"Via libera" a voti unanimi pure alla mozione Laghi e alla risoluzione Irto sulla guerra in Ucraina: a inizio seduta, un minuto di silenzio per le vittime
REGGIO CALABRIA – La seduta del Consiglio regionale di ieri s’è aperta nel primo pomeriggio con un minuto di silenzio, su proposta dello stesso presidente d’Assemblea Filippo Mancuso, in onore delle vittime dell’invasione russa in Ucraina.
Vicini alla popolazione ucraina
Nell’introdurlo, il presidente Mancuso ha espresso «ferma condanna dell’invasione, premeditata e in violazione del diritto internazionale». Ricordando che «la vicinanza e la solidarietà del Consiglio regionale» nei confronti del popolo ucraino sono attestati già da sabato scorso coi colori giallo e blu – quelli della bandiera di Kiev & C. – che illuminano il prospetto di Palazzo Campanella.
Laghi: no a qualsiasi ruolo attivo dell’Italia
Il consigliere di de Magistris Presidente Ferdinando Laghi ha esposto una mozione – poi approvata a voti unanimi – «contro questa guerra, orribile come tutte le guerre e tutti gli atti che ad essa hanno portato».
Pienamente condiviso il riferimento di Laghi alla «fortissima preoccupazione» per l’escalation di tensione fra Russia e Nato, che «potrebbe portare a uno scontro di dimensioni planetarie, con conseguenze gravissime e probabilmente irreparabili per l’umanità intera», in caso di conflitto nucleare. Di qui l’invito a tutti gli organismi internazionali, Onu in testa, a prodursi in ogni sforzo utile a evitare ogni forma di contrapposizione bellica; e, al contempo, al Governo a ribadire «l’indisponibilità dell’Italia a esercitare qualsiasi ruolo attivo, nel rigoroso rispetto dell’articolo 11 della nostra Costituzione».
Irto: si torni alle intese di Minsk ed Helsinki
A sua volta, il neosegretario regionale del Pd e capogruppo dèm a Palazzo Campanella Nicola Irto ha proposto una risoluzione già concordata in “capigruppo”, che censura aspramente l’invasione del territorio ucraino e gli efferati atti di violenza da parte delle truppe di Vladimir Putin, ma al tempo stesso chiedendo al Governo italiano e agli altri organismi internazionali d’«impegnarsi in iniziative di contrasto dell’aggressione assumendo le misure necessarie» affinché «l’invasione sia fermata, l’Ucraina sia liberata e si possa tornare all’applicazione degli accordi di Minsk e al rispetto degli accordi di Helsinki, ribadendo il principio fondamentale dell’inviolabilità delle frontiere».
Chiesta anche la maggior mobilitazione possibile a favore della popolazione ucraina. Pure in questo caso, “via libera” corale.
Statale “106”, Mancuso: esigere risposte stringenti dal Governo
Il tema dell’ammodernamento della Statale “106” jonica è stato introdotto, senza fronzoli, direttamente con la sua relazione dal presidente d’Assemblea Mancuso, che ha sùbito sottolineato le criticità del tracciato nelle sue condizioni attuali.
Ricordando come il capogruppo di Fratelli d’Italia Peppe Neri per primo abbia sollevato l’urgenza di mettere al centro dell’agenda politico-istituzionale la questione della Reggio-Taranto, Filippo Mancuso è tornato a evidenziare che «adesso tocca al Governo mettere a disposizione le risorse indispensabili per la messa in sicurezza e la riqualificazione» di tutta la dorsale viaria jonica.
A maggior ragione dopo l’inserimento della tratta Catanzaro-Reggio nella dorsale infrastrutturale continentale Ten-T, è urgente «individuare assieme alla Giunta regionale il percorso istituzionale e politico più congeniale per esigere dal Governo risposte rapide, stringenti e risolutive». Specie perché l’attuale condizione della “strada della morte” «non è degna di un Paese civile», ha scandito l’esponente della Lega, perorando un licenziamento a voti unanimi del testo di sintesi.
La “prima” di Dolce
Immediatamente dopo Mancuso, parola all’assessore regionale alle Infrastrutture Mauro Dolce, reduce dalla poco rinfrancante pesante assenza in Quarta Commissione “Ambiente”, proprio nella sessione di lavori dedicata alla Reggio-Taranto e al debutto assoluto a Palazzo Campanella.
