Resta il mistero sull’arma utilizzata. Il fucile ancora non è stato trovato dagli investigatori, coordinati dal procuratore capo Giovanni Bombardieri
Omicidio volontario. Con questa accusa i carabinieri di Condofuri, hanno sottoposto a fermo Rosario Foti di 40 anni, reo confesso dell’omicidio del pastore Leo Romeo. L’autore dell’omicidio si è presentato spontaneamente, accompagnato da suo fratello presso la stazione dei carabinieri. Durante il lungo interrogatorio con il sostituto procuratore di turno Tommaso Pozzati, l’uomo ha ammesso di avere sparato a Leo Romeo al termine di una colluttazione legata ai terreni adibiti al pascolo di animali. Foti, assistito dal suo legale, ha risposto alle domande del pm sostenendo che la vittima era solito far pascolare i suoi animali sui terreni della madre. Da qui la discussione, poi degenerata fino all’esplosione della fucilata che ha ucciso il pastore.
Resta il mistero sull’arma utilizzata. Il fucile ancora non è stato trovato dagli investigatori, coordinati dal procuratore capo Giovanni Bombardieri. Stando alla versione di Foti, sulla quale adesso devono essere eseguiti degli accertamenti, il fucile era in possesso della vittima e sarebbe stato lasciato da Foti sul luogo del delitto vicino al corpo di Leo Romeo, trovato dal fratello venerdì sera in una scarpata, in località Ceracadi, a Condofuri Superiore. Proseguono, quindi, le indagini per ricostruire la dinamica dell’omicidio e verificare la versione del reo confesso. Ma anche per capire che fine ha fatto il fucile. Intanto Foti è stato accompagnato in carcere. Il provvedimento di fermo dovrà essere convalidato dal gip entro 48 ore.