Per la Procura di Messina è colpevole e merita 25 anni di carcere il 57enne che nascose la sieropositività alla compagna, morta di Aids
E’ il giorno della richiesta di condanna al processo per la morte dell’avvocata messinese spirata di Aids e contagiata dall’ex compagno, che le nascose di essere sieropositivo. Circostanza che nascose anche ad altre partner, secondo l’Accusa, che ha chiesto per Luigi De Domenico la condanna a 25 anni. La Corte (presidente Micali) deciderà il prossimo 4 gennaio, data in cui è stato aggiornato al processo. Quel giorno toccherà all’avvocato Carlo Autru, difensore del presunto untore, ed a Bonaventura Candido ed Elena Montalbano, legali dei familiari della giovane professionista, deceduta dopo un calvario di anni perché la reale causa dei suoi disturbi le venne diagnosticata troppo tardi, quando le era ormai impossibile curarsi a dovere.
Stamane invece è toccato al Pubblico Ministero Roberto Conte tirare le fila del processo, che secondo l’Accusa ha dimostrato la responsabilità piena del 57enne messinese, inchiodato dalle testimonianze e dai riscontri documentali prodotti. In particolare la testimonianza chiave della sorella della vittima, a cui si deve la battaglia legale portata avanti, ha spiegato lei, anche per salvare altre donne.
E’ ancora alle prime battute, invece, il processo a carico dei tre medici che curarono la donna senza richiedere gli accertamenti necessari nei casi di Aids malgrado, hanno stabilito i periti della Procura, i sintomi ci fossero tutti.