Se entro il 31 dicembre 2018 l’amministrazione comunale non riuscirà a sottoscrivere le transazioni per abbattere il debito di Palazzo Zanca, la giunta porterà in Consiglio comunale il provvedimento per dichiarare il default
Il Comune di Messina si appresta ad adottare la quinta versione del piano di riequilibrio (la prima, targata Croce, risale al febbraio 2013 , le altre tre sono state approvate durante l’amministrazione Accorinti rispettivamente nel settembre 2014, febbraio 2015 e settembre 2016). E non è affatto scontato che l’ennesima rimodulazione basterà a scongiurare il dissesto finanziario dell’ente, se contestualmente non verranno sottoscritte le transazioni con i creditori, necessarie ad abbattere e rateizzare il debito di Palazzo Zanca.
Richiamando le linee guida della Corte dei Conti, aggiornate lo scorso aprile (VEDI QUI), nella delibera sugli accordi con i creditori, che costituisce parte integrante del pacchetto di delibere del cosiddetto “SalvaMessina”, la giunta De Luca spiega infatti in maniera chiara che «con la Rimodulazione del Piano di Riequilibrio si deve necessariamente procedere ad elaborare un piano di estinzione rateizzata dei debiti fuori bilancio certi, liquidi ed esigibili, nell' arco di tempo di vigenza dello stesso Piano allo scopo di poter garantire, in prospettiva, un equilibrio economico-finanziario veritiero e durevole».
Con altrettanta chiarezza, nel medesimo provvedimento, l’esecutivo comunale precisa che qualora «il 31 dicembre 2018 non saranno sottoscritti gli accordi con un numero di creditori che rappresenta almeno il 70% dell'intera massa debitoria dei debiti derivanti da sentenze esecutive..» verrà predisosta e portata in Consiglio Comunale la delibera sulla dichiarazione del dissesto finanziario, senza aspettare che l'input arrivi dalla Corte dei Conti.
LA PROPOSTA DELLA GIUNTA DE LUCA AI CREDITORI
Il piano dell’amministrazione De Luca per evitare di dover dichiarare il dissesto è quello di proporre «a tutti i creditori di crediti certi, liquidi esigibili, derivanti da sentenze esecutive e costituenti debito riconoscibile, l' abbattimento della massa debitoria del 50%, offrendo in cambio la possibilità ai creditori di riscuotere quanto dovuto in due annualità senza essere ulteriormente danneggiati dalle conseguenze del dissesto finanziario sia in merito alla soddisfazione del credito, che in caso di dichiarazione di dissesto sarà di importo gran lunga inferiore, e sia in relazione all'arco temporale, che sarà di gran lunga più ampio rispetto a quello proposto dall'Amministrazione Comunale».
I DEBITI DI PALAZZO ZANCA
I debiti complessivamente censiti nel Piano di Riequilibrio Finanziario Pluriennale (al netto delle quote relative alla restituzione del Fondo ex D.L. 174 e del Disavanzo da riaccertamento straordinario e degli accantonamenti al Fondo Rischi Straordinario), ammontano a 382.551.832,99 euro, così suddivisi:
I debiti certi, liquidi ed esigibili derivanti da sentenze esecutive ammontano a 112.352.570,14 euro.
I debiti delle partecipate ammontano a 132.351.978,58 euro, e in particolare quelli dell'ATM ammontano a 80.796.973,94 euro (di cui circa 30 milioni sono quelli prodotti dal 2014 al 2018). «Fatte salve le risultanze delle verifiche in corso – si legge nella delibera – rappresentano tutti debiti certi liquidi ed esigibili di cui gran parte con l'erario, con istituti bancari e con gli istituti previdenziali».
I debiti potenziali del Comune ammontano a 81.293.886,00 euro, ed è in corso la verifica dei debiti potenziali delle partecipate.
La giunta De Luca chiarisce che «le somme a disposizione per il pagamento dei debiti certi liquidi ed esigibili nel biennio 2019 – 2020, sia del Comune che delle partecipate, saranno complessivamente di 140milioni di euro, così ripartiti: 2019 € 35.000.000,00; 2020 € 105.000.000,00 a fronte dell'esposizione debitoria pari ad € 244.704.548,72; le somme a disposizione per gli eventuali altri debiti potenziali del Comune e delle partecipate per l'importo presunto di € 91.293.886,00, di cui del Comune ad oggi censiti in € 81.293.886,00 (rigo 4 e 5 del Piano di Riequilibrio) e delle partecipate circa € 10.000.000,00 ancora in corso di censimento (dato provvisorio in corso di aggiornamento ed inseriti nell'ambito del fondo rischi straordinario del Piano di Riequilibrio) saranno ripartite in € 45.646.943,00 nell'anno 2021 e 2022 (derivanti dagli effetti degli accantonamenti maturati negli anni 2021 e 2022 e dell'avanzo di amministrazione 2020 e 2021)»
IL PIANO DI RATEIZZAZIONE DEI DEBITI
La giunta De Luca fissa le tappe che dovranno portare alle transazioni con i creditori, dando priorità a coloro che vantano somme superiori a 50mila euro. Nel dettaglio:
– entro il 31 dicembre 2018 intende definire gli accordi con i creditori che vantino un credito superiore a 50mila euro, censiti dall'avvocatura comunale nel numero di 147, per un ammontare complessivo del debito di euro 82.095.096,53
– entro il 31 marzo 2019 definire gli accordi con i creditori che vantino un credito inferiore a 50 mila euro e fino a mille euro;
– entro il 31 dicembre 2019 intende definire gli accordi con i creditori che vantino un credito inferiore a mille euro
«I creditori – si legge nel provvedimento – che vantano un credito dal Comune di Messina derivante da sentenze di condanna definitive, provvisoriamente esecutive o altri titoli esecutivi equiparati, di importo superiore a 50 mila euro comprensivo di sorte capitale, interessi e rivalutazione calcolati fino al 31/12/2018 e spese legali, sono stati censiti nel numero di 147, per un ammontare di debito pari ad euro 82.095.096,53 e rappresentano il 73,07% sul totale del debito derivante da sentenze esecutive di euro 112.352.570,14».
LO SPETTRO DEL DISSESTO
Qualora la data del 31 dicembre passasse infruttuosamente e non si trovasse l’accordo con i 147 creditori che vantano somme superiori a 50mila euro, l'amministrazione predisporrà la delibera sul dissesto. Il default non sarebbe tuttavia automatico, perché il provvedimento dovrebbe comunque passare dal Consiglio comunale, a cui spetterebbe l’ultima parola.
Danila La Torre
Ma non capite che si tratta di una commedia?
Il dissesto ci sarà.