Impasse sul piano di riequilibrio. E dai revisori Amam pareri allarmanti sul piano industriale della società

Impasse sul piano di riequilibrio. E dai revisori Amam pareri allarmanti sul piano industriale della società

Danila La Torre

Impasse sul piano di riequilibrio. E dai revisori Amam pareri allarmanti sul piano industriale della società

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mercoledì 18 Febbraio 2015 - 23:02

Mentre si attende il parere dei revisori di Palazzo Zanca sui contratti di servizio, spunta un altro parere: quello del Collegio dei revisori dei conti dell’Amam sul piano economico-finanziario della società, smontato in molte sue parti

L’iter del piano di riequilibrio “rimodulato” rischia una nuova impasse. I contratti di servizio di Atm ed Amam sono ancora privi del parere del Collegio dei revisori dei conti, che stanno lavorando ma hanno chiesto agli uffici di palazzo Zanca l’integrazione di alcuni documenti . E così nella odierna seduta straordinaria del Consiglio comunale, convocata alle 14 in prosecuzione a quella dedicata al piano di alienazione e valorizzazione dei beni comunali, non ci saranno argomenti da affrontare. La presidente Emilia Barrile ed i capigruppo dovranno quindi decidere il da farsi.

I tempi per inviare al Ministero dell’Interno i correttivi richiesti il 29 dicembre sono irrimediabilmente destinati ad allungarsi, perché senza il parere dell’Aula sui contratti di servizio la delibera di rimodulazione del piano originario non potrà approdare in Aula, per via del “veto” posto dai Dr, che – con una prova di forza, numerica, ed una fine strategia politica, servita anche a ricompattare le divisioni interne sulla manovra finanziaria decennale – hanno inchiodato i colleghi sulla necessità di esprimersi prima sugli atti propedeutici al piano di riequilibrio, ponendo un problema di legittimità.

Intanto, mentre si attende il parere dei revisori di Palazzo Zanca, spunta un altro parere: quello del Collegio dei revisori dei conti dell’Amam sul piano economico-finanziario della società che si occupa del servizio idrico, inserito nel piano di riequilibrio e “ritoccato” nella fase di rimodulazione della manovra decennale dopo i rilievi mossi dai revisori di Palazzo Zanca.

In realtà, i pareri che arrivano da Giovanni Parisi, Natale Soraci e Antonio Callagionda sono due: l’ultimo è datato 30 gennaio ed è relativo al piano industriale rivisto in base alle correzioni sollecitate dal Comune, il primo risale a maggio. In entrambi i casi il giudizio sull’atto sottoposto all’attenzione dei tecnici contabili dal Cda dell’Amam è negativo ed in alcune parti molto pesante.

Prima di vedere cosa scrive il Collegio dei revisori dell’Azienda Meridionale Acque, è necessario ricordare che con riferimento alle previsioni di risorse derivanti dai dividendi dell’Amam i revisori di Palazzo Zanca avevano consigliato alla giunta di ridurre di circa il 25% gli introiti previsti dalla società che si occupa del servizio idrico. Rispettando le indicazioni di Dario Zaccone, Federico Basile e Giuseppe Zingales il Comune ha quindi diminuito da 28.029.019,50 euro a 23.144.266,89 euro la somma prevista sotto questa voce.

Ovviamente, per effettuare tale riduzione è stata necessaria una modifica preliminare del piano industriale dell’Amam, che è stata approvata dal Cda in data 27 gennaio. Secondo il Collegio dei revisori dei conti interno– il Cda «si limita semplicemente ad una mera operazione matematica diminuendo la percentuale del dividendo, fermo restando il conseguimento del medesimo livello degli utili da conseguire».

Il Collegio precisa inoltre che «non può far altro che ribadire tutte le eccezioni ed i dubbi espressi nella propria precedente relazione»,

In quel documento, risalente al 21 maggio 2014, il Collegio parlava espressamente di « forzatura del Consiglio d’amministrazione » e sottolineava che il piano industriale «sembra frutto di un affrettato percorso di adozione più che di una razionale ed oculata programmazione…»

Nella relazione n.9, Parisi, Soraci e Callagionda spiegavano inoltre che «nell’elencazione dei maggiori debiti non è stato esposto quello nei confronti della proprietà iscritto nel bilancio dell’Azienda (circa 28.190 migl/euro). Pur evidenziando che per alcuni di essi è stato raggiunto un accordo con il creditore(per altri esiste un contenzioso legale in corso), nel “Piano Economico Finanziario” non si rileva alcuna iniziativa finalizzata alla copertura di tali debiti, fermo restando il pagamento delle spese annuali».

«Dal documento – si legge ancora testualmente – emerge tra tutto la preoccupazione di “garantire una adeguata remunerazione al socio” …»

Secondo i revisori dell’Amam, l’intera costruzione del Piano industriale è finalizzata unicamente «al compiacimento del socio stesso».