E l’alto dirigente della Protezione civile nazionale peraltro s’è scusato per l’assenza nella sessione di lavori della Commissione guidata da Pietro Raso, chiarendo d’aver ricevuto tardi la convocazione e di non averla evasa perché impegnato a Roma coi vertici Rfi. La “polpa” però sta altrove… e, tanto per cambiare, riguarda la moneta.
«Oggi, solo per “mettere a terra” gli interventi già incardinati col Contratto di programma Anas precedente, servirebbero 5 miliardi di euro aggiuntivi rispetto a quelli già stanziati», rileva Dolce, con un realismo crudo alla Giovanni Verga. Per cui «oggi continuiamo a chiedere 5 miliardi di euro per mettere a posto tutto il tratto a nord di Catanzaro e a chiedere la progettazione relativa all’intero tracciato. Avere progetti immediatamente “spendibili” per un appalto è fondamentale, perché poi in caso di disponibilità aggiuntive i fondi si possono intercettare assai più facilmente».
Gli interventi in Aula: occasione da non mancare
Secondo Amalia Bruni, giornata «molto importante perché stiamo addivenendo a un documento “a più mani” affinché il presidente della Regione vada a un confronto diretto col Presidente del Consiglio dei ministri per risolvere, finalmente, tutto quanto riguarda la “106”. Probabilmente, non avremmo avuto tutti i drammi che costellano la storia della Sanità calabrese se avessimo avuto infrastrutture efficienti, che avessero consentito di spostarsi agevolmente fra i tre grandi hub ospedalieri regionali».
Il capogruppo di Forza Azzurri Giacomo Crinò ha posto in rilievo come sia la stessa popolazione a chiedere con forza un adeguamento atteso fin troppo a lungo, come pure «quel senso d’orgoglio e di rivendicazioni dei calabresi tutti che tutti i Governi precedenti hanno fin qui purtroppo disatteso». No, dunque, a «pressapochismi e timidezze» sul punto.
Per de Magistris Presidente è tornato a esprimersi Ferdinando Laghi, evidenziando come la Reggio-Taranto incarni un «nodo gordiano», ma anche quanto sia cruciale che le iniziative politico-istituzionali sull’infrastruttura «siano collegate in modo pertinente e opportuno ai desiderata della popolazione al riguardo».
Non poteva mancare il contributo Pietro Raso (Lega): «Riusciremo ad avere un livello di progettazione tale da rendere l’intero tratto calabrese della “106” immediatamente cantierizzabile: non è poco – ha chiarito il presidente della Quarta Commissione –, in quanto era un presupposto indispensabile per poterla finanziare coi soldi del Fondo sviluppo-coesione».
Anche Cinquestelle, con Davide Tavernise, è entrata nel merito: «La cosa grave della “106” è che dopo una settimana di lavoro, quando arriva la domenica e una famiglia ha anche la possibilità di “staccare la spina” e rilassarsi un attimo, poi magari si va in un centro commerciale e, uscendo, non si ritorna più a casa. Ero passato di lì, a CoriglianoRossano, solo cinque minuti prima, proprio mentre venivo qui a Palazzo Campanella: peraltro, dalla mia zona, per arrivare a Reggio Calabria ci mettiamo tre ore, anche qualcosa in più».
“Pieno” di concretezza per Francesco De Nisi (Coraggio Italia): «Va bene lo stimolo, certo. Ma la verità è che noi dovremmo impegnare il Governo centrale anche a un cronoprogramma preciso, sulle opere strategiche servono sicurezze sui finanziamenti e realizzazioni in tempi certi».
Puntualizzazioni pure dal piddino Ernesto Alecci: «I commissari nominati per le 54 opere dal Governo centrale hanno più o meno gli stessi poteri del commissario per il ponte Morandi. Proprio per questo ho chiesto d’inserire all’interno della mozione che il Governo nomini un commissario ad acta, e non qualcuno che contemporaneamente debba occuparsi anche della Grosseto-Fano». Poi, riferimento alla missiva in cui il Governo centrale ha definito la Statale jonica «un’opera di rilevanza regionale»: cosa tra l’altro del tutto incompatibile col suo simultaneo inserimento nella rete infrastrutturale Ten-T. Ma soprattutto, richiesta forte che «non ci sia una divisione ulteriore tra “Calabria del Nord” e “Calabria del Sud”: facciamo sì – l’appello dell’esponente democrat – che, quando si partirà con la “106” si parta contemporaneamente in tutta la Calabria, sia a Nord sia a Sud».
