Consiglio regionale: la Calabria è un po' come la Lombardia, con un tocco d'Azerbaigian... A Palazzo Campanella diatribe e mozioni quasi beffarde
Mentre fuori si scatenava il panico per un lotto di dosi vaccinali sub judice, cambiavano i vertici di Aziende sanitarie provinciali, si consumava un’incredibile “guerra tra poveri” per i vaccini, si tornava a morire sul lavoro, s’intimidivano esponenti istituzionali e della Chiesa “sociale”, in Consiglio regionale qualcuno – il santelliano Vito Pitaro: ma “chi” non è poi così fondamentale, per certi versi – proponeva una mozione «per l’integrità territoriale della Repubblica dell’Azerbaigian e per il rafforzamento del partenariato strategico multidimensionale tra la Repubblica italiana e la Repubblica dell’Azerbaigian». Approvata, comunque, eh; mozione approvata, gli amici azeri supponiamo ne saranno felici.
Sì, la seduta consiliare di ieri pomeriggio a Palazzo Campanella è stata anche questo.
Fondi comunitari “lombardi”
Certo però dal punto di vista sostanziale, a scandire politicamente l’intera sessione di lavori – iniziata un po’ dopo le 14, con un paio d’ore di ritardo sull’orario previsto e in assenza del Presidente facente funzioni Nino Spirlì così come di gran parte della sua Giunta – è stato lo svarione sul documento per incardinare il Por (Piano operativo regionale). Sul Por, peraltro, la maggioranza assorbe “fuoco amico” di marca leghista e alla fine è costretta a un poco brillante rinvio della trattazione del provvedimento.
Ma da Giuseppe Aieta a Carletto Guccione passando per lo stesso candidato Governatore Nicola Irto anche mezzo Partito democratico ha chiesto congedo; così come il capogruppo di Io resto in Calabria Marcello Anastasi, in questo caso però per un grave lutto, la morte del fratello Giuseppe.
Micidiale, comunque, il riferimento testuale alla Lombardia tirato fuori dal capogruppo piddino Mimmo Bevacqua rispetto alla “Presa d’atto degli indirizzi strategici regionali per il negoziato sulla programmazione delle politiche europee di sviluppo 2021-2027” con “avvio del percorso di definizione del Por Calabria Fesr-Fse 2021-2027”… Se, relazionando, Peppe Neri (Fdi) aveva rammentato la delibera di Giunta numero 136/2020 che aveva sfornato il Disr (Documento d’indirizzo strategico) e aveva poi tenuto a puntualizzare che anche il Por sarà «condiviso» col partenariato socioeconomico e istituzionale della Regione, presto era arrivata la staffilata di Bevacqua, pronto a indicare quel passaggio del testo: «Lo squilibrio tra aree urbane e rurali risulta un nodo d’estrema rilevanza per lo sviluppo sostenibile ed integrato del territorio lombardo». Uno svarione talmente macroscopico da far intuire che «il ‘copia e incolla’ è stato fatto così in fretta che non ci si neanche presi la briga di rileggere quel che si stava copiando e di cambiare i riferimenti originali», con l’aggravante che l’erroraccio è stato inserito in un paragrafo «dedicato alla difesa idrogeologica del territorio costiero», non esattamente il quadro morfologico distintivo del territorio della Lombardia, ovviamente non bagnata da alcun mare.
Alla fine è stato un consigliere di maggioranza, Filippo Mancuso (Lega), nell’imbarazzo generale, a chiedere e ottenere il rinvio della trattazione del provvedimento «per correggere» gli errori individuati nel testo, consideratane la «gravità».
Arcea in bilico
S’era partiti, del resto, dall’ok ai conti dell’Arcea (l’Ente erogatore degli stanziamenti in agricoltura).
E su questo, punzecchiato proprio da Bevacqua – che ha annunciato l’astensione del Pd sull’approvazione del bilancio Arcea –, lo stesso assessore alle Politiche agricole Gianluca Gallo ha dovuto ammettere che l’ex commissario dell’Arcea Maurizio Nicolai ricevette decine di migliaia di euro in più rispetto alle somme previste. Ma non solo: Gallo, pur apprezzando un’astensione dèm anziché un “no”, e sottolineando l’importanza per il passaggio contabile in Aula, ha chiarito tuttavia di non poter «garantire» la sopravvivenza dell’organismo, sul quale pende la spada di Damocle di un’Ue che ne ha ripetutamente contestato gravi inadempienze.
Ristori per la pesca
Dopo l’importante capitolo del Por, sùbito a seguire attenzione all’approvazione del piano finanziario del programma operativo Feamp (Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca). E qui l’implacabile Bevacqua ha avuto modo anche d’apprezzare il mezzo milione di euro stanziato per i ristori a beneficio del settore ittico, salvo considerarla una misura tardiva e sollecitare l’attenzione dell’assessore Gallo semmai allo slancio riformatore contenuto ad esempio nel suo progetto di legge.
Ma soprattutto, Gianluca Gallo e un oppositore diverso – Graziano Di Natale di Io resto in Calabria – si son trovati d’accordo nell’evidenziare che, dopo aver sancito il rinvio delle Regionali a praticamente un anno dallo scioglimento, il Governo centrale avrebbe fatto meglio a restituire pienezza di poteri all’Ente regionale.
“Via libera”, in ogni caso, anche a questo provvedimento.
…Turismo?
Quando è il momento di vagliare la rimodulazione delle schede-intervento del Pac (Piano d’azione-coesione) 2007/2013 riguardo all’Osservatorio sul turismo, Accogli Calabria e interventi stradali e aeroportuali («La nona modifica al Pac in materia di turismo», rileveranno dai banchi della minoranza), si torna alla divaricazione tra “boccate d’ossigeno” e interventi strutturali (che, però, difficilmente potrà essere questa consiliatura a offrire). E Filippo Pietropaolo (Fdi) mette i puntini sulle “i”: i maggiori fondi sono legati alle condizioni emergenziali del comparto turistico in seguito alla pandemia.
Infine, le nomine
Prima della “botta di vita” finale garantito da alcune mozioni, il capitolo-nomine: un membro effettivo e uno supplente del Collegio dei sindaci dell’Arsac (l’Azienda regionale per lo sviluppo dell’agricoltura calabrese) e un revisore dei conti effettivo e un supplente per Calabria Verde.
Com’è alquanto normale che sia, l’opposizione “vede rosso” appena di nomine sente anche solo parlare: un atto d’«arroganza», ad avviso di Mimmo Bevacqua, occuparsi di nomine in regime di prorogatio del Consiglio regionale; e nella medesima gli darà poi manforte Di Natale. Sbagliato, li bacchettano l’assessore Gallo e il meloniano Luca Morrone: queste nomine sono «indifferibili e urgenti» perché senza revisori non si approverebbe il bilancio degli Enti strumentali e si esporrebbe l’Ente a sanzioni.
E il consigliere cosentino di Fdi, tanto per dare un pizzico di brio, contestualmente propone che la nomina dei revisori sia effettuata «per sorteggio», giusto per dissolvere gli antipatici dubbi di qualche oppositore «che si facciano nomine per clientelismo o per captatio benevolentiae».
Alla fine sarà accolta la proposta del presidente della Commissione anti-‘ndrangheta Antonio De Caprio: potere di nomina attribuito in surroga al presidente del Consiglio regionale Gianni Arruzzolo (puntuale nel chiarire, a dibattito in corso, come i poteri sostitutivi siano stati attivati pure in tutte le consiliature pregresse).