L'ennesima seduta dedicata alla MessinaServizi si è infranta sul numero legale. Al momento di votare l'affidamento dei servizi e il contratto che danno concretezza alla nuova società i consiglieri presenti erano solo in 14. Inevitabile la reazione dei lavoratori di Messinambiente
«Vergogna, state giocando con il fuoco». «Andate a casa». «Avete nelle mani il destino di 500 famiglie». Frasi urlate da lavoratori stanchi e ormai esasperati. Frasi che hanno chiuso la seduta che avrebbe dovuto vedere finalmente l’approvazione del contratto di servizio e dell’affidamento alla nuova MessinaServizi e che invece è finita con un voto che si è infranto sul numero legale. In aula i consiglieri presenti erano solo in 14. Su 40 consiglieri comunali, solo 14 hanno deciso di assumersi la responsabilità di votare un atto importantissimo per il futuro della gestione dei rifiuti in città. Con la loro presenza hanno garantito l’agibilità dei lavori e, a prescindere da come hanno votato, hanno provato a chiudere il cerchio su una delibera che dà concretezza ad una società che continua a rimanere vuota. C’erano Daniela Faranda, Nino Interdonato, Francesco Pagano, Carlo Abbate, Maurizio Rella, Lucy Fenech, Cecilia Caccamo, Pietro Iannello, Claudio Cardile, Antonella Russo, Benedetto Vaccarino, Emilia Barrile, Elvira Amata, Pio Amadeo. Per il resto gli scranni sono rimasti desolatamente vuoti. E oggi hanno pesato più le assenze che le presenze. Perché alla fine la seduta si è chiusa e adesso dovrà essere riconvocata. Si dovrà ricominciare da capo, con la presenza a 21 consiglieri, quando si sa già che con quei numeri questa delibera non verrebbe approvata. I sì sicuri alla MessinaServizi sono solo 9 e sono quelli dei quattro consiglieri accorintiani, dei due Pd Claudio Cardile e Gaetano Gennaro, di Carlo Abbate, di Francesco Pagano dei Democratici Riformisti e di Benedetto Vaccarino per Grande Sud. Oggi però in aula mancavano Ivana Risitano e Gaetano Gennaro, quindi in ogni caso potevano esserci brutte sorprese. E forse anche per questo durante i lavori qualcuno ha preferito lasciare l’aula in modo da non raggiungere il numero legale. Strategie politiche, calcoli con il pallottoliere, dinamiche d’aula. Ma alla fine quello che conta è che sono davvero pochi i consiglieri che hanno dimostrato di essere pronti ad assumersi la responsabilità di un voto che pesa sulle sorti della città intera, oltre che su quelle di centinaia di lavoratori.
La seduta è stata breve ma scandita da tanti momenti di tensione. Un gruppo di lavoratori di Messinambiente come sempre hanno seguito tutto dall’alto, ma questa volta non sono riusciti a restare in silenzio. Hanno contesto duramente chi lasciava l’aula, hanno urlato la loro rabbia, hanno costretto la presidente Barrile a interrompere i lavori più volte. Sintomi chiari di una situazione che sta precipitando e pagarne le conseguenze ancor di più potrebbero essere i cittadini che già scontano da giorni un’emergenza rifiuti che sta assumendo dimensioni preoccupanti.
