Oltre il “SalvaMessina" c'è di più: la maggioranza variegata pro De Luca

Oltre il “SalvaMessina” c’è di più: la maggioranza variegata pro De Luca

Danila La Torre

Oltre il “SalvaMessina” c’è di più: la maggioranza variegata pro De Luca

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martedì 27 Novembre 2018 - 11:15

In meno di sei mesi, il sindaco è riuscito a portare dalla sua parte pezzi consistenti del centrodestra e del centrosinistra

Dal punto di vista amministrativo, l’approvazione del “SalvaMessina” da parte del Consiglio comunale lascia in eredità una serie di misure che adesso dovranno trovare concreta attuazione; dal punto di vista politico consegna al sindaco Cateno De Luca una maggioranza tanto trasversale quanto solida.

Durante la maratona dedicata al “SalvaMessina” e alla rimodulazione del piano di riequilibrio finanziario, lunga cinque giorni, si è infatti delineata in maniera chiara una geografia d’Aula forse inimmaginabile agli albori di questo mandato amministrativo, iniziato lo scorso giugno con l’elezione di De Luca a sindaco e dei 32 consiglieri comunali, sulla carta tutti distanti anni luce dal primo cittadino.

In meno di sei mesi, De Luca è riuscito a portare dalla sua parte pezzi consistenti del centrodestra e del centrosinistra. Persino il gruppo della Lega, il cui leader è colui che più di ogni altri è stato preso di mira durante la campagna elettorale ed in particolar modo al ballottaggio, vale a dire Dino Bramanti (lui comunque era assente a tutte le votazioni), ha dato appoggio e sostegno al progetto del sindaco, assecondando tutte le sue volontà in tema di riorganizzazione dei servizi municipali, di liquidazione delle partecipate, di costituzione di nuove agenzie per i servizi sociali e per il patrimonio.

Il via libera al pacchetto “SalvaMessina” ha infatti un significato politico che non è meno importante di quello amministrativo, perché dentro quel pacchetto di misure c’è una visione gestionale del Comune di Messina e delle sue aziende partecipate. Ed è la visione di Cateno De Luca, che ha ceduto volentieri, o ha fatto finta di cedere, alle proposte delle organizzazioni sindacali, durante le due fasi di concertazione, sapendo perfettamente che con un atteggiamento collaborativo avrebbe trovato nelle parti sociali una sponda necessaria a consolidare il proprio consenso anche in Consiglio comunale. E se alla fine qualche suggerimento offerto dai sindacati (vedi ad esempio l’assunzione diretta dei lavoratori dei servizi sociali attraverso l’articolo 37 del contratto collettivo nazionale) non potesse realizzarsi, il sindaco potrà sempre dire che lo hanno indotto a sbagliare e che le responsabilità sono di altri, tornando magari al suo progetto originario, che prevedeva assunzioni tramite concorso pubblico e non stabilizzazioni di massa.

Ma torniamo al Consiglio comunale e alla maggioranza pro De Luca , perché oltre al gruppo della Lega (dove siedono Bramanti, Giovanni Caruso, Giovanni Scavello, Salvatore Serra) anche gli altri gruppi di centrodestra hanno sposato, senza alcuna esitazione e per la verità senza mai entrare nel merito delle questioni, le proposte portate in Aula dal sindaco, votate in tempi record per poter consentire di procedere alla rimodulazione del piano di riequilibrio entro la data perentoria del 23 novembre.

Le dichiarazioni e le votazioni in Aula hanno dimostrato che la giunta De Luca potrà fare affidamento anche in futuro sui consiglieri dei gruppi Ora Messina (Nicoletta D’Angelo, Francesco Pagano, Giandomenico La Fauci, Pierluigi Parisi), Forza Italia (Benedetto Vaccarino, Giovanna Crifò, Ugo Zante) e dell’unico componente del Gruppo Misto, Salvatore Sorbello, eletto nella lista Bramanti Sindaco (Oggi Lega), a cui va indubbiamente lo scettro del più deluchiano tra tutti consiglieri.

Se il centrodestra, con i genovesiani in testa, rappresenta una certezza per De Luca (del resto era stato così anche per il suo predecessore Accorinti), anche il centrosinistra gli ha dato soddisfazioni, e gliene darà probabilmente anche in futuro.

Difficilmente vedremo sulle barricare contro l’amministrazione De Luca il gruppo Sicilia Futura composto da Nino Interdonato, Alessandro De Leo, Daria Rotolo, Piero La Tona (quest’ultimo è il più critico e non era presente alle votazioni sul “SalvaMessina”) ed il gruppo Libera Me, di cui fanno parte Biagio Bonfiglio, Massimo Rizzo, Nello Pergolizzi e Alessandro Russo. Secondo indiscrezioni, De Luca avrebbe aperto un canale di interlocuzione con il deputato nazionale Navarra e il deputato regionale De Domenico. Picciolo non ha mai chiuso le porte in faccia a nessuno, e non si capisce perché dovrebbe farlo adesso con l’attuale sindaco.

Discorso a parte va fatto per il gruppo consiliare del Pd. Alle posizioni morbide di Claudio Cardile e Libero Gioveni si contrappongono quelle “tecniche” di Felice Calabrò e Antonella Russo, che prediligono entrare sempre nel merito delle questioni, analizzandole prima sotto il profilo tecnico e poi quello politico. Non sono dunque né con De Luca né contro De Luca. C’è poi Gaetano Gennaro, che nella prima versione del “SalvaMessina” ha assunto una posizione di opposizione politica (alle votazioni sul pacchetto finale era assente) ed è quella che, con tutta probabilità, manterrà nei prossimi mesi, anche grazie all’ assenza di un linea unitaria del partito democratico.

In mezzo ai gruppi di centrodestra e di centrosinistra c’è il Movimento Cinque Stelle, con i suoi sette consiglieri comunali (Giuseppe Fusco, Andrea Argento, Serena Giannetto, Paolo Mangano, Cristina Cannistrà, Giuseppe Schepis, Francesco Cipolla). All’interno del Movimento prevale la linea dell’opposizione senza se e senza ma all’amministrazione De Luca, tuttavia – al di là delle dichiarazioni facciata – non mancano le voci contrarie e c’è chi è pronto a giurare che almeno due consiglieri pentasellati potrebbero presto confluire nel Gruppo misto.

Sarebbe un ulteriore segnale positivo per De Luca che, a conti fatti, ha dalla sua parte ben 20 consiglieri sui 32 complessivi, tra fedelissimi e consiglieri pronti a porgere la mano in caso di necessità. Si è visto con il “SalvaMessina”, si vedrà probabilmente con i bilanci. Al momento infatti non si intravedono scricchiolii nella maggioranza. Che appare numerosa e variegata come forse mai è stata in quel di Palazzo Zanca, nenache quando c'era un sindaco con una maggioranza venuta fuori dalle urne.

Danila La Torre

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