Il centrodestra contesta alla maggioranza l'aver fatto venir meno il numero legale in Commissione allo scopo di sottrarsi alle verifiche sulle assegnazioni
Grandi strali dalla minoranza a Palazzo San Giorgio sul binomio maggioranza & trasparenza. E di nuovo, l’occasione è una seduta della Commissione consiliare di Controllo e garanzia (presidente, Massimo Ripepi), “saltata”.
Seduta “saltata”
Al termine, dure accuse congiunte delle forze d’opposizione circa l’«ennesima fumata nera davanti alla Commissione Controllo e Garanzia, convocata presso l’Assessorato al Patrimonio edilizio del Cedir». Il centrosinistra avrebbe boicottato la sessione di lavori «con un giochetto, riuscito malissimo, che avrebbe fatto inorridire finanche gli ingenui bambini del nostro asilo comunale. La convocazione è stata recapitata anche alla Iachino e al capogruppo del Pd, che però non si sono minimamente preoccupati di metterci la faccia in una vicenda dai contorni sempre più paradossali. Pizzicati sui mancati atti amministrativi del Comune – così i consiglieri di minoranza -, riguardo la normativa sul monitoraggio dei beni confiscati alla mafia almeno degli ultimi quindici anni, e per i quali in sei anni non sono state predisposte nemmeno le carpette con le informazioni minime su tali beni, la maggioranza e la stessa Iachino continuano a mettere la testa sotto la sabbia».
Di qui le accuse riguardo a quella che viene considerata una «vergognosa pantomima», con la seduta terminata a pochi minuti dall’inizio per mancanza di numero legale.
Gli addebiti
Nella narrazione dei consiglieri d’opposizione, per la maggioranza «l’unico a rimanere è stato Filippo Quartuccio per chiedere il numero legale, per il quale tutta la maggioranza si era già messa d’accordo. Una tattica procedurale per sabotare, ancora una volta, la questione e i nodi venuti al pettine nell’indagine conoscitiva in corso e sulla quale si sta spendendo finanche il Prefetto di Reggio Calabria. La verità, chiara ormai a tutti, è che la Iachino e i consiglieri di maggioranza si vergognano di venire in Commissione, perché non sanno cosa dire né come giustificarsi sui mancati monitoraggi dei beni confiscati», affermano i consiglieri di centrodestra. Che fanno sapere che la loro pretesa battaglia per la trasparenza proseguirà: «Siamo convinti, ora più che mai, che bisogna applicare lo stesso sistema di controllo in tutti i settori del Comune, e proseguiremo a oltranza, una legittima battaglia di conoscenza ed esame degli atti pubblici fino ad oggi negati, a partire dal prossimo giovedì».
Impegno e identità
E in una distinta nota autonoma Filomena Iatì, esponente di Impegno e identità, “bolla” con riprovazione una «condotta, propria di chi si sottrae ai doveri nei confronti della comunità reggina», con la quale la maggioranza non farebbe altro che «allungare una pesante ombra di sospetto sull’esercizio di una sfera, quale quella dei beni confiscati, da cui devono essere sollevati, senza indugio e con la massima sollecitudine, tutti i dubbi sollevati recentemente».