Peculato e falso: finiscono in manette dipendente comunale e figlio

Peculato e falso: finiscono in manette dipendente comunale e figlio

Veronica Crocitti

Peculato e falso: finiscono in manette dipendente comunale e figlio

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lunedì 13 Gennaio 2014 - 07:42

A denunciare le irregolarità, il Sindaco del Comune di Pettineo che, a causa di questi enormi ammanchi, in più di un'occasione non era riuscito a pagare regolarmente e puntualmente gli stipendi dei suoi dipendenti comunali. Dal 2008 al 2013, Francesco Votrico e il figlio Salvatore si erano intascati circa 384.000 euro, attraverso 73 episodi di falso e peculato. Sequestrati anche i conti correnti.

Aveva architettato un sistema davvero ingegnoso che gli consentiva di far confluire ingenti somme di denaro direttamente dalle casse del Comune di Pettineo ai conti bancari suoi e di suo figlio. Responsabile comunale del settore economico finanziario, il 60enne Francesco Votrico era riuscito a fruttare, in ben sei anni, circa 384.000 euro, finiti tutti nelle sue tasche e in quelle del figlio 27enne Salvatore Votrico. Ieri sera, per loro, sono scattate le manette. Le accuse sono di peculato e falso per il padre, condotto nel Carcere di Gazzi di Messina, e di concorso in peculato per il figlio, a cui sono stati concessi i domiciliari. Sfruttando la sua posizione all’interno del Comune, ossia quella di Capo Settore, Votrico senior era riuscito ad allestire un meccanismo quasi perfetto per creare ammanchi nelle casse comunali senza che nessuno se ne accorgesse.

Funzionava così. Votrico produceva contemporaneamente due copie di mandati di pagamento (ad esempio per la ristrutturazione di una scuola) perfettamente conformi a quelli sempre emessi dal suo ufficio. Una di queste copie presentava estremi regolari con plausibili beneficiari, richiami a determine esistenti, tutto con parvenza legittima, e veniva depositata agli atti dell’Ufficio Ragioneria. La seconda copia, invece, seppur perfettamente identica alla prima presentava alle intestazioni “beneficiario” e “Iban” i dati suoi o di suo figlio, e poi veniva portata personalmente presso l’istituto bancario Unicredit di Tusa, ossia quella banca che funge da tesoreria del Comune di Pettineo. Una volta in banca, il più era fatto: i soldi venivano erogati direttamente sul conto Votrico e la stessa banca provvedeva ad apporre sui documenti il timbro di avvenuto pagamento. A quel punto entrava in gioco la seconda parte del piano. Una volta che i documenti già timbrati dalla banca (quelli con le coordinate ed i dati dei Votrico) ritornavano al Comune per essere archiviati, il Ragioniere provvedeva immediatamente a distruggere le copie ed a sostituirle con altre identiche a quelle primordiali (con nomi di plausibili beneficiari) ed apporvi un falso timbro bancario. (VEDI FOTO)

Un sistema a regola d’arte che, tra il 2008 ed il 2013, aveva consentito a Francesco e figlio di intascare per ogni “giochetto” riuscito cifre che variavano dai 500 euro ai 20.000 euro. Nessuno, per circa 5 anni, si era mai reso conto di quanto avveniva in quell’ufficio, nonostante l’ammanco annuale fosse consistente.

“Il revisore dei conti esterno è già stato interpellato – ha dichiarato il comandante della Compagnia di Mistretta, Giodi Linguanti – ed ora la sua posizione è al vaglio. Bisogna chiarire se si sia trattata di un’imperizia professionale, ipotesi al momento convalidata, oppure se vi siano gli estremi penali. Di certo emerge come il controllo annuale del revisore non sia mai stato minuzioso, né si sia mai scesi nei dettagli di ogni singolo pagamento effettuato o mandato di pagamento. Da un lato, questo si può ricondurre ad un’imperizia, dall’altro, invece, bisogna considerare che questi falsi mandati venivano inseriti nella voce di bilancio dei Conti a partita di giro, già di per sé di difficile censimento”.

Il primo a rendersi conto del fatto che qualcosa non andava è stato l’attuale Sindaco di Pettineo, Giuseppe Liberti, che nel mese di novembre ha denunciato in prima persona delle irregolarità all’interno dell’ufficio gestito da Votrico. “Il Sindaco si è recato presso la nostra stazione – ha continuato Linguanti – ed ha riferito circa un’inspiegabile situazione di dissesto finanziario all’interno del proprio ente che non aveva permesso, in più occasioni, il regolare e puntuale pagamento degli stipendi ai dipendenti comunali”.

Da qui, le prime indagini dei militari che hanno portato alla luce un sistema fraudolento architettato nei minimi dettagli e che aveva prodotto, in 6 anni, ben 73 episodi di falso e peculato. La cifra complessiva era risultata di circa 384.000 euro di cui 215.000 indirizzati direttamente sul conto del ragioniere, mentre gli altri 169.000 euro indirizzati sul conto del figlio. Contestualmente, i carabinieri hanno anche sequestrato i due conti correnti mentre, al momento, non risultano altri indagati. Nel corso dell’attività investigativa, inoltre, è emerso come la sottrazione di un così grande capitale abbia quasi messo in ginocchio il piccolo Comune di Pettineo, dove risiedono circa 1600 abitanti e per le cui casse un ammanco di quasi 400.000 euro sarebbe potuto risultare irrimediabile.

“C’è in atto un accertamento patrimoniale – ha concluso Linguanti– e tutt’ora vi sono in corso altre indagini per ricostruire eventuali episodi e vagliare altre responsabilità”. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal GIP del Tribunale di Patti, dott.ssa Scolaro, su richiesta del Sostituto Procuratore, dott.ssa Francesca Bonazinga.

Veronica Crocitti

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