Appuntamento venerdì 28 sera alle 21 al Vittorio Emanuele per lo spettacolo allestito da orchestrali, coro e maestranze. L'ingresso è gratuito e l'appello è alla città affinchè tutti, ognuno per la propria parte, contribuiscano a non far calare definitivamente il sipario sul Teatro. "Noi ci siamo" è la voce di chi ha dedicato la sua vita al Vittorio Emanuele.
Sul palco ci saranno gli orchestrali, ma quello di domani sera (venerdì 28 marzo) alle 21, è lo spettacolo di tutto il Vittorio Emanuele, è il coro di sarte, tecnici, maestranze, precari, scenografi, addetti alle luci, costumisti, e di quanti, da sempre, hanno fatto sì che quando si alza un sipario inizia la magia. Anche se loro non si vedono, anche se le ore passate a provare e riprovare non si vedranno mai, anche se il loro lavoro non è “visibile” agli occhi del pubblico.
“Noi siamo qui- spiega Giampiero Cannata, professore d’orchestra in prima fila nella battaglia per far rinascere il teatro- Siamo tutti qui per dire, vi offriamo questo spettacolo che è il frutto del lavoro di decine di persone che da anni si impegno per il Vittorio Emanuele, nonostante ogni difficoltà. Noi siamo qui, ma è la politica ad essere assente, a non dare risposte. O meglio a rispondere solo con le parole, senza i fatti”.
E allora, i fatti, hanno deciso di farli loro allestendo quel concerto inaugurale della mini stagione Primavera dei Teatri, che avrebbe dovuto tenersi il 21 marzo e che, per vicende ormai note, è saltato, con tutti gli altri spettacoli.
L’ingresso è gratuito, perché quello di domani è uno spettacolo simbolico, un modo per far vedere quello che potrebbe essere il Teatro se davvero tutti, ognuno per la propria parte, ci mettesse del suo. Senza fare passerelle, senza fare promesse, senza proclami e giochi di potere.
Il concerto di domani sera si aprirà proprio con la fiaba musicale Pierino e il lupo, la stessa scelta per inaugurare la stagione-fantasma saltata per carenza di risorse e soprattutto carenza di impegni reali. Subito dopo entreranno in scena gli attori del Teatro Pinelli, Eleonora Bovo, Massimo Cammarata, Giulia Giordano, con una serie di momenti grazie ai quali, attraverso un’opera di scrittura collettiva, rivivrà sia la storia del Teatro Vittorio Emanuele, sin dal 1579, che la farsa e il dramma che stiamo vivendo oggi. Ci sarà il “fantasma del Teatro”, ci sarà il Vittorio di ieri e quel che resta oggi. Poi sarà la volta di Giovanni Renzo, con una suite di composizioni riscritta proprio per il Teatro. In ultimo il coro lirico Cilea di Reggio Calabria, come spiega Alessandro Fargetta, con due brani del Nabucco ed il finale di Verdi.
“Noi ci siamo” ribadisce il presidente dell’Ente Maurizio Puglisi, “e ci aspettiamo che anche la politica faccia la sua parte”.
Appuntamento quindi domani, venerdì 28 marzo, alle 21, al Vittorio Emanuele.
L’appello è a tutta Messina, a quanti amano il Teatro, la cultura, a quanti amano il brivido che scorre sulla schiena quando le luci si spengono e cala il silenzio pieno di parole e musica. L’appello è quanti amano la nostra città e quei tesori nascosti che la nostra città dimentica o lascia in un angolo, siano essi attori, musicisti, registi, sarte, cantanti, tecnici. Domani non sarà un convegno, un tavolo tecnico, un dibattito, una passerella. Domani parlerà il palcoscenico. Per una volta. Silenzio in sala.
Rosaria Brancato
DOMANI CI SARO’, per testimoniare la vicinanza al VITTORIO EMANUELE. Cos’è una città quando muore il suo TEATRO?
Meno male che ci sei e ci sarai.
Non mi ero accorto che a Messina ci fosse un teatro.
Mi farai la cortesia di riferirmi sull’evento?Grazie.