Via libera della Conferenza Stato Regioni alla riforma del sistema portuale. Come anticipato da Tempostretto Messina accorpata a Gioia Tauro ma avrà 3 anni di autonomia amministrativa. Assente a Roma Crocetta, che pure aveva annunciato battaglia. "Sono lieto che abbia cambiato idea per l'ennesima volta e abbia condiviso la nostra tesi" commenta ironico D'Alia.
L’Authority di Messina è accorpata con Gioia Tauro ma avrà 3 anni di autonomia amministrativa, una fase transitoria necessaria per evitare passaggi traumatici nel nuovo sistema portuale voluto dal ministro Delrio.
E’ questo, come anticipato da Tempostretto, l’esito della Conferenza Stato Regioni di oggi che si è conclusa con il parere favorevole alla riforma del sistema portuale ed una proposta di “moratoria”, ovvero gestione della fase transitoria, avanzata da Assoporti e condivisa da gran parte delle Regioni e dalla deputazione messinese.
La proposta consentirà ad alcuni porti sedi di Autorità portuale di avere altri 3 anni di autonomia sotto il profilo amministrativo. Dovranno essere le rispettive Regioni di appartenenza a presentare formale richiesta di moratoria al Presidente del Consiglio Renzi. Ancora da definire le modalità d’individuazione delle figure che dovranno gestire le fasi transitorie per le Authority che godranno di massimo 36 mesi. La proposta, inizialmente avanzata a tutela di Savona,Salerno e Messina (ipotesi che ha visto spendersi la nostra deputazione nazionale da D’Alia, Garofalo a Mancuso, tutti di Area Popolare), può essere estesa ai Comuni sedi di Autorità portuali. Già i presidenti della Campania e della Liguria,De Luca e Toti stanno predisponendo l’istanza.
Lo schema della riforma quindi non si tocca, e Messina sarà accorpata a Gioia Tauro ma avrà 3 anni per gestire al meglio le fasi successive.
Questo il testo dell’emendamento nella parte che riguarda l’autonomia dei porti: “Si conferma, in fase transitoria e per un periodo non superiore a 36 mesi dall’entrata in vigore del decreto, l’autonomia amministrativa di Autorità Portuali già costituite ai sensi della legge 184”.
Assente, paradossalmente,visti gli annunci di fuoco e fiamme, il governatore Crocetta. L’8 febbraio a Messina(leggi qui) in Consiglio comunale, alla presenza di parte della deputazione, aveva annunciato ricorsi per incostituzionalità, battaglie in tutte le sedi "Mi batterò a Roma per l'Authority di Messina o un Consorzio". Invece alla Conferenza Stato Regioni ha partecipato la vicepresidente della Regione Sicilia Mariella Lo Bello che si è accodata alla posizione assunta dai presenti.
Ma già il silenzio dei giorni successivi all’8 febbraio, a differenza dei colleghi De Luca e Toti, aveva fatto intuire che non sarebbe stata questa la “madre di tutte le battaglie” per un governatore che deve a Roma l’ossigeno per le casse asfittiche.
“ Ciò che davvero conta- ha dichiarato il ministro Delrio- è che i provvedimenti sono passati con l’intesa di tutte le Regioni. Siamo convinti che la riforma offra una maggiore competitività ai porti italiani, lasciando ampi spazi di autonomia e di iniziativa: il sistema della portualità italiana deve ritornare a correre se non vuole perdere traffici di notevole importanza, come già accaduto negli scorsi anni. Copenhagen e Malmoe hanno creato un’unica autorità portuale pur essendo in due Paesi diversi. La competitività è a livello globale”.
Quanto poi ai 3 anni che potranno essere chiesti da alcuni porti il ministro sottolinea che si tratta di una facoltà per quanti lo ritengano opportuno: “Rispettiamo l’autonomia delle istituzioni locali ma nessuno pensi di allungare i tempi, confidiamo che il sistema vada nella stessa direzione. Autonomia e cooperazione. Stare insieme aumenterà le potenzialità del sistema,stare soli le diminuisce”.
Soddisfatto il leader dell’Udc Gianpiero D’Alia che ha seguito sin dall’inizio tutto il percorso e che lancia qualche frecciata al governatore Crocetta: “Giudico positivo il lavoro fatto dal ministro Delrio e dalla deputazione messinese. Se avessimo perso meno tempo in chiacchiere su interessi imprenditoriali per guardare ad interessi complessivi saremmo arrivati prima a questo risultato. Sarà un’unica grande Autorità portuale che riconosce la specificità di Messina ed il regime transitorio previsto consentirà l’integrazione tra le due strutture che farà diventare il sistema la più grande Authority del Mediterraneo. Sono contento che Crocetta per l’ennesima volta abbia cambiato idea ed abbia condiviso questa soluzione”.
Adesso la riforma necessita degli ultimi passaggi in Commissione ma i tempi non dovrebbero essere lunghi.
Messina mantiene per altri 3 anni il suo tesoro più prezioso,quel forziere che è l’unico tra le varie istituzioni dello Stretto a non essere in rosso, ma i prossimi mesi dovranno essere utilizzati senza campanilismi e nell’ottica di una strategia che guardi ad un’ottica globale e nell’interesse di tutti. Delrio è stato chiaro, la moratoria non equivale a perdere tempo. Soprattutto non deve essere vista né come il via libera ad una lotta per le poltrone e le governance né per adagiarsi su posizioni acquisite pensando che “tutto cambia per restare com’è”.
Rosaria Brancato
Credo che questa sia un’altra importante opportunità per Messina. L’accorpamento al porto di Gioia Tauro alle prese con una crisi pesantissima da quando la Maersk leader mondiale della movimentazione container , malgrado socio stesso del consorzio, ha deciso di approdare altrove per mere ragioni di convenienza-fiscale-nolo- vede questa questa realtà annaspare tra mille difficoltà mentre il porto di Messina ha un importante attivo sia che di movimentazione che economico verrà , anche se in 3 anni di gestione autonoma, accorpata ad … una zavorra.
Mi chiedo se il governatore Crocetta invece che perorare la causa messinese doveva difendere l’autonomia dell’autorità portuale di Catania , sarebbe stato assente come ha fatto a Roma
Credo che questa sia un’altra importante opportunità per Messina. L’accorpamento al porto di Gioia Tauro alle prese con una crisi pesantissima da quando la Maersk leader mondiale della movimentazione container , malgrado socio stesso del consorzio, ha deciso di approdare altrove per mere ragioni di convenienza-fiscale-nolo- vede questa questa realtà annaspare tra mille difficoltà mentre il porto di Messina ha un importante attivo sia che di movimentazione che economico verrà , anche se in 3 anni di gestione autonoma, accorpata ad … una zavorra.
Mi chiedo se il governatore Crocetta invece che perorare la causa messinese doveva difendere l’autonomia dell’autorità portuale di Catania , sarebbe stato assente come ha fatto a Roma