggetti.
Persone che a loro dire li avrebbero truffati, tanto che in passato avevano consegnato loro 30 mila euro, poi peró madre e figlio, che si erano trasferiti con loro sui Nebrodi, sono tornati a casa.
Nessuna collaborazione con gli inquirenti è arrivata invece da Bianca Capillo: la donna, assistita dall’avvocato Ceisafulli, ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere. Silenzio anche da parte degli altri cinque indagati per i quali è stato disposto il divieto di dimora. Sono tutti accusati, a vario titolo e con vari ruoli, di aver permesso ai coniugi umbertini di ottenere un falso documento di nascita, avergli “procurato” una donna straniera, a Messina, che si era trasferita a casa loro col figlio che sarebbe stato cresciuto dalla coppia. Infine aver loro permesso di inscenare la falsa morte si questo figlio naturale mai nato. (Alessandra Serio)