Con la rielezione all'unanimità del segretario generale Ivan Tripodi si è chiusa ieri pomeriggio la intensa stagione congressuale della Uil di Messina che dal Vittorio Emanuele ha lanciato idee e proposte e ha dialogato con Istituzioni, parti sociali ed economiche.
La Uil Messina riparte dalla Sala Sinopoli del Teatro Vittorio Emanuele dove ieri si è celebrato, alla presenza del Segretario generale UIL Carmelo Barbagallo, del Segretario generale UIL Sicilia Claudio Barone e del Segretario organizzativo UIL Sicilia Luisella Lionti, il Congresso della UIL Messina che chiude la lunga fase congressuale che in questi mesi ha visto impegnato il sindacato insieme a centinaia di lavoratrici e lavoratori.
Massiccia è stata la risposta delle Istituzioni e delle Parti Sociali.
Intenso il dibattito che si è sviluppato durante i lavori e che hanno visto i contributi del sindaco Renato Accorinti, dei segretari di Cgil e Cisl, Giovanni Mastroeni e Nino Alibrandi, del deputato regionale Franco De Domenico, dell’amministratore delegato del Gruppo Caronte&Tourist Vincenzo Franza, del Direttore dell’Ufficio Diocesano per i problemi sociali e il lavoro Don Sergio Siracusano, del presidente di Sicindustria Messina Sebastiano D’Andrea, del segretario generale dell’Autorità Portuale Ettore Gentile, del presidente di Confcommercio Carmelo Picciotto, del presidente dell’Arcigay Rosario Duca.
Nel pomeriggio è toccato ai Segretari delle 15 Categorie UIL.
Al termine del dibattito politico, la rielezione all’unanimità del Segretario generale Ivan Tripodi che guiderà la UIL Messina nei prossimi anni.
«Abbiamo iniziato questo percorso tredici mesi fa, quando, a seguito di una titanica azione di risanamento portata avanti dall’allora Commissario Straordinario Luisella Lionti, la UIL del Segretario generale Carmelo Barbagallo e del Segretario regionale Claudio Barone decise con grande coraggio politico di investire su un nuovo gruppo dirigente che rompesse schemi, equilibri e liturgie del passato.
La UIL Messina è tornata in campo e desidera interpretare un ruolo da protagonista in un momento nel quale è fondamentale la presenza di un Sindacato autorevole e credibile.
Giungiamo a questo XVII Congresso dopo avere celebrato 15 Congressi Territoriali di Categoria che, a loro volta, sono stati la conclusione di un lunghissimo percorso che ci ha portati a svolgere centinaia di assemblee di base nei luoghi di lavoro e tra i pensionati; momenti di discussione che hanno visto il reale protagonismo di donne e uomini in carne ed ossa che quotidianamente, con serietà e spirito di appartenenza, lottano per difendere i propri diritti e la propria dignità e tengono alto il nome e le bandiere della UIL.
Siamo di fronte ad una moderna questione meridionale che dev’essere caratterizzata da una lotta senza quartiere contro le mafie, la corruzione e i poteri criminali che contribuiscono a far sprofondare i nostri territori. La risposta, a nostro avviso, ha un solo nome e cognome e si chiama: lavoro, lavoro e ancora lavoro.
Una crisi che nella Città Metropolitana, ancora tutta da costruire, di Messina ha risvolti angoscianti che investono la società e tagliano orizzontalmente tutti i settori ed i comparti.
Siamo all’anno zero: abbiamo assistito a guerre tra gruppi di potere che hanno dimostrato di non avere alcun reale interesse per Messina e per i suoi cittadini e al tempo stesso di non possedere alcuna strategia o la benché minima idea progettuale per lo sviluppo futuro.
Ricordiamo soltanto alcuni casi concreti legati alla strettissima attualità che, però, non vogliono rappresentare lo sterile e lamentoso elenco delle occasioni mancate, ma, al contrario, vogliono inchiodare alle proprie responsabilità i diretti protagonisti di recentissimi fallimenti epocali che peseranno come macigni sul futuro e sulle prospettive economico-sociali di Messina e della sua provincia:
La vicenda della ZES, – al di là della inutile demagogia e di ulteriori affascinanti quanto impraticabili alchimie, – lascia poco spazio alle interpretazioni: Messina è stata ingiustamente esclusa e, al momento, non si vede alcuna prospettiva di modifica delle decisioni assunte;
Il Ponte sullo Stretto rappresenta, ormai da decenni, una sorta di feticcio da blandire ed utilizzare con foga e tifo da stadio in tutte le campagne elettorali, nessuna esclusa, da quelle circoscrizionali a quelle per le elezioni europee. Però, con la stessa veemenza, l’idea del Ponte viene sistematicamente riposta nel dimenticatoio già nell’istante in cui si chiudono le urne, senza addirittura attendere l’esito elettorale. Siamo al dileggio e all’offesa dell’intelligenza delle nostre popolazioni, con l’aggravante della reiterazione comportamentale;
L’Autorità Portuale di Messina è oggi un invidiato fiore all’occhiello del territorio, divenuto tale grazie alla sana e virtuosa gestione del Commissario Straordinario De Simone. Purtroppo, a seguito di un percorso tortuoso tipicamente italiano, sono state effettuate scelte frutto della debolezza della politica messinese che, a meno di novità sostanziali, porteranno l’Autorità Portuale all’accorpamento con quella di Gioia Tauro. Si tratta di un nuovo sonoro ceffone che la città ha dovuto subire e che è da ascrivere all’incapacità della classe politica e dirigente. Ma noi non ci arrendiamo a questa decisione cervellotica che, secondo qualcuno, dovrebbe essere digerita come se fosse il frutto di una tragica fatalità. No, non è stato il destino cinico e baro.
