Fai Cisl: "In provincia di Messina agricoltura, illegalità e lavoro nero vanno a braccetto"

Fai Cisl: “In provincia di Messina agricoltura, illegalità e lavoro nero vanno a braccetto”

Fai Cisl: “In provincia di Messina agricoltura, illegalità e lavoro nero vanno a braccetto”

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venerdì 20 Maggio 2016 - 11:47

Il sindacato chiede un intervento dello Stato e della Regione sul territorio. Affrontato il tema caldo del momento dopo l’attentato al presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, ribadendo le denunce fatte nel tempo dal sindacato

Fari accesi sull’agricoltura e sulla difesa del territorio, ma anche l’ennesimo allarme lanciato sul lavoro nero e sull’illegalità che regna nel settore. Il Consiglio Generale della Fai Cisl di Messina, la Federazione che tutela i lavoratori dell’agroalimentare, alla presenza del segretario nazionale Fabrizio Colonna e del segretario generale della Cisl Messina Tonino Genovese, ha affrontato il tema caldo del momento dopo l’attentato al presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, ribadendo le denunce fatte nel tempo dal sindacato.

«Esprimiamo naturalmente solidarietà al presidente Antoci – ha detto il segretario provinciale Calogero Cipriano – l’agricoltura è un settore molto importante per nostro territorio, per questo è fondamentale che ritorni la legalità e con essa l’agricoltura sana e vera. Da tanto tempo denunciamo il lavoro nero e lo sfruttamento nel settore e siamo pronti, a tutti livelli, provinciale, regionale e nazionale, a intervenire perché siamo convinti che l’agricoltura va aiutata, non massacrata».

I rappresentanti La Fai Cisl hanno rilanciato la proposta di «istituire una cabina di regia sul territorio per sovraintendere alle attività delle maestranze della forestazione, dei consorzi di bonifica, dell’Esa. La presenza della Regione e dello Stato sul territorio sono elementi determinanti per l’agricoltura siciliana».

Ma l’allarme vero, Cipriano lo ha voluto lanciare sul fenomeno del lavoro nero che si registra nel settore: «Non riusciamo ad avere dati certi perché il fenomeno è diffuso – ha detto – anche grazie all’utilizzo spropositato dei voucher che, per noi, significano lavoro nero legalizzato. Lo abbiamo detto in tutti i modi, ma non ci ascolta nessuno».

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