Bilancio, Piano di riequilibrio, criticità della Corte dei Conti: gli assessori Cuzzola e Signorino, insieme al sindaco Accorinti, hanno parlato del lavoro fatto sui conti e sui documenti finanziari, sulle azioni messe in atto e su come sono stati raggiunti determinati obiettivi
Il Piano di riequilibrio? «Ad oggi è utile ma non indispensabile». Il bilancio? «Dopo i turbolenti anni delle difficoltà economiche oggi è un bilancio maturo». I rilievi della Corte dei Conti? «In molti hanno preso l’ultima nota della Corte dei Conti e la convocazione a Palermo come una mannaia. Facciamo presente che si tratta del bilancio 2015, le criticità che vengono sollevate riguardano la situazione fotografata al 2015. Oggi le cose stanno in modo molto diverso e abbiamo già risposto punto su punto a tutti i rilevi sollevati dalla Corte dei Conti. Andremo a spiegare che, tra l’altro, ci sono stati molti errori di comunicazione nel rapporto a tre tra amministrazione comunale, Revisori dei Conti e Corte dei Conti». Quindi qualcuno ha sbagliato? «Diciamo che ci sono stati errori interpretativi che possiamo dimostrare con carte e numeri alla mano». In un turbinio di domande e risposte, oggi gli assessori al Bilancio e al Piano di riequilibrio, Enzo Cuzzola e Guido Signorino, hanno voluto parlare ancora una volta dei conti del Comune, in vista dell’appuntamento palermitano di domani, hanno parlato del previsionale 2017 approvato in consiglio pochi giorni fa, del consuntivo 2016 che ancora manca all’appello ma che, assicurano, sarà approvato in giunta entro questa settimana,
del Piano di riequilibrio.
«Intanto dobbiamo essere chiari: fino a quando continuiamo a parlare di bilanci e riequilibrio come due entità separate continueremo a commettere errori. Il bilancio 2017/2019 dice chiaramente che siamo ritornati quasi alla normalità. Il bilancio passa dai 417 milioni del 2013 agli attuali 738 milioni. Sono state recuperate risorse pregresse (ad esempio il contributo per i contrattisti 2014-15-16 fermo per anni alla Regione e sbloccato con l’impegno dell’amministrazione e dell’Ufficio Risorse Umane); è stato fatto un intenso lavoro di contrasto all’evasione fiscale; si è continuato nell’opera di riduzione delle spese correnti e di risparmio strutturale sulle spese energetiche; sono stati posti a frutto la progettualità e la capacità di attrarre risorse sui fondi europei. In tal modo, oltre a garantire il mantenimento dei servizi per i cittadini, abbiamo ricostruito il rispetto delle necessità legate al riequilibrio finanziario e posto le basi per il riavvio del ciclo degli investimenti pubblici in città» ha spiegato Cuzzola che ha voluto sottolineare per esempio che oggi i numeri dicono che l’anticipazione di cassa è stata praticamente azzerrata e che il Comune chiede piccole anticipazioni fisiologiche solo in caso di stringenti necessità, tipo il pagamento degli stipendi. Oppure ha parlato delle partecipate, ricordando sempre che la Corte dei Conti si riferisce al 2015 mentre nel frattempo sono state messe in campo azioni diverse che hanno cambiato il quadro. «Per Messinambiente non ci sono più i 100 milioni di debito nel Piano perché abbiamo spalmato i 30 milioni del concordato sui bilanci, liberando quindi 70 milioni che invece avevamo destinato ai debiti della partecipata. Con Atm stiamo lavorando per inserire l’immobile di via La Farina nel patrimonio della società, così anche su quel fronte si azzera l’esposizione debitoria. Sul fronte delle transazioni abbiamo lavorato sulla rivalutazione del debito potenziale che derivava dai contenziosi e abbiamo ridotto il monte di 28,5 milioni di euro. I numeri ci dicono che la massa debitoria oggi è di 103 milioni» hanno detto Cuzzola e Signorino passandosi continuamente la parola, segno che in effetti il lavoro su bilanci e riequilibrio sta camminando di pari passo.
«Ha ragione chi ci contesta che gli atti sono prodotti in ritardo» ammette Signorino, «ma non è vero che la causa sono i continui aggiustamenti che siamo costretti a fare, come se commettessimo errori in corso d’opera. Quelli che inseriamo come emendamenti, se rispettassimo i tempi corretti, sarebbero normali assestamenti di bilancio. Questo anzi significa che il bilancio è vivo».
Perché Cuzzola è così ottimista? «Lo sono per natura – dice l’assessore – ma sono abituato a parlare con i numeri e sono abbastanza presuntuoso per dire che so leggerli molto bene. La massa passiva da piano certificata si è ridotta a 281 milioni. Di questi, 179 milioni di euro sono stati assorbiti al bilancio con l’entrata in vigore del bilancio armonizzato (in sostanza il comune di Messina oggi avrebbe dovuto comunque stanziarli anche se non si fosse trovato in procedura di riequilibrio). Quindi è evidente a tutti che la vera massa passiva da piano è effettivamente pari a circa 103 milioni. E pensare che c’era chi voleva il dissesto e pensare che c’è chi ancora ne parla, mentre in effetti si potrebbe anche revocare la procedura di riequilibrio, se non fosse indispensabile incamerare il fondo di rotazione per riconoscere e pagare immediatamente i debiti fuori bilancio».
Da questa operazione una buona notizia sembra essere alle porte per i tantissimi piccoli creditori del Comune. «Abbiamo 18 mila debiti nei confronti dei cittadini, avremmo voluto aspettare l’approvazione del Piano di riequilibrio, ma oggi abbiamo a disposizione 14 milioni per iniziare a pagare. 5 milioni saranno impiegati subito per chi ha già fatto delle transazioni, con gli altri 9 vorremmo accontentare una platea quanto più ampia e per questo lanciamo un appello a chi volesse avviare una eventuale transazione del proprio credito».
Un impegno che gli assessori, insieme al sindaco Accorinti, si sono assunti anche oggi è quello di normalizzare i tempi di redazione degli atti finanziari, visto che su questo fronte i quattro anni trascorsi sono stati negativi. «Entro questa settimana approviamo il consuntivo 2016, entro il 30 novembre chiudiamo l’assestamento di bilancio e a gennaio presenteremo il previsionale 2018». Anche a dicembre scorso era stato fatto il previsionale 2017 approvato solo pochi giorni fa in consiglio, ma di quello rimase solo il famoso selfie perché poi ci vollero 10 mesi per rivedere il bilancio. Magari il prossimo anno sarà la volta buona.
Francesca Stornante
Vediamo se cominciano a pagare le sentenze civili. Sono anni che i cittadini e i loro avvocati aspettano il pagamento di cui al condannatorio delle sentenze. Vogliamo fatti, non mere dichiarazioni di facciata.
questo è convinto che i messinesi hanno l’orecchino al naso.