Tutti d’accordo sulle responsabilità della politica regionale e dell’assessore Croce – già “Commissario Straordinario Delegato per l’attuazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico” – in particolare; ma poi subentrano le scaramucce locali…
Si è svolto ieri sera a Milazzo un Consiglio Comunale aperto sull’alluvione che il 10 ottobre ha colpito il quartiere di Bastione. Una seduta a cui hanno partecipato anche Stefano Maio, rappresentante del comitato cittadini di Bastione, e il deputato regionale Santi Formica; assenti gli altri onorevoli invitati – Zafarana, Laccoto, Panarello – e il sindaco Giovanni Formica, colpito da un’infezione oculare.
La relazione dell’assessore
Come a Barcellona, la seduta si è aperta con la relazione sull’accaduto dell’assessore Francesco Italiano: “Già dopo le prime segnalazioni i funzionari del Comune erano sul posto, e già eravamo stati preceduti da altri uomini e mezzi che immediatamente, e volontariamente, hanno iniziato a lavorare per ripulire il quartiere dal fango. Abbiamo seguito un ordine di priorità, concordato con la Protezione Civile, che ci ha permesso un coordinamento efficiente. Oggi, a quasi una settimana dai fatti, gli interventi sono conclusi. Ci sono stati dei problemi, primo fra tutti quello dell’acqua inquinata; ora la situazione è parzialmente rientrata ma, visti i danni alle condutture idriche nel Mela, potrebbero volerci mesi mesi, se non anni, per il suo ripristino, a meno di un celere intervento della politica. E proprio alla politica facciamo un appello affinché arrivino soldi contanti, per affrontare le emergenze in tempi brevi”.
Ma è proprio la situazione del torrente Mela ad aver scandalizzato Italiano: “Abbiamo approfittato dei lavori a Bastione per allargare un po’ la foce del fiume. Un intervento che, sappiamo bene, non compete all’amministrazione locale, ma che abbiamo scelto di fare nel tentativo di contenere future esondazioni: perché, sia chiaro, la situazione del Mela è disastrosa, e il torrente esonderà ancora. Gli argini sono del tutto inadeguati; il letto si è alzato di 7/8 metri rispetto al passato, e nessuno lo pulisce dai detriti e dalla spazzatura che gli incivili ci scaricano dentro; e poi c’è quel pilastro della vecchia ferrovia, piazzato in mezzo al torrente, che in questa occasione ha letteralmente scagliato l’ondata di fango su Bastione da un lato e su Calderà e Cicerata dall’altro. La morfologia del Mela è stata stravolta: urgono interventi strutturali, o non avremo risolto niente”.
Parlano gli invitati
Dopo Italiano la parola è andata a Stefano Maio: “Sono di nuovo qui, dopo 4 anni in cui non è stato fatto nulla. Abbiamo fatto tutte le pressioni possibili, denunciando persino alla Procura della Repubblica l’inerzia delle istituzioni preposte. Quali poi? C’è uno scaricabarile costante sulle competenze in materia di manutenzione dei torrenti. E, intanto, per la seconda volta in 4 anni, alcune persone hanno perso tutto, e ripartiranno da zero. I motivi tecnici per cui il torrente esonda sono ormai noti: urge dunque che i 5 comuni interessati dal passaggio del Mela – Pace, San Filippo, Merì e Barcellona oltre alla città mamertina – chiedano una conferenza di servizi in prefettura, per pretendere ciò che ci spetta dalla Regione e dalla Protezione Civile. Bisogna poi avviare un censimento scrupoloso dei danni subiti dalla popolazione, e stavolta risarcirla davvero. Perché gli abitanti di Bastione sono esasperati, alcuni hanno annunciato addirittura che non torneranno a casa; e questo è vergognoso, non si può vivere nel terrore. Se non vedremo un cambio di passo, faremo azioni eclatanti”.