Non a caso, il Collegio smonta punto per punto il piano industriale dall’Amam, contestando cifra dopo cifra e facendone di fatto crollare l’intera impalcatura. Secondo Parisi, Soraci e Callagionda infatti, i conti non tornano. Numeri e prospetti del piano alla mano, il Collegio contesta: la previsione di una economia di gestione; la mancata considerazione della spesa per il recupero crediti verso l’utenza (attualmente di circa 1migl/euro); l’ incongruenza tra quanto scritto nel piano e le tabelle ad esso allegate rispetto ai costi per manutenzione beni di terzi; la prevista riduzione del costo del personale, che sarebbe garantita dalla diminuzione del lavoro straordinario in virtù dell’innesto in azienda di nuovo personale. Forti dubbi anche sulla voce relativa agli accantonamenti per rischi e sulle tariffe.

A proposito delle tariffe, destinate a lievitare (vedi qui), «il Collegio ritiene doveroso sottolineare che la strada indicata dal Cda in relazione ai maggiori ricavi derivanti da un aumento della tariffa non sia del tutto percorribile in quanto tale aumento è sottoposto solo a delibera di massimi organi superiori; inoltre non si è valutato che eventuali aumenti di tariffa potrebbero comportare maggiori insolvenze da parte dell’utenza (con rischi di maggiori perdite) ovvero incrementi di dei livelli di evasione, non essendoci al momento strumenti o iniziative aziendali che diano garanzie in tale senso».

Le conclusioni a cui giungono Parisi, Soraci e Callagionda sono, dunque, tutt’altro che rassicuranti , allorquando dicono chiaramente che «sussistono margini di dubbio sull’attuazione di quanto previsto nel piano pluriennale economico finanziario basato su semplice e generiche valutazioni…soprattutto nella parte in cui si prevede di garantire una adeguata remunerazione al socio con dividenti annuali stimati in 30.639,229 euro nell’arco del periodo 2013/2022, in un contesto aziendale in cui esistono particolari situazioni debitorie attualmente anche non definite».

La cifra come visto poc’anzi è poi scesa ma i dubbi ,come evidenziato dagli stessi revisori, permangono. Stando a quanto scrivono in entrambe le relazioni, è proprio il caso di dire che il piano industriale dell'Amam- che costituisce uno dei pilastri del Piano di riequilibrio – fa acqua da tutte le parti.

Danila La Torre

16 commenti

  1. L’Amministrazione dei PRIFISSORONI è il peggio che poteva capitare a questa sventurata città, dovrebbero inviare dei Commissari Governativi che non abbiano nessun contatto con la cosiddetta Società Civile Messinese con ampio mandato per tentare di risollevarci

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  2. L’Amministrazione dei PRIFISSORONI è il peggio che poteva capitare a questa sventurata città, dovrebbero inviare dei Commissari Governativi che non abbiano nessun contatto con la cosiddetta Società Civile Messinese con ampio mandato per tentare di risollevarci

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  3. forse conoscono meglio la “zappa” che i numeri di bilancio.Allora andate a coltivare i campi…

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  4. forse conoscono meglio la “zappa” che i numeri di bilancio.Allora andate a coltivare i campi…

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  5. mi domando che fine ha fatto il bando che doveva cambiare il CDA? Forse il Ns Sindaco ha ritenuo bene di non rompere qualche equilibrio!!!!!! Inoltre, tolto il presidente che è un avvocato ma gli altri due membri, quali professionalità hanno in campo aziendale, manageriale, contabile etc….???

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  6. mi domando che fine ha fatto il bando che doveva cambiare il CDA? Forse il Ns Sindaco ha ritenuo bene di non rompere qualche equilibrio!!!!!! Inoltre, tolto il presidente che è un avvocato ma gli altri due membri, quali professionalità hanno in campo aziendale, manageriale, contabile etc….???

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  7. Quanto alla cancellazione dei RESIDUI inesigibili e inesistenti,SIGNORINO promise di accertarli in una data successiva,del cui risultato,allora,non si tenne conto nella determinazione del disavanzo rendicontato.La Corte verificherà questa anomalia di non poco conto atteso che proprio il DISAVANZO di amministrazione costituisce la base da cui far partire il processo di risanamento. UN ELEMENTO CRITICO VICINO A ESSERE SUPERATO è sui DEBITI FUORI BILANCIO da riconoscere e su quelli inerenti alle partecipate. La Corte pretese e pretenderà di acquisire i necessari elementi conoscitivi. A mio avviso nella formulazione di settembre e rimodulazione di gennaio sono fornite cifre verosimili frutto di accertamenti nel rispetto dei principi contabili.

