Alle porte della bella stagione, alcuni esercizi commerciali si ritrovano con la spada di Damocle della possibile sospensione dell’attività. La direttrice generale della Confcommercio chiede che vengano prese in considerazione le proposte avanzate tre mesi fa
Risale allo scorso 19 dicembre la seduta di giunta straordinaria sulla sospensione e la rimodulazione dei canoni e delle sanzioni del regolamento Cosap. “Da quel giorno, nonostante i vari tavoli tecnici che si sono susseguiti, la questione rimane irrisolta anche nella parte concernente la possibilità di ottenere una rateizzazione dei debiti pregressi, capitolo sul quale l’amministrazione aveva dato garanzie di risoluzione in tempi stretti”. A parlare è Caterina Mendolia, direttrice generale della Confcommercio, che aveva chiesto quella giunta e presentato un documento, firmato anche da altre associazioni di categoria, contenente una serie di proposte.
Quelle proposte, al momento, rimangono inascoltate. “Continuiamo a raccogliere le lamentele di decine di esercenti, raggiunti da ulteriori sanzioni, e dei sindacati, preoccupati da una situazione che potrebbe avere una forte ricaduta sul fronte occupazionale – afferma la Mendolia -. La questione viene ulteriormente aggravata dal fatto che siamo ormai alle porte della stagione più propizia per i commercianti messinesi e questo rischia seriamente di danneggiare il già martoriato sistema economico della nostra città. Il Comune, sostanzialmente, continua a moltiplicare crediti nei confronti di aziende che di questo passo saranno costrette a chiudere”.
Confcommercio si chiede: “come si fa ad affrontare una nuova stagione con la consapevolezza che esista il rischio concreto che l’attività possa essere sospesa da un provvedimento comunale? Chi, in quest’ottica, si prenderà la briga di assumere personale?”.
“Nonostante il mercato del lavoro stia andando verso nuove direzioni, e mi riferisco al Jobs Act e agli sgravi fiscali previsti per le nuove assunzioni – prosegue la direttrice della Confcommercio -, regolamenti come quello di Palazzo Zanca sull’occupazione del suolo pubblico vanno decisamente verso tutt’altra direzione, finendo con il neutralizzare gli sforzi fatti dal Governo centrale su questo fronte. Tutti ritengono, soprattutto per gli aspetti concernenti i livelli dei canoni e delle sanzioni, che questo regolamento sia assurdo e a tratti vessatorio. Ma al di là delle parole, la questione è rimasta esclusivamente sulle spalle dei commercianti, perché ad oggi di sostanziale si è mosso davvero ben poco. Gli esercenti – conclude – vogliono garanzie concrete e sollecitano ancora una volta gli organi competenti affinché, in tempi celeri, si trovi una soluzione efficace”.