La sezione Misure di Prevenzione del Tribunale ha confiscato beni per 450 milioni di euro alle famiglie Bonaffini e Chiofalo.I beni erano stati sequestrati dalla DDA nell'ottobre del 2011. Secondo il pentito Centorrino Sarino Bonaffini sarebbe vicino al boss di Mangialupi Alfredo Trovato per conto del quale ripuliva il denaro provento dello spaccio di droga con attività edilize.
Due anni dopo il sequestro arriva la pesantissima mazzata della confisca dei beni. Un vero e proprio impero quello che la magistratura ha sottratto alle famiglie Bonaffini e Chiofalo che si attesta sulla astronomica cifra di 450 milioni di euro. Una escalation imperiosa quella dei due imprenditori, Bonaffini nel settore edile e Chiofalo in quello ittico, realizzata nell’arco di 15 anni. Un’ascesa finita nel mirino della magistratura perché sarebbe stata agevolata da evasione fiscale, traffico di sostanze stupefacenti e soprattutto dal riciclaggio dei proventi delle attività illecita del clan Mangialupi. La sezione Misura di Prevenzione del Tribunale ha disposto la confisca del patrimonio dell’imprenditore edile Saro Bonaffini, del fratello Angelo dell’imprenditore ittico Gaetano Chiofalo e del fratello Domenico. Ad inchiodarli, oltre ad anni di indagini ed intercettazioni telefoniche ed ambientali, i verbali del collaboratore di giustizia Salvatore Centorrino. E’ stato il pentito a raccontare ai magistrati della DDA dei legami fra Bonaffini ed il boss di Mangialupi Alfredo Trovato “al quale prestava denaro da investire nelle attività illecite e nel cui interesse si adoperava per il riciclaggio dei guadagni provenienti dal traffico di droga e dall’usura, investendolo, al fine di ripulirlo, in operazioni edilizie. Per quanto riguarda Domenico Chiofalo, invece, i giudici sostengono che sussistono elementi concordanti a ritenere la sua adesione al progetto criminoso elaborato dai fratelli Bonaffini.
Il provvedimento dei giudici della sezione Misure di Prevenzione del Tribunale prevede la confisca di 430 unità immobiliari, tra Messina, Spadafora, Giardini Naxos, S. Pier Niceto e Nizza di Sicilia, 9 società e relativi patrimoni aziendali, costituiti da ristoranti, un complesso edilizio in corso di costruzione, mercati e allevamenti ittico; una flotta costituita da 5 motopescherecci; 3 yachts di lusso; 26 mezzi pesanti; 13 autovetture e centinaia di rapporti bancari, accesi in 11 Istituti di Credito.
Oltre alla confisca del patrimonio di 450 milioni di euro i giudici hanno applicato la misura della sorveglianza speciale di PS a Saro Bonaffini per tre anni con obbligo di dimora nel comune di residenza.
Ah ma perche’ ancora non e’ in carcere ?
Nessun commento: paura o indifferenza?
Ci voleva uno scienziato per capire che tutti quei soldi non si fanno con il pesce
A squaghiata da nivi si vidunu i buca