L’elezione è avvenuta al termine dell’VIII Congresso provinciale che si è tenuto questa mattina presso l’Hotel Liberty
Antonio Mangraviti, 47 anni, dipendenti di Unicredit, è stato confermato alla guida della Fiba Cisl di Messina, la Federazione Bancari e Assicurativi. L’elezione è avvenuta al termine dell’VIII Congresso provinciale che si è tenuto questa mattina presso l’Hotel Liberty alla presenza della segretaria nazionale Fiorella Morelli, della segretaria regionale Anna Cutrera del segretario generale della Cisl di Messina Tonino Genovese. A completare la segreteria provinciale, Maria Tripodo (Mps) e Antonio Spignolo (Bnl).
Il Congresso della Fiba ha affrontato il delicato tema del rapporto tra banche e territorio alla luce soprattutto della crisi che ormai da quattro investe il sistema economico nazionale e mondiale e ha inevitabili ripercussioni anche a livello locale e sulla tutela del diritto dei lavoratori.
“La crisi ha investito anche le aziende di credito, la redditività è diminuita drasticamente e le banche hanno reagito con pesanti piani industriali aventi come obiettivo primario dichiarato un forte contenimento del costo del lavoro – ha esordito nella sua relazione il segretario provinciale della Fiba Antonio Mangraviti – Gli esuberi hanno contribuito a creare un clima di minaccia nei confronti dei diritti dei lavoratori. La sfida delle banche – ha continuato Mangraviti – sarà quella di creare rilancio occupazionale. Alla responsabilità dei lavoratori, però, dovrà corrispondere quella dell’alto management, destinatario di remunerazioni che feriscono il senso comune e non deve valere soltanto nella flessibilità dei dipendenti”.
Mangraviti ha affrontato anche il tema del rapporto banche-territorio, molto sentito negli ultimi tempi in cui la crisi sembra aver chiuso i cordoni delle borse degli istituti bancari. “In un mondo globalizzato – ha spiegato – la lontananza delle aziende di credito è siderale, soprattutto nel Mezzogiorno: lontananza dalle sedi legali e amministrative, distanza dalle sedi negoziali, distanza dalle casseforti del sistema bancario, rappresentato dalle fondazioni che investono, per vincoli statutari e politici, nel territorio nel quale hanno sede, soprattutto il Nord d’Italia. La stretta creditizia da noi è ancora più grave, in un sistema economico sostenuto dalla spesa pubblica, il disastro dei bilanci degli enti locali, delle partecipate e del sistema sanitario regionale mette una pietra tombale alla capacità di smobilizzo e anticipazione di crediti con grave pregiudizio per le imprese . In sostanza – ha detto ancora Mangraviti – su tutta l’economia e sulle banche pesano le prospettive della mancata ripresa del Paese e soprattutto del Meridione. Il rischio è che le banche non concederanno più credito e si focalizzeranno ossessivamente sulla commissioni provenienti dalla gestione del risparmio locale, investendo altrove”. Per la Fiba è necessario un nuovo modello di banca, legata allo sviluppo locale del territorio nel quale anche la più piccola agenzia opera.
“Diventa fondamentale – spiega ancora Mangraviti – mettere in connessione il risparmiatore con l’imprenditore: il risparmio locale deve, cioè, tramutarsi in investimento locale. Un circolo virtuoso che oggi è interrotto e da cui dipendono le sorti della comunità di riferimento”. Il confermato segretario della Fiba messinese ha poi lanciato la proposta sulla quale lavorerà nei prossimi quattro anni il gruppo dirigente.
