"La violenza non è un fatto privato, noi ci siamo", spiega il centro antiviolenza Pink Project di Capo d'Orlando che ha supportato la giovane vittima di abusi
CAPO D’ORLANDO – C’era il centro anti violenza Pink Project di Capo d’Orlando accanto alla vittima degli abusi costata la condanna a 10 anni dell’operatore scolastico di Rocca di Caprileone.
“La vicenda, anche per la brutalità e le modalità di consumazione del reato, rappresenta un importante precedente per i centri antiviolenza e, in particolare per il centro che da anni sostiene le vittime di violenza di genere ed ha affiancato e sostenuto la persona offesa fino al grado di legittimità”, commenta la presidente Maria Grazia Giorgianni.
“È stato un processo impegnativo, sia per la vicenda umana che sotto il profilo processuale. All’esito, possiamo ritenerci soddisfatte in quanto è stato definitivamente acclarato l’ossequioso rispetto delle forme e della sostanza processuale ed è stata resa una sentenza che è conforme a giustizia”, spiega l’avvocata Cristina Manfredi Gigliotti, parte civile per il Centro e per la vittima.
“Siamo state parte attiva a fianco della giovane vittima fin da quando è riuscita a raccontare quanto subito alla Polizia di Capo d’Orlando ed abbiamo partecipato come parte civile a tutti i gradi di giudizio per rappresentare l’interesse e il diritto di tutte le bambine, di tutte le ragazze e di tutte le donne a vivere libere dalla violenza. La violenza, in tutte le sue forme, non è un fatto privato, ma è reato non solo a danno di chi la subisce direttamente, ma di tutta la società. Per questo ogni giorno siamo a servizio del territorio per le donne, per accogliere le loro storie e sostenere i difficili e dolorosi percorsi di fuoriuscita dalla violenza”, conclude il centro.