Per ben due volte è mancato il numero legale e l'aula si è arenata su un provvedimento che doveva solo essere la presa d'atto delle dimissioni di Paolo David e la sostituzione di Gaetano Gennaro. Quel che è accaduto però rischia di essere solo l'antipasto del caso Sindoni che si complica sempre più.
Doveva essere il giorno della MessinaServizi Bene Comune. O quantomeno doveva essere il giorno in cui finalmente la delibera di costituzione della nuova società rifiuti avrebbe fatto la sua prima apparizione in aula. Dopo settimane di tensioni, di proteste anche molto dure dei lavoratori di Messinambiente, dopo le occupazioni dell’aula consiliare, le lunghe commissioni con l’assessore Daniele Ialacqua, i dibattiti e gli scontri, i timori e quell’incognita del fallimento di Messinambiente, l’inzio della discussione sulla MessinaServizi doveva essere almeno il punto di inizio di un percorso che è di per se già difficile e complicato.
La seduta in effetti c’è stata, ma a frenare tutto ci hanno pensato due delibere che adesso rischiano di intrappolare il consiglio e di conseguenza i lavori d’aula. In realtà a creare non poche preoccupazioni, e soprattutto tensioni, è la delibera di decadenza della consigliera Donatella Sindoni che i consiglieri si sono all’improvviso ritrovati tra le mani perché il segretario Le Donne ha modificato il provvedimento che doveva essere solo una presa d’atto della sentenza sull’ineleggibilità. Lei non ha intenzione di lasciare il suo posto e infatti oggi si è presentata in aula già un’ora prima dell’orario fissato ed è rimasta sullo scranno senza muoversi di un passo. Il segretario generale Antonio Le Donne ieri aveva scritto alla presidente del consiglio affinchè si trattasse urgentemente il provvedimento sulla Sindoni, alla luce dell’ultima sentenza che l’ha dichiarata ineleggibile. Lei ha immediatamente presentato ricorso, anche se ancora non è stato notificato a Palazzo Zanca. I consiglieri comunali si ritrovano praticamente allo stesso punto di agosto, quando votarono contro la decadenza. Un caso che sta creando non pochi malumori. Un caso ingarbugliato che davvero rischia di bloccare tutto.
Il paradosso è che neanche si è arrivati a discutere di questa delibera. Perché l’aula si è arenata su un altro provvedimento: la presa d’atto delle dimissioni del consigliere Paolo David e la sostituzione del consigliere Gaetano Gennaro, in quanto secondo dei non eletti poiché il primo è Giovanni Cocivera, al momento ancora sotto misure cautelari che non gli consentono di espletare un eventuale mandato da consigliere. Doveva essere solo una presa d’atto, considerato che questo provvedimento non modifica in alcun modo la composizione dell’aula e che tra l’altro David è dimissionario da dicembre e Gennaro ha fatto il suo ingresso in aula ancor prima che l’ex capogruppo Pd poi transitato a Grande Sud rinunciasse al suo scranno. La discussione si è invece trasformata in uno scontro tra il capogruppo di Forza Italia Pippo Trischitta e il segretario generale Antonio Le Donne. Trischitta ha chiesto il perché questo provvedimento sia arrivato oltre un mese dopo dalle dimissioni di David e ha posto un dubbio di legittimità su tutta la procedura. In pratica la tesi di Trischitta è questa: “Visto che David si è dimesso Gennaro non può sostituire un consigliere che non è più in carica. Si doveva convocare Cocivera, che si era reso disponibile e non aveva rinunciato al suo posto ed eventualmente sostituirlo in seconda battuta”.
Le Donne ha replicato mostrando gli atti della Prefettura e del Tribunale che confermano che Cocivera è ancora nelle stesse condizioni di pochi mesi fa, cioè sottoposto alle stesse misure cautelari. A Trischitta questa spiegazione non è bastata e ha continuato a contestare il provvedimento, la discussione è andata avanti, ma senza approdare a nulla.
Al momento del voto, dopo che già la seduta era iniziata con un’ora di ritardo perché in prima battuta non c’era il numero legale, tanti consiglieri hanno preferito lasciare l’aula. Sono rimasti in 16, il numero è caduto di nuovo e dunque tutto rinviato a domani. Hanno abbandonato i loro posti Giovanna Crifò, Carmelina David, Andrea Consolo, Libero Gioveni, Mariella Perrone, Carlo Cantali, Elvira Amata. Un antipasto di quello che rischia di essere la discussione sul caso Sindoni, sicuramente molto più complicato e ingarbugliato di una semplice presa d’atto delle dimissioni di un consigliere e della sua sostituzione.
