Nuova seduta in consiglio comunale sul contratto di servizio Amam. La votazione però è stata rinviata a martedì. In aula lungo dibattito sul documento e sulla gestione del servizio idrico. Tanti i dubbi messi sul tavolo dai consiglieri comunali.
Nuova puntata della saga sul contratto di servizio Amam. Ieri in aula la discussione non era neanche iniziata, oggi invece intenso dibattito sul documento che fisserà finalmente i rapporti tra il Comune e la sua partecipata che gestisce il servizio idrico cittadino. Alla fine però niente votazione. Tutto rinviato a martedì. Il motivo? Ufficialmente perché mancano ancora alcuni pareri ai tanti emendamenti presentati e dunque serviva qualche giorno in più. Dando uno sguardo all’aula dopo circa due ore di seduta però anche i numeri erano molti scarsi, solo 14 consiglieri sono rimasti fino alla fine e dunque qualsiasi votazione probabilmente si sarebbe infranta sul fatidico numero legale. La discussione però è stata serrata e sono stati toccati tanti punti interessanti che riguardano l’Amam e l’intera gestione del servizio. Oggi più che mai sotto la lente d’ingrandimento soprattutto dopo l’emergenza idrica che a ottobre lasciò i messinesi a secco per venti giorni consecutivi.
All’appuntamento di oggi c’era l’assessore Guido Signorino in sostituzione del collega Sergio De Cola in missione romana. C’era il presidente dell’Amam Leonardo Termini insieme a due componenti del collegio sindacale e c’era il dirigente del Dipartimento Lavori Pubblici Amato che ha spiegato l’iter seguito fino ad oggi dal contratto di servizio Amam. Un percorso a ostacoli iniziato ormai oltre un anno fa e che si era arenato nel settembre 2015 quando l’assessore De Cola si trovò costretto a ritirare la vecchia delibera con l’impegno di riproporla con tutte le modifiche richieste e concordate con il consiglio soprattutto durante il lungo lavoro che nei mesi precedenti si era svolto in I Commissione Bilancio. Nodo fondamentale: il piano economico finanziario che l’aula ha chiesto con forza di stralciare dal contratto. Un passaggio compiuto dall’assessore De Cola e dalla giunta Accorinti, anche in virtù di un parere dei Revisori dei Conti che appunto confermava che non era nelle competenze del consiglio doversi esprimere sul documento finanziario.
Tanti però gli interrogativi e i dubbi messi sul piatto dai consiglieri comunali. A cominciare dal parere del Ragioniere generale Cama che, nonostante la nuova delibera senza il piano finanziario, era rimasto immutato e quindi condizionato ad una serie di rilievi legati però ad un documento che non fa più parte del provvedimento. Tanti i consiglieri che hanno segnalato questa anomalia, tanto che durante la seduta il vicesindaco Signorino è andato personalmente negli uffici della Ragioneria generale per far emettere un nuovo parere che sgomberasse ogni dubbio. Il lungo dibattito è comunque stato animato da una raffica di quesiti posti al presidente dell’Amam, all’assessore Signorino e al dirigente Amato. Il consigliere Udc Franco Mondello ha chiesto di fare chiarezza su chi si occuperà degli investimenti sulla rete idrica ed in particolare sul depuratore di Mili, la consigliera Daniela Faranda ha invece posto la lente su alcuni aspetti specifici: maggiori spese per l’energia elettrica, assunzioni su cui bisogna fare luce, recupero crediti. La consigliera Pd Antonella Russo e il collega Claudio Cardile hanno chiesto se finora l’Amam ha rispettato gli accordi previsti dal Piano di riequilibrio e in particolare la Russo si è soffermata sul passaggio del contratto che regola “l’immissione dei beni nella disponibilità del gestore”, cioè per capire quale istituto giuridico regolerà l’utilizzo dei beni da parte di Amam. Dall’Udc Libero Gioveni ha chiesto chiarimento sugli obiettivi di qualità previsti dal contratto, viste le forti difficoltà iniziate con la crisi idrica di ottobre, ma ha chiesto anche in che modo il Dipartimento Lavori Pubblici, considerata la carenza di personale, dovrebbe ispezionare e verificare impianti e reti, così come stabilito nel documento.
Tanta carne al fuoco che ha trovato le pronte risposte del presidente dell’Amam Termini.
«L’Amam svolge questo servizio da un ventennio dunque questo contratto è un atto dovuto nell’interesse dei cittadini che usufruiscono del servizio» ha spiegato il presidente della spa rispondendo punto per punto alle criticità dei consiglieri. Capitolo investimenti: «Per il depuratore di Mili il Comune ha redatto un progetto di circa 7 milioni di euro e allo stato attuale si sta cercando di estrapolare delle parti per fare interventi immediati che possano attenuare al minimo i disagi vissuti dalla popolazione di Mili. Su tutti gli altri interventi all’Amam toccheranno le spese orinarie, mentre quelle straordinarie saranno a carico del Comune». Termini ha ovviamente parlato dei debiti e dei crediti dell’Amam, mettendo sul piatto i numeri: 80 milioni di crediti da riscuotere e circa 40 milioni di debiti. «In entrambi i casi non si tratta certo buchi creati oggi o un anno fa. Sono situazioni che si trascinano da anni ma sulle quali stiamo già intervenendo». Sul fronte del personale e delle assunzioni il presidente non ha parlato degli ultimi passaggi all’Amam ma ha guardato al futuro immediato: «Servono tecnici specializzati per la gestione del servizio idrico. Con l’accorpamento delle partecipate si cercherà di ottimizzare le risorse provenienti dalle altre aziende, ma se non sarà sufficiente bisognerà comunque provvedere» (VEDI ARTICOLO A PARTE).
Non sono però mancate le critiche della consigliera Nina Lo Presti: «Ci accingiamo a votare un contratto che disciplina le obbligazione tra Amam e Comune e lo facciamo non troppo lontano da quella grande campagna mediatica fatta dal sindaco su acqua pubblica e acqua bene comune. Il sindaco è comparso in tutte le reti nazionali parlando della società francese Veolian che aveva la longa manus sull’acqua bene comune e quello stesso sindaco ci ha proposto un Piano di riequilibrio che prevede da parte dell’Amam un esborso di 23 milioni che provengono da un’azienda che produce profitto proprio sull’acqua. Poteva inoltre trasformare la spa in azienda speciale e non lo ha fatto. Proprio mentre il sindaco sosteneva che i poteri forti gli impediscono di approvare il bilancio, di lavorare, di approvare i provvedimenti in tempo, è stato formulato un contratto di servizio che non si capisce in base a cosa dovremmo valutare. E’ vero che il pef non è materia del consiglio ma senza quello come ci si rende conto di quali sono le basi economiche di questo rapporto? Come faccio a votare un contratto che prende in esame i numeri dell’anno 2012, visto che è quello l’ultimo bilancio approvato dall’Amam? Come faccio a valutare se l’Amam spa sarà in condizione di rispettare il contratto e soprattutto perché non ci sono penalità se non li rispetterà? Mancano elementi di fondamentale importanza per stabilire se l’Amam sarà in grado di ottemperare all’erogazione del servizio».
Martedì toccherà agli emendamenti e poi forse arriverà il voto sul contratto Amam.
Francesca Stornante