L'ex capo della squadra mobile di Vibo Valentia Maurizio Lento, l'ex vice dello stesso ufficio Emanuele Rodonò e l'avv. Antonio Carmelo Galati, difensore dei Mancuso di Limbadi, sono stati arrestati dai carabinieri del Ros e dalla squadra mobile di Catanzaro.
E’ stato arrestato stamani con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa Maurizio Lento, attuale dirigente della Questura di Messina, che dal 2007 al 2011 era capo della squadra mobile di Vibo Valentia. L’operazione è scattata alle prime luci dell’alba ed ha condotto all’arresto di Lento, di Emanuele Rodonò, all’epoca suo vice nello stesso ufficio, e dell’avvocato Antonio Carmelo Galati, difensore della cosca Mancuso di Limbadi, una delle famiglie mafiosa più potenti dell'intera regione calabra. I due funzionari sono accusati di concorso esterno, mentre il legale dovrà rispondere di associazione mafiosa. Secondo l’accusa, tra il 2009 ed il 2011, Lento e Rodonò avrebbero in tutti i modi "omesso lo svolgimento di qualsiasi attività investigativa su tale sodalizio criminale, in palese violazione dei propri doveri di ufficio". Due anni di omissioni e mancate indagini, dunque, solo per favorire la potente famiglia Mancuso. Dalle duecento pagine di ordinanza cautelare emesse dal Gip di Catanzaro Abdigal Mellaca, però, emerge anche altro. Secondo gli inquirenti, infatti, i due avrebbero avuto stretti rapporti anche con Antonio Carmelo Galati, al quale avrebbero fornito informazioni riservate su indagini in corso. "Non trasmettevano ai magistrati le segnalazioni sulla possibile esistenza di reati", si legge in alcune parti, e "concentravano le attività investigative del reparto da loro diretto nei confronti di un cartello di cosche avverse ai Mancuso". L’inchiesta è stata coordinata dal capo della Dda di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e dal pm Simona Rossi. Una lunga storia in Polizia quella di Maurizio Lento. Nel 2000 fu assegnato all’UPG e SP della Questura di Reggio Calabria, assumendo nel contempo la dirigenza dell’Ufficio Scorte e Servizi d’Istituto. Successivamente nel 2005, venne assegnato alla Squadra Mobile della Questura reggina in qualità di funzionario addetto alla sezione reati contro il patrimonio, mentre nel 2007 fu trasferito alla Questura di Vibo Valentia con l’incarico di dirigente della Squadra Mobile, ruolo che ricoprì per 4 anni. Alla Questura di Messina Lento arrivò nel novembre 2011, nella qualità di Vice Questore Aggiunto. Inizialmente funzionario addetto alla Divisione Anticrimine, nel settembre 2012 fu infine trasferito alla direzione dell'UPG e SP, divenendo dirigente delle Volanti. Solo una settimana fa Maurizio Lento, insieme ai colleghi di Polizia e Carabinieri, aveva portato a termine l'Operazione Katana, con l'arresto di una mega banda di cittadini di nazionalità srilankese che, a Messina, teneva sotto scacco l'intera comunità cingalese.
Questa è una BRUTTISSIMA notizia per la nostra città, getta un’ombra su quella parte della polizia messinese diretta da Maurizio LENTO. Mi aspetto dal Questore parole chiare per rassicurare i messinesi, fornire i dati sulle indagini che facciano riferimento all’arrestato. Mi aspetto dal Procuratore Guido LO FORTE lo stesso impegno sulla malavita di Messina di quello profuso con successo contro le organizzazioni mafiose della provincia, a volte si ha l’impressione di una Messina babba, pochi arresti, pochi sequestri patrimoniali, spero di essere smentito sia dal Questore che dal procuratore della Repubblica.
ai voglia di lottare contro la mafia,se la mafia si nasconde dentro..
Quanto siete giustizialisti , aspettiamo il processo , spesso vengono infangati i migliori , vedi Falcone .
esiste la presunzione di innocenza, prima di una condanna
Aspettiamo prima di condannare.
In questo Paese vige la presunzione di innocenza, fino alla condanna definitiva (Cassazione).
Troppe persone hanno fatto galera e poi si è scoperto che erano innocenti; è di pochi giorni fa la notizia di un signore accusato ingiustamente e morto in carcere dopo 20 anni di detenzione, solo oggi riconosciuto innocente.
Se poi si accerterà che sono colpevoli allora che paghino il doppio visto che si trattava di uomini dello Stato, che avrebbero dovuto combattere la mafia e non favorirla.
Non ci sono parole.. che si faccia presto a finire le indagini e concludere la vicenda. Per un uomo in divisa non ci devono essere ombre.
La presunzione di innocenza deve valere a 360 gradi. Vi invito a rileggere i commenti riferiti ad altre operazioni con arresti di persone eccellenti.
APPUNTO, STIAMO TUTTI DICENDO LA STESSA COSA: CI AUGURIAMO CHE QUESTO SIA SOLO UN ERRORE, NON SOLO PER IL SIGNOR LENTO MA PER TUTTI NOI CHE VOGLIAMO SICUREZZA E ALTO LIVELLO MORALE DA CHI RAPPRESENTA LE ISTITUZIONI DEMOCRATICHE.
Di più, vorrei che non fosse il solito tentativo da parte della mafia e della malavita organizzata di screditare chi la combatte sapendo di essere “intercettata”.
Però, dopo il caso dei fratelli Savi, tanto per citare il più eclatante, non è possibile ormai difendere nessuno a priori. Del resto, abbiamo avuto per anni un evasore seriale come presidente del consiglio. In Italia niente può più stupirci.