Ciò che ha stupito un po’ è stato l’assoluto silenzio della cinquantina di lavoratori di Messinambiente che ha seguito la seduta dalla tribuna. Un silenzio che ha fatto più rumore delle urla dei giorni scorsi, quando invece attaccavano il consiglio affinchè non perdesse altro tempo inutile sul fronte rifiuti. Forse qualcuno ha spiegato loro che sarà più facile discutere la MessinaServizi con un numero legale a 16 perché a quanto pare i dubbi sulla nuova società sono davvero ancora troppi. O forse hanno semplicemente deciso di evitare pressioni che possono avvelenare un percorso che invece dev’essere il più tranquillo possibile. In ogni caso adesso è tutto rinviato di 24 ore. Ma di MessinaServizi probabilmente chissà quando se ne riparlerà.
Francesca Stornante
Siete lapice dellassurdo in questa città…nn avete competenza manco a giocare a briscola..amen
Siete lapice dellassurdo in questa città…nn avete competenza manco a giocare a briscola..amen
La vera notizia è che Gioveni era in aula, non che l’ha abbandonata.
La vera notizia è che Gioveni era in aula, non che l’ha abbandonata.
La commedia dell assurdo, si vuole cambiare il nome, pero’ lasciando tutto come prima, se i cittadini da questo cambiamento non ne traggono vantaggio, che cosa si deve deliberare?
La commedia dell assurdo, si vuole cambiare il nome, pero’ lasciando tutto come prima, se i cittadini da questo cambiamento non ne traggono vantaggio, che cosa si deve deliberare?
Ho forse si saranno resi conto che a questi sig.Consiglieri della monezza e dei lavoratori non importa un H.Se invece la seduta riguardasse il loro c..o scommetterei che farebbero nottata il 31 Dicembre.Solidarieta’ai lavoratori anche questa mancanza di rispetto è colpa nostra anzi di tutti.
Ho forse si saranno resi conto che a questi sig.Consiglieri della monezza e dei lavoratori non importa un H.Se invece la seduta riguardasse il loro c..o scommetterei che farebbero nottata il 31 Dicembre.Solidarieta’ai lavoratori anche questa mancanza di rispetto è colpa nostra anzi di tutti.
Ecco un’altro luminoso esempio del profondo senso civico che contraddistingue i nostri consiglieri comunali. Più della metà non reputa necessario essere presente alle sedute. Fra i rimanenti, spicca Trischitta, autentico statista nostrano, fra i più infiammati sostenitori della sfiducia, che si batte affinché, nel nome del rispetto di una (misteriosa) “forma”, non si neghi la possibilità a persone incriminate di prendere il posto di altre persone incriminate, sia pure solo per il tempo necessario a dichiararne l’immediata decadenza. Con buona pace dei cosiddetti “problemi della città”.
Ecco un’altro luminoso esempio del profondo senso civico che contraddistingue i nostri consiglieri comunali. Più della metà non reputa necessario essere presente alle sedute. Fra i rimanenti, spicca Trischitta, autentico statista nostrano, fra i più infiammati sostenitori della sfiducia, che si batte affinché, nel nome del rispetto di una (misteriosa) “forma”, non si neghi la possibilità a persone incriminate di prendere il posto di altre persone incriminate, sia pure solo per il tempo necessario a dichiararne l’immediata decadenza. Con buona pace dei cosiddetti “problemi della città”.
Trischitta si batte per la convocazione in consiglio di un individuo sotto custodia cautelare per reati impronunciabili (almeno dal mio punto di vista), pur di non vedere sugli scranni l’odiato Gennaro. Questo si meritano i messinesi? Politici tanto urlanti quanto inconcludenti, lautamente remunerati per dimostrare, quotidianamente, la loro inutilità. A proposito, ancora aspetto uno dei fan di Trischitta che mi indichi cosa ha fatto costui per la città in decenni di politica stipendiata con soldini pubblici. Ovviamente nessuno si farà avanti!
Trischitta si batte per la convocazione in consiglio di un individuo sotto custodia cautelare per reati impronunciabili (almeno dal mio punto di vista), pur di non vedere sugli scranni l’odiato Gennaro. Questo si meritano i messinesi? Politici tanto urlanti quanto inconcludenti, lautamente remunerati per dimostrare, quotidianamente, la loro inutilità. A proposito, ancora aspetto uno dei fan di Trischitta che mi indichi cosa ha fatto costui per la città in decenni di politica stipendiata con soldini pubblici. Ovviamente nessuno si farà avanti!
Non avevo dubbi, il fan di Trischitta si nasconde dietro un patetico ed inconcludente (come il suo idolo) “non mi piace”. In effetti, non sarebbe facile farsi avanti e trovare argomentazioni. Compatisco!
Non avevo dubbi, il fan di Trischitta si nasconde dietro un patetico ed inconcludente (come il suo idolo) “non mi piace”. In effetti, non sarebbe facile farsi avanti e trovare argomentazioni. Compatisco!