Il consigliere udiccino Giuseppe Graziano ha peraltro ammesso d’essere «terrorizzato» dalla pericolosità della Reggio-Taranto: «Ho una figlia che vive a Bari e percorre quotidianamente questa strada, come tanti calabresi temo ogni giorno che possa arrivare una telefonata per avvisare che qualcosa di grave è accaduto. Non dobbiamo temere d’introdurre poteri derogatori ai princìpi normativi generali, serve risolvere la situazione di questo terribile “cimitero all’aperto” che la “106” è».
Sempre per il Pd, l’intervento di Mimmo Bevacqua, che ha chiesto di ravvivare la sinergia maggioranza-opposizione per lavorare insieme sui temi cruciali per la Calabria. «Oggi, ci aiutano molto i Fondi complementari al Pnrr e il riconoscimento della “106” all’interno della rete viaria transnazionale: questi due elementi devono spingerci a ottimizzare e modernizzarne il tracciato una volta per tutte. Non a parole, ma nei fatti».
Di «giornata storica» ha parlato la consigliera forzista Pasqualina Straface, già sindaco di Corigliano Calabro. Che però è tornata a chiedere «la copertura finanziaria dell’intero tratto calabrese della Statale jonica, che si tratti di Sibari o di Reggio Calabria o di Crotone. Questo è quel che chiediamo tutti». Viceversa, i 220 milioni di euro della delibera Cipess per il tratto Crotone-Cutro «sono solo briciole, rispetto all’impegno finanziario che occorrerebbe per il necessario ammodernamento dell’arteria».
E l’isolamento continua, va oltre la “106” vista la ridottissima mobilità ferroviaria e i collegamenti aerei assolutamente inadeguati: «Chiediamo quindi che il tratto della “106” fino a Crotone e Sibari venga definito d’importanza strategica, affinché non intervengano “doppi binari” che potrebbero far sì che questi tratti non vengano mai realizzati».
«Dobbiamo però capire, oltre la retorica, che mandato stiamo dando», ha osservato il capogruppo di de Magistris Presidente Antonio Lo Schiavo. «In questo momento, la mozione unanime ha un significato politico e serve a dare un mandato pieno al Presidente per aprire una “vertenza” col Governo centrale».
E poi bisogna chiedersi se la Calabria, attraverso le sue Istituzioni, «è pronta anche ad assumere posizioni “di rottura”: perché una cosa è il Governo centrale, altra cosa gli interessi dei calabresi…».
Occhiuto: sulla “106” poco traffico perché è una mulattiera
Nel suo intervento conclusivo, il presidente Roberto Occhiuto ha detto a chiare lettere che, mentre il Governo per molti versi si sta dimostrando puntuale e tempestivo su scala nazionale, «sulle infrastrutture, no. Ecco perché ritengo ci sia bisogno di un ulteriore e più forte pungolo affinché anche su questo versante il Governo faccia il suo dovere».
Possibile poi che Anas facendo «una valutazione tecnico-economiche» ritenga “non conducente”, sproporzionato ai volumi di traffico realizzare una “106” a quattro corsie per l’intero tratto calabrese? «Intanto, non ci sono solo valutazioni tecniche ed economiche da mettere sul piatto della bilancia – ha osservato Occhiuto –. E poi, vorrei dire: ma se Anas guarda ai volumi di traffico, come fa a non rendersi conto che “forse” questi ingenti volumi di traffico non ci sono proprio perché il tracciato, oggi e qui, è una mulattiera impercorribile? Evidentemente, quando non sarà più così, anche il traffico automobilistico crescerà nei numeri…».
Ma il Governatore calabrese non rifugge la questione dell’assenza del commissario governativo Massimo Simonini in Commissione: «Inviterei tutti a scrivere una lettera dura nei suoi confronti. Un commissario non può consentirsi di non presentarsi a una Commissione in Consiglio regionale, comunicandolo solo il giorno prima. Valutatelo voi: ma io ritengo che dovremmo dimostrare che non abbiamo “complessi” nei confronti di società pur mastodontiche, pagate però coi soldi dei contribuenti».
E in conclusione d’argomento, in effetti, Mancuso ha fatto presente che tempestivamente girerà ad Anas a nome di tutti i gruppi consiliari le doglianze della Regione per la mancata partecipazione del commissario ai lavori della Quarta Commissione consiliare “Ambiente”.