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  8. Quanto alla cancellazione dei RESIDUI inesigibili e inesistenti,SIGNORINO promise di accertarli in una data successiva,del cui risultato,allora,non si tenne conto nella determinazione del disavanzo rendicontato.La Corte verificherà questa anomalia di non poco conto atteso che proprio il DISAVANZO di amministrazione costituisce la base da cui far partire il processo di risanamento. UN ELEMENTO CRITICO VICINO A ESSERE SUPERATO è sui DEBITI FUORI BILANCIO da riconoscere e su quelli inerenti alle partecipate. La Corte pretese e pretenderà di acquisire i necessari elementi conoscitivi. A mio avviso nella formulazione di settembre e rimodulazione di gennaio sono fornite cifre verosimili frutto di accertamenti nel rispetto dei principi contabili.

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  9. UN ELEMENTO CRITICO DIFFICILE DA SUPERARE riguarda la veridicità della determinazione del DISAVANZO di amministrazione di partenza, cui dovere necessariamente fare riferimento per fotografare l’esistente economico-finanziario di Palazzo Zanca e, quindi, per valutare conseguentemente la fattibilità del relativo piano di risanamento. Al DISAVANZO sono legati i RESIDUI, e già la Corte ci ha sottolineato la lacunosità della procedura adottata per accertarne l’entità da conservare, ma anche la mancata appostazione di quelli ultraquinquennali, nella misura del 25%, nell’apposito fondo svalutazione crediti, lasciando così presumere una indebita contabilizzazione degli stessi.

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  10. UN ELEMENTO CRITICO DIFFICILE DA SUPERARE riguarda la veridicità della determinazione del DISAVANZO di amministrazione di partenza, cui dovere necessariamente fare riferimento per fotografare l’esistente economico-finanziario di Palazzo Zanca e, quindi, per valutare conseguentemente la fattibilità del relativo piano di risanamento. Al DISAVANZO sono legati i RESIDUI, e già la Corte ci ha sottolineato la lacunosità della procedura adottata per accertarne l’entità da conservare, ma anche la mancata appostazione di quelli ultraquinquennali, nella misura del 25%, nell’apposito fondo svalutazione crediti, lasciando così presumere una indebita contabilizzazione degli stessi.

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  11. LA MIA RIFLESSIONE. In caso di diniego del PIANO DI RIEQUILIBRIO al danno conseguito, cioè il ritardo nel risanamento, che poi significa pagare i debiti,si aggiungerà la beffa nei confronti dei messinesi,consistente nell’avere sottratto loro del tempo prezioso che altrimenti,ovverosia in caso di dissesto,sarebbe stato sfruttato per pervenire al risanamento.Il dissesto sancirebbe la sconfitta politica di ACCORINTI e le sue inevitabili dimissioni. UN ELEMENTO CRITICO SUPERATO all’occhio vigile della Corte è l’approvazione del rendiconto di gestione 2013 e bilancio di previsione 2014. Per i magistrati contabili è necessario che le misure di risanamento abbiano come punto iniziale di riferimento una situazione consacrata in documenti ufficiali.

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  12. LA MIA RIFLESSIONE. In caso di diniego del PIANO DI RIEQUILIBRIO al danno conseguito, cioè il ritardo nel risanamento, che poi significa pagare i debiti,si aggiungerà la beffa nei confronti dei messinesi,consistente nell’avere sottratto loro del tempo prezioso che altrimenti,ovverosia in caso di dissesto,sarebbe stato sfruttato per pervenire al risanamento.Il dissesto sancirebbe la sconfitta politica di ACCORINTI e le sue inevitabili dimissioni. UN ELEMENTO CRITICO SUPERATO all’occhio vigile della Corte è l’approvazione del rendiconto di gestione 2013 e bilancio di previsione 2014. Per i magistrati contabili è necessario che le misure di risanamento abbiano come punto iniziale di riferimento una situazione consacrata in documenti ufficiali.

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  13. a mia mi pari che qualcuno parla di aria fritta e non vuole riconoscere che questo documento viene approvato solamente perchè vogliono restare attaccati alla sedia e continuare con i gettoni di presenza,indennita’ di carica,benefit etc.etc.ma quannu l’acqua è picca anzi carseggia a papera non galleggia e a qualcuno ci girano i zibbidei,anche perchè dal basso è venuta la continuità con quelli dall’alto.Lo ammetta chi si mangiaru a gallina e l’ovu sia crudo che bugghiutu.

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  14. a mia mi pari che qualcuno parla di aria fritta e non vuole riconoscere che questo documento viene approvato solamente perchè vogliono restare attaccati alla sedia e continuare con i gettoni di presenza,indennita’ di carica,benefit etc.etc.ma quannu l’acqua è picca anzi carseggia a papera non galleggia e a qualcuno ci girano i zibbidei,anche perchè dal basso è venuta la continuità con quelli dall’alto.Lo ammetta chi si mangiaru a gallina e l’ovu sia crudo che bugghiutu.

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  15. se Accorinti si deve dimettere,io che l’ho votato, me ne faccio una ragione,come lui se ne è fatto una ragione di quelli che lo hanno votato.

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  16. se Accorinti si deve dimettere,io che l’ho votato, me ne faccio una ragione,come lui se ne è fatto una ragione di quelli che lo hanno votato.

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