Crisi nazionale e locale, la ricetta della Cgil: collaborazione e coordinamento tra tutte le parti

Crisi nazionale e locale, la ricetta della Cgil: collaborazione e coordinamento tra tutte le parti

Crisi nazionale e locale, la ricetta della Cgil: collaborazione e coordinamento tra tutte le parti

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mercoledì 30 Novembre 2011 - 00:05

Questa la strategia individuata dal sindacato e dagli interlocutori che hanno partecipato all'evento organizzato ieri: serve cambiare passo

“Una giornata proficua dalla quale può nascere un cambiamento oggi indispensabile”. Così il segretario generale della Cgil di Messina, Lillo Oceano, ha commentato a caldo l’iniziativa organizzata dalla Cgil provinciale che si è svolta questa mattina al Royal Palace Hotel sotto il titolo “Oltre la crisi/2012. Nuovi scenari: ricostruiamo il Paese”. L’apertura dei lavori è coincisa con la proiezione delle immagini scattate da Dino Sturiale a Scarcelli all’indomani della frana e un minuto di silenzio, lungo e pesante, dedicato alle vittime dell’ennesima tragedia del territorio.

E il tema della messa in sicurezza, delle prevenzione indispensabile e doverosa, del mancato invio di quei fondi promessi e mai arrivati, ha attraversato tutti gli interventi della mattinata- l’introduzione di Oceano, poi a seguire Gaetano Giunta, direttore generale della Fondazione di Comunità di Messina; Laura Biason direttore di Confindustria Messina; Giovanni Moschella preside della Facoltà di economia di Messina e le conclusioni del segretario regionale della Cgil Antonio Riolo-, tragico denominatore comune tra indignazione, rabbia e impotenza.

Il mancato stanziamento di risorse da parte del Governo nazionale che ha impoverito il Mezzogiorno e Messina, la totale indifferenza della classe politica locale chiusa nella sua totale autoreferenzialità garantita da un sistema elettorale che di fatto ha slegato gli eletti dagli elettori, la mancanza di qualunque sinergia e coordinamento tra i diversi attori, gli imprenditori, le istituzioni, l’università intesa come centro propulsore. Questa l’analisi, sostanzialmente condivisa da tutti i relatori ciascuno secondo le proprie competenze e specificità, della situazione di grave impasse e crisi in cui si trova oggi Messina.

Un gruppo di giovani laureati ha poi incalzato con una serie di domande sul futuro, sulle prospettive (andar via o restare), sulle strategie per cambiare le cose. Domande perfettamente inserite nel contesto dell’iniziativa che, sulla scia del nuovo corso avviato col governo Monti – un corso all’insegna non solo del risanamento e dei sacrifici ma anche del riavvio dell’economia e di una nuova stagione all’insegna della compostezza e dell’impegno per trovare soluzioni vere e non virtuali-, si dava l’obiettivo di individuare quali siano le misure indispensabili per il rilancio del nostro territorio. Collaborazione e cooperazione tra tutte le parti, investimento in quei settori di grande potenzialità per la nostra provincia, il turismo innanzitutto, in maniera professionale, studiandoci, cercando partnership e finanziamenti europei. Senza lasciar nulla a quell’improvvisazione e a quell’autoreferenzialità che così tanto hanno nuociuto a Messina, alla Sicilia, al Mezzogiorno.

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