“Uno strumento innovativo finalizzato allo sviluppo della comunità – ha detto – potrebbe essere l’emissione, da parte delle banche che operano sul territorio, di obbligazioni destinate a finanziare progetti imprenditoriali locali. Si potrebbero chiamare Obbligazioni di Sviluppo Territoriale e sarebbero bond bancari” con vincolo di scopo e il risparmiatore-sottoscrittore sarebbe protagonista dello sviluppo del proprio territorio. Banche, Organizzazioni sindacali e associazioni imprenditoriali e sociali avrebbero insieme il compito di individuare le iniziative meritevoli di essere sostenute, sin dalla fase di “start up”. Le banche diverrebbero “tutor” e “partner”, così da creare un “modello nuovo di banca” strettamente connessa con il territorio che potrebbe replicarsi anche sui progetti di natura infrastrutturale di cui Messina ha estremo bisogno”.
Di crisi del settore bancario ha parlato la segretaria nazionale Fiorella Morelli che ha evidenziato come si stia “vivendo una crisi profonda e noi, come rappresentanti dei lavoratori, stiamo cercando di essere estremamente responsabili di fronte alla crisi sta devastando il sistema. Speriamo che si risvegli voglia di fare credito e dare sviluppo al Paese per uscire dalla crisi. Le banche – ha detto – devono avere un ruolo propulsivo, il mondo della finanza deve fare finanza buona”.
Domani a Messina l’appuntamento dell’Abi, Road Show. “L’Abi a Messina, come in altre piazze, – ha detto ancora la segretaria Morelli – dovrebbe sviluppare la consapevolezza nelle banche di fare una finanza non predatoria ma che dia un impulso alle aziende per riprendersi dalla crisi. Le banche devono ricominciare a stare sul territorio, conoscere il territorio, effettuare una politica di investimento che tenga presente le risorse del territorio e possa dare credito a tutto quello che può portare redditività e produttività in questo Paese. Gli istituti bancari devono organizzarsi in tal senso nelle molteplici ristrutturazioni che ricadono solo sul numero degli occupati – ha concluso – Negli ultimi dieci anni abbiamo diminuito il numero dei dipendenti di 30mila addetti e oggi ci ritroviamo sui tavoli piani industriali che ci chiedono ancora sacrifici per circa 20mila addetti. Numeri importanti e determinanti per futuro delle aziende e dei lavoratori”.
“I bancari – ha detto il segretario generale della Cisl Messina, Tonino Genovese – non sono i banchieri. Bisogna partire da questo assunto per mettere in chiaro come i dipendenti sono stati schiacciati sugli interessi di imprese che si sono trasformate in speculatori, abbandonando la loro ragion d'essere di aziende di credito. Oggi la raccolta di soldi operata nei nostri territori serve per finanziare la speculazione finanziaria e i sistemi produttivi del centro-nord. Come sindacato assistiamo a continui processi di ristrutturazione con esuberi di personale e con piani di salvataggio al sistema bancario che hanno inciso fortemente sui redditi dei lavoratori e dei pensionati chiamati a contribuire con aumenti delle tasse e con la compromissione del sostegno ai disagi sociali e del sistema pensionistico”. Genovese ha affrontato anche il ruolo del sistema bancario a Messina. “Il sistema del credito è fondamentale per le sorti di un territorio e ancora una volta registriamo tutte le debolezze dell'essere meridionali, siciliani, messinesi – ha affermato nel suo intervento -. Non è un caso che il già fragile tessuto produttivo della nostra provincia preferisce la speculazione e la rendita piuttosto che la produzione. Crediamo che, nonostante i centri decisori del sistema creditizio siano allocati al nord, dobbiamo affrontare una battaglia, come comunità e non solo come sindacato, affinché le banche recuperino responsabilità sociale ed etica e si ponga al servizio del territorio. Ne trarrebbero vantaggio sicuramente anche loro perché dinamicità, produzione, circolazione monetaria, redditività per lavoratori e famiglie porta benessere e maggiori risorse da reinvestire attraverso il sistema bancario e mantenere e sviluppare forza lavoro”.
IMMAGINI E INTERVISTE DEL CONGRESSO SONO DISPONIBILI SU YOUTUBE AL LINK:
www.youtube.com/watch?v=wllZOc7aYeQ