Un debito fuori bilancio da 9,5 milioni chiude la guerra Ato-Messinambiente

Un debito fuori bilancio da 9,5 milioni chiude la guerra Ato-Messinambiente

Francesca Stornante

Un debito fuori bilancio da 9,5 milioni chiude la guerra Ato-Messinambiente

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mercoledì 13 Dicembre 2017 - 17:47

Questa fetta di 9,5 milioni fa parte dei 30 milioni che il Comune si è impegnato a pagare se il piano concordatario di Messinambiente verrà approvato. Il consiglio ha approvato un debito fuori bilancio di Ato3 che chiude la partita del concordato

Adesso il cerchio si è chiuso. Ciò che si doveva fare la sera del 3 ottobre, quando il consiglio comunale decise di dire sì alla strategia dell’amministrazione Accorinti per provare a salvare Messinambiente dal fallimento, è stato fatto oggi. E con il voto che il consiglio comunale ha deciso di dare alla delibera di riconoscimento di un debito fuori bilancio di 9,5 milioni di euro, adesso il concordato di Messinambiente sulla carta ha tutti gli impegni finanziari che servono a onorare quel piano depositato in Tribunale da 30 milioni di euro. Con il pacchetto di due delibere votate tra il 3 ottobre e oggi il consiglio comunale ha acconsentito a impegnare i bilanci del Comune per i prossimi 6 anni per pagare i debiti di Messinambiente. Insomma, quello che doveva fare il consiglio è stato fatto. Adesso saranno i creditori, il prossimo 12 gennaio, a decidere se il piano proposto da Messinambiente è omologabile o meno. Dunque saranno loro a decidere se si potrà procedere sulla strada del salvataggio o se per Messinambiente si aprirà il baratro del fallimento. Fino ad oggi però tutto è andato secondo i piani della società e dell’amministrazione comunale.

Il consiglio ha avuto un ruolo decisivo perché ha avallato la scelta del salvataggio attraverso un impegno finanziario per i prossimi anni. E anche oggi la solita presenza risicata ha consentito che si potesse andare avanti. In aula, neanche a dirlo, erano sempre gli stessi, ma il voto questa volta ha davvero camminato sul filo del rasoio. La delibera è stata approvata con 9 voti favorevoli, 1 contrario e 7 astenuti. Numeri che anche stavolta non fanno altro che confermare che ormai è tutto nelle mani di chi è presente e decide di assumersi la responsabilità del proprio ruolo, numeri che però alla fine stanno facendo comodo all’amministrazione Accorinti che a conti fatti negli ultimi giorni sta portando a casa una serie di provvedimenti importanti su fronte economico-finanziario.

Hanno scelto il sì praticamente gli stessi consiglieri che il 3 ottobre avevano approvato il piano di salvataggio di Messinambiente: gli accorintiani Lucy Fenech, Maurizio Rella, Cecilia Caccamo e Ivana Risitano, il capogruppo di Forza Italia Pippo Trischitta, i consiglieri Carlo Abate e Rita La Paglia. L’unico no è stato quella consigliera Pd Antonella Russo, che anche oggi è tornata a contestare questo atto riprendendo i motivi che aveva già esposto durante la seduta dello scorso 23 novembre (VEDI QUI). Hanno scelto l’astensione i consiglieri Crifò, Faranda, Cucinotta, Vaccarino, De Leo, Barrile e Iannello.

Cosa racchiudeva questa delibera così impegnativa? In pratica l’atto parla di 9.452.490,92 euro che il Comune avrebbe dovuto dare all’Ato3 a titolo di corrispettivo per i servizi di igiene ambientale svolti nel periodo 2007/2011 sulla base di piani industriali regolarmente approvati, e che invece adesso saranno corrisposti direttamente a Messinambiente per il suo concordato. Questa somma è stata riconosciuta oggi come debito fuori bilancio e rappresenta la base della transazione che il consiglio in realtà di fatto aveva già votato due mesi fa. Si tratta di soldi che il Comune non ha corrisposto ad Ato3 tra il 2017 e il 2013 e che, chiudendo le controversie Ato3-Messinambiente, verranno stornate sul piano concordatario. Un giro di crediti/debiti maturati nel tempo nel girone dantesco Comune-Ato3-Messinambiente. Con i 9,4 milioni che il Comune avrebbe dovuto dare all’Ato e che invece si stornano su Messinambiente si chiudono in via transattiva tutte le controversie esistenti tra Messinambiente e Ato3. Attualmente infatti ci sarebbero 15 milioni che Messinambiente potrebbe rivendicare dal contenzioso con Ato per il periodo 2007-2009, altri 6 milioni quale valore presunto del contenzioso potenziale relativo al periodo 2010-2011, definito in via prudenziale sulla base dei costi di produzione iscritti nei relativi bilanci sociali e quasi 18 milioni che Messinambiente potrebbe vantare dal Comune per il periodo da gennaio 2012 in avanti. Per questo il Comune ha scelto di impegnarsi con questa transazione che mette insieme Ato3 e Messinambiente per 9,5 milioni e con un’altra transazione che riguarda una fetta di altri 18 milioni, in modo da circoscrivere l’entità del potenziale pregiudizio che potrebbe discendere dall’insorgenza di un sicuro contenzioso che potrebbe superare i 39 milioni di euro. Con questi atti dunque Ato3 e Messinambiente hanno rinunciato ad ogni pretesa giudiziaria reciproca e nei confronti del Comune.

Per chiudere il calderone dei 30 milioni di euro adesso mancano solo i 2.360.869 euro conteggiati come valore correlato all’affitto con opzione di riscatto del complesso dei beni strumentali della società Messinambiente che si intendono trasferire, in una logica di continuità del servizio integrato dei rifiuti, a MessinaServizi. In pratica, secondo il concordato, MessinaServizi dovrà pagare 449 mila euro di affitto mezzi per il primo anno, 419 mila per il secondo anno e quasi 1,5 milioni al termine del biennio per riscattare tutto. Ma questa è un’altra storia ancora tutta da scrivere.

Francesca Stornante

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