Ci vorranno dunque ancora altri giorni e quello che succederà è tutto da vedere. Ciò che ha lasciato un po’ basiti è anche il fatto che durante una seduta così importante, ci sia stato solo un intervento sulla delibera in discussione. E’ stata la consigliera Pd Antonella Russo a sviscerare tutte quelle che ritiene siano le falle di questo provvedimento, motivando così anche il suo no: «Questa delibera contiene elementi di scarsa precisione. Per quanto riguarda l’impegno di spesa abbiamo visto i 300 mila euro inseriti per la capitalizzazione della società ma non può essere questo il polmone della MessinaServizi. Con quali risorse finanziarie si acquisteranno i mezzi? Si è parlato del Piano finanziario ma non abbiamo potuto vederlo e non può essere sostituito da una relazione del Dipartimento Ambiente, era necessario un piano asseverato. Sulla sostenibilità di questa operazione non può bastare il Piano Aro. Parliamo poi dei dipendenti. Sappiamo tutti che la Legge Madia non prevede la mobilità interaziendale dei lavoratori. La Legge Madia prevede concorso pubblico e si dovrà parlare quindi di nuove assunzioni ma non abbiamo capito se il trattamento di fine rapporto sarà corrisposto da Messinambiente, a quanto ammonta, come verrà corrisposto. Nel contratto di servizio all’art 19 l’unica garanzia che viene data è un trafiletto che rimanda alla legge 147 del 2013 che parla di mobilità tra le partecipate. Ma andiamo avanti. Credo che sarebbe stato opportuno un parere generale sulla delibera, ma ha detto solo che non sa chi ha seguito la procedura di stesura del contratto di servizio. Non ho trovato nessuna garanzia per i creditori, tra cui ci sono anche i lavoratori che hanno crediti per ferie e permessi non goduti e Tfr. La nuova società deve partire senza debiti, altrimenti non si capisce come potrebbe operare. Il Comune deve garantire il controllo analogo diretto e reale ma quali sono i requisiti? L’art. 23 parla degli strumenti di controllo ma si prevedono attività di controllo ogni tre anni dunque quali sono le garanzie? Passiamo all’ipotesi di risoluzione del contratto. Se ci fosse una grave interruzione del servizio per più di tre giorni consecutivi cosa succede? Che il contratto viene risolto di diritto? E chi gestisce un servizio del genere? I tempi sono ancora lunghi, non potrete rispettare la data del 30 giugno, mancano le autorizzazioni regionali ma non basta solo la costituzione della società, servono gli strumenti. Questi passaggi non ce li avete spiegati».
A rispondere al fuoco di quesiti della Russo l’assessore Daniele Ialacqua: «Continuo a non capire certe affermazioni. Il piano investimenti è all’interno del Piano Aro che è stato approvato dalla Regione e dal consiglio comunale, le risorse vengono dalla Tari. Esiste il Piano finanziario, non esiste il Piano industriale che non è previsto per legge. Nella prima parte della delibera sono anche citate sentenze che specificano che non c’è bisogno di Piano industriale quando non si prevedono investimenti infrastrutturali che sono di competenza della regione. Questa società deve solo gestire il servizio. A garantire oi lavoratori è vero che non c’è più la mobilità interaziendale ma il passaggio è disciplinato dalla legge regionale 9 del 2010, il contratto collettivo nazionale e del codice civile, quindi non comprendo certi allarmismi. Manca il parere di Castronovo? La delibera è stata presentata dall’ex dirigente Signorelli. Poi sulla tempistica ricordo che la consigliera Russo è la stessa che affermava che non saremmo arrivati mai ad avere i mezzi del porta a porta. La data del 30 giugno è stata stabilita quando abbiamo esitato in giunta queste delibere, oggi siamo al 22 maggio, sarò ottimista ma credo sia ancora possibile rispettare questa data. Quello che è successo oggi con l’aggressione al comandante Santagati e con il blocco della discarica sono due esempi della crisi del settore rifiuti a livello regionale. Siamo gli unici a non avere un impianto, questa società è la carta vincente che possiamo mettere in campo per uscire dal sistema dell’emergenza siciliana».
Questo è stato tutto il dibattito su una delibera da cui dipende il futuro della gestione rifiuti. In coda, prima del voto, ha voluto prendere la parola Daniela Faranda per spiegare le ragioni del suo no: «Mi assumo oneri e onori ogni volta che decido di votare e il deserto in aula dovrebbe far riflettere. Il sindaco non c’è, Ialacqua è stato sempre presente, ma non ci fidiamo più. Mi auguro che Ialacqua abbia ragione nell’aver intrapreso questa scelta, me lo auguro per la città. Sarò pronta a fare mea culpa se dovessi sbagliarmi. Il mio voto è contrario ma se non votiamo oggi non so se ci sarò più una prossima volta perché mi sono stufata».
