Confcommercio Messina, tutti i guai di Picciotto

Confcommercio Messina, tutti i guai di Picciotto

Alessandra Serio

Confcommercio Messina, tutti i guai di Picciotto

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mercoledì 06 Ottobre 2021 - 07:00

Dai rapporti tesi in Camera di Commercio all'alleanza di ferro con l'omologo ennese, contestato dai consiglieri messinesi. Tutti i nodi della gestione Picciotto

Non sembrano esserci margini per recuperare lo scontro all’interno di ConfCommercio Messina, dopo la richiesta di commissariamento avanzata dagli 8 consiglieri che contestano la gestione del presidente Carmelo Picciotto.

LA CRISI, IN NUMERI

L’associazione dei commercianti messinese non vive certo un periodo di splendore, di là dello scontro interno: inarrestabile la crisi degli associati, scesa da 13 mila a poco più di 2 mila, e lo spettro dell’accorpamento, dopo il riordino delle Camere di Commercio, è una realtà con la quale fare comunque i conti, che ha già portato ad un grosso ridimensionamento del personale in servizio.

Eppure Picciotto era partito in una condizione favorevole. Subito dopo l’insediamento, al primo mandato nel 2013, il nazionale aveva infatti riconosciuto a Messina un “tesoretto” da 350 mila euro, per ripianare i buchi della gestione Corona. I buchi sono stati ripianati? Soltanto i bilanci potranno dirlo.

SE PICCIOTTO PERDE PEZZI

La “fronda” arriva dopo un braccio di ferro che va avanti da più di un anno e mezzo. Al tavolo col legale che assiste “gli aventiniani”, c’erano i rappresentanti delle tre categorie rimaste nell’associazione: i fioristi, il settore assicurativo e gli immobiliaristi. Uno dei due vice presidenti si era già dimesso, mentre era stata rimossa a luglio del 2020 il direttore Alba Frandina. In rinforzo dell’attuale governance è arrivata invece Confcommercio Enna. E da quella provincia arriva l’attuale direttore pro tempore, Gianluca Speranza.

I mal di pancia di alcuni risalgono però a diverso tempo addietro, da poco dopo il rinnovo della presidenza Picciotto, nel 2018. Ed è da quell’anno, lamentano gli 8 consiglieri, che non sono stati depositati bilanci. Proprio il nodo bilanci è uno dei più aspri terreni di scontro. Secondo la presidenza sono pronti, ma non sono stati depositati perché non hanno il visto dei revisori dei conti.

Ecco l’altro nodo: non sono stati eletti gli organi statuari, spiegano gli otto. Una problematica che la sigla dei commercianti si porta dietro da prima di questa presidenza, ma che non è stata risolta.

IL CONSIGLIO IN STAND BY

Il problema è complessivo, spiegano i consiglieri sul piede di guerra, e riguarda l’intera dialettica interna all’associazione. Perché non è stato convocato il consiglio, malgrado le loro richieste? L’ultimo risale al gennaio scorso. Poi a luglio una richiesta di verifica poteri dei consiglieri, per procedere alla nuova convocazione. Spostata all’inizio di agosto. Ma anche quella data è saltata e di nuove convocazioni non c’è ancora traccia. Pur potendo adottare in autonomia qualunque atto, il Presidente dovrebbe poi andare in consiglio per la ratifica. “Cosa che non è mai accaduta”, ha tuonato ieri mattina uno dei consiglieri storici di Confcommercio, Salvatore Sciliberto.

IL DIRETTORE SILURATO

Invece dal Consiglio, spiegano i consiglieri, non è passata neppure la rimozione del direttore Frandina, che pure è uno di quegli atti che richiede appunto tale passaggio, a norma di statuto. La contestazione formale alla Frandina riguarda proprio la presentazione degli atti che aveva l’obbligo di presentare. Dal canto suo Alba Frandina aveva più volte richiesto agli organi direttivi le “pezze d’appoggio” per poter procedere, a cominciare da alcune fatture che non avrebbe mai ricevuto. Il direttore silurato ha perciò intentato vertenza alla ConfCommercio, e non è l’unico ex collaboratore che ha “chiesto il conto”.

IL NUOVO CORSO, CHE PORTA AD ENNA

Il nuovo direttore, nominato pro tempore da Picciotto, è Gianluca Speranza. Proveniente dal mondo medico-farmaceutico, è vicino all’attuale governance di Enna. Ma se accorpamento deve essere, contestano gli 8 consiglieri, Messina dovrebbe poter dire la sua, e non essere “assorbita”, come sembra loro stia accadendo. E’ da Enna, per esempio, che vengono gestiti i corsi di formazione proposti agli associati messinesi. Ed Enna fa capolino anche nella stessa comunicazione ufficiale del sito confcommerciomessina.it, nelle stesse pagine che dovrebbero essere comunicazioni ufficiali di Confcommercio Messina.

No comment da Picciotto, che non ha voluto commentare la conferenza stampa degli 8 consiglieri. Adesso la palla passa agli organi nazionali, che dovranno decidere sulla richiesta di commissariamento.

I PROBLEMI CON LA CAMERA DI COMMERCIO

Non c’è soltanto la fronda interna. Confcommercio è infatti all’interno del consiglio della Camera di Commercio, e anche qui la gestione Picciotto è stata in parte censurata. Non è piaciuta al direttivo della Camera, per esempio, l’uscita ufficiale di Picciotto sulla legge di riordino delle Camere siciliane.

Se CamCom Messina e UnionCamere hanno diffuso una nota congiunta di critica alla legge, Confcommercio Messina è andata contro tendenza criticando la presa di posizione e dichiarando invece pubblicamente, con una nota congiunta con la “solita” Confcommercio di Enna, di ritenere “utile e necessario” il riordino così come paventato dalla legge.

Resta ancora non coperto, poi, il debito milionario che ConfCommercio ha con la Camera, per l’affitto dei locali.

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