Santi Formica ha invece dispensato qualche consiglio operativo: “Non confidate troppo negli aiuti di Regione e PC; bisognerà attendere l’approvazione della finanziaria che, per quanto complicata, certamente concederà un margine di qualche milione di euro da dividere tra Milazzo e Barcellona. Gli interventi strutturali non si sono fatti invece per la mancanza di progetti esecutivi; con la nuova programmazione europea 2014/2020 i soldi ci saranno, e se si presentano dei buoni progetti, pronti a partire, è molto probabile che verranno finanziati – vista anche la necessità di spendere in tempo utile i fondi UE”.
Le reazioni
Ancora una volta non è dunque servito il monito dell’esperienza: nonostante le disastrose conseguenze dell’alluvione del 2011, i 4 anni trascorsi sono stati caratterizzati dal totale immobilismo delle istituzioni preposte alla messa in sicurezza del territorio. E, come a Barcellona, anche i consiglieri mamertini sono d’accordo nell’attribuire le maggiori responsabilità alla Regione e alla Protezione Civile, che dispongono delle competenze e delle somme necessarie agli interventi. Una responsabilità riconosciuta univocamente. L’armonia del Consiglio svanisce però quando, tra gli “ignavi”, viene citata anche la ex amministrazione Pino. “Dal 2011 è stata fatta ogni sorta di pressione” – spiega Midili – “per ottenere ciò che ci spetta. Maio parlava prima di riunioni tra i 5 comuni del Mela e di denunce alla Procura: noi abbiamo fatto entrambe le cose, firmando un protocollo d’intesa con gli altri comuni, diventato poi inutile perché le competenze sono state attribuite, con decreto ministeriale, alla PC – e in particolare all’attuale assessore al Territorio, Maurizio Croce; e abbiamo denunciato già a fine 2012 alla Procura l’inerzia di chi doveva intervenire sul territorio. La prima risposta dagli organi sopracitati è arrivata solo lo scorso 16 settembre, quando è stato annunciato il finanziamento per la messa in sicurezza idraulica del torrente, dopo che l’iter era stato più volte stravolto dalla PC; la stessa PC che, nella sua ricostruzione dei fatti di questi quattro anni, omette le lettere di denuncia inviate dal Comune e dallo stesso Maio”.
Midili è poi tornato sulla vicenda delle priorità attribuite ai progetti da finanziare: “È stato pubblicato sul sito del Comune un documento privo di tutte le parti esplicative: con maggior correttezza, si sarebbero potute pubblicare anche le tabelle esplicative e il frontespizio, dai quali sarebbe stato facile evincere che le priorità vengono assegnate dall’organo che ha ricevuto i progetti, e non dall’amministrazione che li ha prodotti”. Il consigliere torna infine sulle responsabilità: “Maio diceva prima che, nello scaricabarile generale, è impossibile individuare responsabilità; io dico invece che le responsabilità sono chiarissime, e sono del Presidente della Regione e del commissario nominato dal Governo a capo della PC dopo i fatti del 2011”.
L’arringa ha però scatenato la reazione della maggioranza. Così, dopo qualche scambio verbale con alcuni consiglieri, Midili ha abbandonato l’aula. La spaccatura, come a Barcellona, ha un carattere politico: nemmeno in questa occasione i protagonisti della vicenda sono riusciti a trovare una coesione oltre la strumentalizzazione.
Conclusioni
Insomma, i cittadini di Bastione hanno assistito all’ennesimo teatrino; un teatrino che, il giorno precedente, è toccato anche ai cittadini barcellonesi. Le responsabilità sono chiare: vanno attribuite al presidente Rosario Crocetta, responsabile delle emergenze e della macchina regionale; vanno attribuite all’assessore al Territorio Maurizio Croce, nominato nel 2011 dalla Presidenza del Consiglio “Commissario Straordinario Delegato per l’attuazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico nelle Regioni Sicilia e Puglia”, con i risultati che oggi apprezziamo; vanno attribuite ancora alla Protezione Civile e agli altri enti che non hanno fatto nulla per mitigare i rischi o mettere pressioni in difesa della popolazione. E vanno attribuite, infine, ai politici locali tutti, amministratori e consiglieri, quando incapaci di accantonare le scaramucce locali persino in un simile, disastroso contesto istituzionale.
Giovanni Passalacqua