E per questi motivi da questo XVII Congresso la UIL Messina, interpretando il comune sentire dell’opinione pubblica, propone ufficialmente l’istituzione di un’Autorità dello Stretto, vale a dire la 16ma Autorità di Sistema Portuale in analogia a quanto già accaduto per Civitavecchia che, pur non essendo come Messina porto core, ha avuto il riconoscimento. Avanziamo l’idea che, partendo dalle previsioni del vigente decreto legislativo, si proroghi di 36 mesi l’autonomia dell’Autorità Portuale di Messina, come peraltro ipotizzato dal Consiglio di Stato per gli accorpamenti tra porti con situazioni complesse come il nostro. Al termine della proroga che corrisponderebbe con l’inizio del 2020 si potrà verisimilmente ottenere, nell’ambito delle verifiche previste dalla legge sulle Autorità di sistema, il riconoscimento di sistema di porto core per Messina e Milazzo e puntare al riconoscimento di una nuova autorità che noi auspichiamo si potrà denominare “Autorità di Sistema dello Stretto di Messina”. Non ci vengano a dire che si tratta di un’opzione impraticabile poiché ci sembra una soluzione logica e ragionevole; rappresenta al contempo una sfida che lanciamo in piena campagna elettorale per l’elezione del nuovo Sindaco di Messina sulla quale chiediamo una risposta precisa, non solo a parole, da parte tutti i candidati per capire chi davvero ha a cuore le sorti Messina.
Su questa idea non ci fermeremo e metteremo in campo tutta la nostra forza ed autorevolezza politico-sindacale.
Si tratta di tematiche che impattano direttamente con la vita quotidiana di tutti i cittadini che la UIL ha scelto di rappresentare senza distinguo. Una crisi di lavoro e una crisi di diritti che alle nostre latitudini si coniuga con un disprezzo del Bene Comune ed assume proporzioni macroscopiche.
Siamo persuasi che davanti a questa vera e propria devastazione sociale sia necessario ed ineludibile elaborare un Progetto finalizzato, sic et simpliciter, alla salvezza e alla rinascita di Messina e della sua provincia. A Cgil e Cisl proponiamo un patto d’unità e d’azione per costruire, in breve tempo, una proposta, frutto di una campagna d’ascolto con tutti gli attori sociali, per lo sviluppo del territorio della Città Metropolitana: non un libro dei sogni, ma un’idea forte, che rappresenta oggettivamente una sorta di ultima spiaggia, costituita da pochi punti, concreti e realizzabili, che successivamente possa essere la base per un confronto con Sicindustria Messina per un’ulteriore condivisione, in maniera da realizzare un patto d’azione alla stregua dell’accordo sul nuovo modello contrattuale e sulle relazioni sindacali firmato qualche settimana fa a Roma da UIL, Cgil e Cisl con Confindustria. Si tratta di una sfida che ha bisogno di risposte e di chiarezza e che, evidentemente, rappresenta un punto di non ritorno.
E’ del tutto ovvio che una volta condiviso, questo progetto potrà essere patrimonio comune del Sindacato messinese soltanto se vi sarà la piena consapevolezza di ragionare con spirito unitario e mettendo al bando inutili provocazioni che, purtroppo, ci sono anche state nei mesi scorsi.
In questi mesi abbiamo intrecciato un rapporto di proficua collaborazione con Sicindustria Messina saggiamente guidata dall’ing. Sebastiano D’Andrea, il quale, bisogna darne pubblicamente atto, in molte circostanze ha promosso azioni finalizzate alla risoluzione di problematiche e di crisi occupazionali. E’ lapalissiano affermare che i nostri interlocutori potranno essere solo ed esclusivamente quegli imprenditori a tutto tondo che rischiano di proprio e che nel modo fare impresa hanno rispetto per i lavoratori, per i loro diritti e considerano il costante confronto con le organizzazioni sindacali un mezzo per il miglioramento complessivo delle aziende medesime.
Non avranno, invece, alcun diritto di cittadinanza quei “prenditori”, purtroppo non pochi, i quali si caratterizzano per azioni piratesche dirette a provocare gravi lesioni ai diritti dei lavoratori e a non riconoscere, ancora oggi in pieno terzo millennio, la presenza del Sindacato nelle loro realtà.