Il concerto del 28 è frutto di un lavoro di squadra che ha coinvolto pubblico e privato ma sopratutto ha dato spazio ai giovani. Adesso però tocca ai messinesi.FOTOGALLERY
“Noi abbiamo messo alcuni tasselli ma adesso tocca a voi, ad ognuno di voi, mettere un altro piccolo tassello e fare la sua parte”. Le parole dell’assessore alla cultura Daniela Ursino sintetizzano il “miracolo” del 28 dicembre, quelle luci e quelle melodie che nell’anniversario del terremoto hanno invece concretizzato la parola rinascita.
C’erano stilettate di vento gelido il 28 sera in Galleria Vittorio Emanuele, ma non se ne accorgeva nessuno. Ad accogliere i messinesi pronti ad assistere al concerto, c’erano la musica, le luci, un luogo finalmente restituito al decoro, senza sporcizia, senza scritte sulle colonne e sulle pareti. Certo, alcune saracinesche abbassate, simbolo di quanti locali hanno chiuso e quante scommesse sono andate perse, rappresentavano le ferite ancora aperte di una città lenta al cambiamento.
Ma il lavoro di squadra ha vinto e il 28 è stata Festa in Galleria.
Fino a tarda sera gli sguardi e i sorrisi dei messinesi hanno illuminato il salotto buono del centro storico, quel gioiello lasciatoci dalla generazione post-terremoto che molto più di noi ha saputo sognare.
Ad accogliere chi entrava in una Galleria riportata a nuovo, sono stati i bravissimi musicisti della Tribù dei selvaggi (Gabriele, Ivan, Antonio, Adriano, Giovanni) con i loro bonghi, la musica a percussione che ha abbracciato i presenti con il ritmo della gioia.
Non appena il ritmo si è fatto silenzio ha lasciato spazio alla chitarra ed all’interpretazione straordinaria di Emanuele Barillaro. Magicamente, mentre la Galleria gremita attendeva l’uscita degli orchestrali, ha alzato gli occhi e da uno dei balconi si è levata alta la voce del soprano Chiara Taigi, legatissima alla città e che con la sua esibizione ha incantato e fatto un vero e proprio dono di Natale. Riuscire a far cantare il pubblico “Astro del ciel”, nonostante le evidenti stonature, è stato un altro piccolo “miracolo”. Ma in pochi minuti la Galleria è tornata a respirare ed a vivere, ad essere luogo d’incontro e non di scorribande notturne, di arte e non di atti di vandalismo, di bellezza e non di scritte oscene e sporcizia.
Il concerto è durato fino a tarda sera ed è stato, come annunciato dal presidente della Banca Antonello, De Domenico a nome dei soci solo il primo di una serie di eventi che scandiranno i prossimi mesi, anche perché tutti noi dobbiamo mettere altri tasselli.
Chi ha fatto sì che la Galleria in due mesi tornasse a diventare bellezza merita un ringraziamento. Intanto, e non ce ne vogliano “gli adulti”, il grazie va ai nostri giovani, quei coetanei di chi distrugge la Galleria e che hanno messo sudore, tempo e creatività per fare l’esatto contrario, dando esempio civico e di amore e rispetto.
Noi dobbiamo rispetto a quanto i nostri avi hanno costruito.
Quindi grazie agli studenti dell’Istituto Verona Trento, che attraverso l’alternanza scuola-lavoro hanno contribuito alla “rinascita” del sito, ed a quelli dell’istituto Antonello, coinvolti nello stesso progetto, a quelli della IV della sezione artistica del liceo Seguenza che hanno realizzato il video “La Galleria ieri e oggi”. Grazie ai giovani della sera del 28 dicembre, sia la Tribù dei selvaggi che gli studenti del Conservatorio Corelli, alcuni dei quali si sono esibiti da uno dei balconi, come la Taigi, segno tangibile di una Galleria viva e palpitante in ogni suo angolo (grazie anche a chi ha acconsentito a far entrare nella sua abitazione gli artisti….).
Emozionato e orgoglioso il direttore del Corelli Antonino Averna, nel saluto iniziale prima del concerto, ed il coordinatore della serata musicale Matteo Pappalardo.
Protagonisti, in un grande “palco” che storia e architetta tura ci hanno lasciato, sono stati i nostri talenti, con il quartetto di flauti (Angelita Curasi, Chiara Bonarrigo, Renato Schiavo e Claudio Faranda), il quartetto di fisarmoniche (Aldo Capua, Francesco Antonuccio, Salvatore Fazzari e Agostino Pronestì), il Trinacria Saxophone quartet (Giuseppe Trimarchi, Biagio D’Arrigo, Gaetano Caruso, Giovanni Gangemi).
Un successo doppio, perché rappresenta il simbolo di una scommessa vinta attraverso la condivisione dei percorsi, con grande soddisfazione del sovrintendente ai beni culturali Orazio Micali, emozionato come quanti, negli anni scorsi, in questo progetto hanno non solo creduto, ma hanno operato affinchè diventasse realtà.
Le istituzioni da un lato quindi, come la soprintendenza e l’amministrazione comunale rappresentata oltre che dall’assessore Ursino e dal vicesindaco Cacciola anche dal sindaco Accorinti che ha ribadito la forza del cambiamento e della partecipazione. Il grazie va al direttore dei lavori Sergio Bertolami che è senza dubbio tra quanti per anni si è battuto in ogni sede possibile, all’architetto Mirella Vinci della sovrintendenza ed alla restauratrice Rosaria Catania Cucchiara.
Poi i soci ed i clienti (ebbene sì, anche i clienti hanno contribuito economicamente al progetto) della Banca Antonello, Dhs event solution, Mace srl, Eurogestioni spa, Libreria Colossi di Restuccia, Le Microbio, Nvp srl, Mediterranea srl, Ssr spa, Ids & Unitelm, e ancora Chiofalo Costruzioni, Restart arte e restauri, Gentiluomo, Schipani, Lem, Illuminotecnica, La Cristallina e tutti i proprietari dei locali della Galleria.
Ognuno ha messo un tassello, adesso tocca alla città. E se proprio non riusciamo a metterne uno nuovo, almeno non distruggiamo quello che altri hanno messo.
P.s- prossima occasione di “rinascita” è il Capodanno, che sarà festeggiato sia a Piazza Duomo che in Galleria. Numerose le sorprese, grandi gli artisti.
Rosaria Brancato
Ottimo.sono queste le notizie che vorremmo leggere ogni giorno. Rinascita, rinascita per una città data troppo tempo per morta. Dispiace non essere a Messina.Se si vuole si puó…
Saluti e auguri a tutti i veri Messinesi
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Saluti e auguri a tutti i veri Messinesi
Questa è una nota liete tra il mare di nefandezze che, oggi, dobbiamo subire.
Ma non canti vittoria nessuno perché si tratta di veramente poco.
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Ma non canti vittoria nessuno perché si tratta di veramente poco.