Le associazioni "Soccorriamoli onlus", "Rangers d'Italia", "Una zampa sul cuore" e i volontari della LNDC, durante una conferenza stampa tenutasi stamane, chiedono che vengano presi provvedimenti in merito a gravi questioni che affliggono il canile Millemusi e la vita dei gatti collocati ancora presso la struttura di Don Blasco
Ancora una volta la questione del canile Millemusi è alla ribalta, come emerso dalla conferenza stampa tenutasi stamane presso il Comune di Messina, durante la quale sono state affrontate gravissime tematiche. Il presidente dell’associazione “Una zampa sul cuore” Alessandro Noschese, il presidente de “Rangers d’Italia” Alessandro Aimola, il presidente di “Soccorriamoli Onlus” Maurizio Torre, le dott.sse Francesca Panarello e Annalisa Bertolami, in qualità di volontarie della Lega Nazionale del Cane, si sono soffermati sulla necessità di fare chiarezza in merito al rinnovo dell’assicurazione dei volontari contro gli infortuni da contatto con animali, alcuni dei quali di razze pericolose.
Ciò che è emerso in conferenza, inoltre, è che dalle prime settimane di marzo, i volontari sono impossibilitati ad accedere presso l’area sanitaria del canile per via della presenza di lucchetti applicati nei mesi scorsi non dall’Asp, così come la legge vuole ma da chi gestisce il canile. E’ quindi impossibile per i volontari e per il pubblico poter avvicinarsi ai cani ed accedere, se non accompagnati, alla cosiddetta “area sanitaria”, un luogo che, stando alle dichiarazioni dei presenti in conferenza stampa, sarebbe ridotto in pessime condizioni. L’apposizione di questi lucchetti è avvenuta in seguito alle denunce scattate in passato da parte di alcuni volontari.
La vicenda però non si ferma e continua con il capitolo “assistenza sanitaria” rivelatosi carente, perchè non garantita tutti i giorni e non è noto il nome del medico reperibile in caso di assenze. Pertanto, sarebbe necessaria la presenza di almeno un’altra figura veterinaria. Le associazioni ribadiscono l’importanza dei trattamenti contro endo ed ectoparassiti come da prescrizione Asp e della pavimentazione dei box che dovrebbe essere al più presto ripristinata, così come richiesto d’altronde da prescrizione Asp Prot. 2747Ac dello scorso 1. aprile. Non sarebbe stata effettuata, infine, la profilassi contro le malattie infettive, in particolare nei confronti dei cuccioli presenti all’interno della struttura.
Oggi i volontari dunque chiedono che vengano rimossi i lucchetti dalle zone occluse del canile; che venga chiarita la questione dell’assicurazione; che venga autorizzato l’accesso dei volontari e dei rappresentanti di tutte le associazioni animaliste e del pubblico.
Dal canile Millemusi al gattile Don Blasco. In seguito alla tromba d’aria avvenuta nel mese di marzo, gran parte della struttura è stata letteralmente scoperchiata; in più è sprovvista di corrente elettrica e di acqua. Sino ad oggi, infatti, le spese relative alle cure dei gatti sono state interamente a carico dei volontari. Si tratta di animali con grosse problematiche: alcuni senza zampe, altri ciechi, altri con enormi malattie infettive. Le associazioni chiedono, ancora una volta, una sede alternativa: una scuola dismessa, un vecchio campetto dove realizzare un’oasi felina in cui i gatti possono vivere in un rifugio sicuro, curati a 360 gradi.
L’augurio è che si crei finalmente una sinergia tra le associazioni, l’Asp e il Comune e che venga messo al primo posto il benessere dei nostri amici a quattro zampe.
Silvia Mondì
In molti paesi tra i parametri per giudicare l’evoluzione della civiltà c’è anche il rapporto con gli animali. C’è che è rimasto al “palo” (come Messina) e chi ha già superato da anni la soglia ospedaliera impiegando i cani per la Pet Therapy addirittura in reparto “rianimazione” (Azienda Ospedaliera-Universitaria di Careggi – FIRENZE).
In molti paesi tra i parametri per giudicare l’evoluzione della civiltà c’è anche il rapporto con gli animali. C’è che è rimasto al “palo” (come Messina) e chi ha già superato da anni la soglia ospedaliera impiegando i cani per la Pet Therapy addirittura in reparto “rianimazione” (Azienda Ospedaliera-Universitaria di Careggi – FIRENZE).