Il clima dunque è tesissimo anche tra gli stessi consiglieri. Quelli presenti hanno stigmatizzato le assenze dei colleghi. Lo ha fatto a muso duro la capogruppo accorintiana Lucy Fenech: «Al di là della propria dichiarazione di voto, veder uscire in massa una serie di colleghi è un’offesa nei confronti di chi sta qua dentro da settimane. Chi non è convinto resta in aula e vota contrario, non ci lascia nell’impossibilità di votare. Non siamo più disposti a votare atti così importanti in 16. E questo non dipende dalla sfiducia nei confronti dell’amministrazione, chi non vuole più fare il proprio dovere si dimetta e faccia spazio a energie nuove» riferendosi soprattutto a Peppuccio Santalco, Giovanna Crifò, Carmelina David, Daniele Zuccarello, Nicola Crisafi e Fabrizio Sottile che durante i lavori hanno pian piano lasciato l’aula.
Alla fine questa MessinaServizi sta scatenando ormai uno scontro da tutti contro tutti. I lavoratori sono ormai sul piede di guerra e ci sarà poco da stupirsi se i problemi nella raccolta continueranno ancora. Adesso si attende la nuova data per il prossimo consiglio comunale, ma non si esclude che nei prossimi giorni ci sarà qualche colpo di scena a Palazzo Zanca.
Francesca Stornante
E trischitta dov’è? Gioveni ? Di Sottile ricordatevi che vuole candidarsi alle regionali…
Zucarello forse doveva inaffiare l’aiuola!!
E trischitta dov’è? Gioveni ? Di Sottile ricordatevi che vuole candidarsi alle regionali…
Zucarello forse doveva inaffiare l’aiuola!!
Il comune assuma in proprio il servizio, bandendo i concorsi pubblici, senza riserva alcuna e senza favoritismi.
200 dipendenti sarebbero più che sufficienti.
Il denaro risparmiato servirebbe ad acquistare mezzi nuovi ed efficienti.
Il comune assuma in proprio il servizio, bandendo i concorsi pubblici, senza riserva alcuna e senza favoritismi.
200 dipendenti sarebbero più che sufficienti.
Il denaro risparmiato servirebbe ad acquistare mezzi nuovi ed efficienti.
Come vanno interpretate le numerose critiche del consigliere Gioveni pubblicate nei giorni scorsi in ambito rifiuti?
E i teatrali appostamenti notturni del.consigliere Zuccarello?
Sul tema rifiuti molti consiglieri stanno giocando sporco in vista delle prossime amministrative.
Punteranno il dito contro chiunque ma non diranno mai di essere concausa di una situazione indecorosa e soprattutto non ammetteranno mai il dolo con il quale stanno impedendo di fatto un cambio di passo in tema rifiuti.
Se questa fosse una democrazia sana le cariche pubbliche dovrebbero essere revocate in caso di assenze reiterate ingiustificate a dannose.
Lo scopo è lasciare Accorinti in braghe di tela. Ma discapito di tutta la cittadinanza.
Come vanno interpretate le numerose critiche del consigliere Gioveni pubblicate nei giorni scorsi in ambito rifiuti?
E i teatrali appostamenti notturni del.consigliere Zuccarello?
Sul tema rifiuti molti consiglieri stanno giocando sporco in vista delle prossime amministrative.
Punteranno il dito contro chiunque ma non diranno mai di essere concausa di una situazione indecorosa e soprattutto non ammetteranno mai il dolo con il quale stanno impedendo di fatto un cambio di passo in tema rifiuti.
Se questa fosse una democrazia sana le cariche pubbliche dovrebbero essere revocate in caso di assenze reiterate ingiustificate a dannose.
Lo scopo è lasciare Accorinti in braghe di tela. Ma discapito di tutta la cittadinanza.