Abbiamo un paio di vacche grasse, stuoli di cicale che ancora cantano, api operose e pecore accondiscendenti. Eppure in 20 anni a Messina non si è vista una formica che mettesse da parte le provviste dell'inverno. E ora ci sono nubi nere all'orizzonte.
Il dibattito di questi giorni è: dissesto o Piano di riequilibro? Lo stesso dibattito del 2013, come se 5 anni siano passati invano. Il dissesto è nei fatti ma formalmente siamo in fase di rimodulazione del Piano di Riequilibrio. I messinesi pagano il prezzo di un default (tariffe massime, servizi minimi) senza che questo sia stato dichiarato.
Oggi non ci sono alternative: o dissesto o nuovo Piano di Riequilibrio. La terza via è un miracolo, ma non se ne vedono in vista.
Come nella Fattoria degli animali di Orwell si possono intravedere tipologie e caratteri lo stesso accade nel dibattito in corso a Messina. C’è chi si vuol rifugiare nell’Arca di Noè, chi vuol affrontare il diluvio e infine chi crede di essere nell’Eden.
L’unica specie che da 20 anni non vive nella Fattoria Messina è la formica. Neanche Piero Angela sa spiegare il mistero della sua scomparsa. Peccato perché le formiche a Messina ci sarebbero servite eccome.
FATTORIA MESSINA
LE CICALE: di queste spensierate canterine che si son godute la vita negli ultimi 20 anni ce ne sono migliaia, in tutte le classi sociali ed in tutti i settori. Come nella favola erano davvero convinte che ci avrebbero pensato le formiche a mettere da parte le provviste per l’inverno. Cicale ce ne sono ancora tantissime, complice l’estate che sembra non voler finire, continuano a cantare come se nulla fosse e dicono agli altri animali della fattoria: “Ma perché lavorate tanto? Venite qui all’ombra a ripararvi dal sole, potremo cantare insieme”. Armate di chitarra cantano convinte che i problemi non ci siano e comunque la vita è breve, chi se ne frega, i problemi li lasciamo ai nostri figli e nipoti.
VACCHE GRASSE: ci sono pochi esemplari di questa specie, ma veramente veramente veramente grassi. Proprio perché pochi sono ingrassati sulle spalle di tutti gli altri. Vivono in zone appartate, frequentano gruppi ristretti, si sposano tra di loro e sempre tra di loro si tramandano incarichi, prebende, poltrone. Dalla politica all’imprenditoria, dalla libera professione ai manager ed ai dirigenti, sono talmente obesi che hanno accumulato grasso per le prossime 10 generazioni.
API, FARFALLE, BUOI, GALLINE, ANIMALI DA CORTILE: sono quelli che lavorano e tirano avanti la “carretta”. In silenzio, spesso tra mille difficoltà, senza riuscire ad arrivare alla terza settimana del mese. Spesso scavalcati dal furbo o dal raccomandato di turno, dal “figlio di..” dal “protetto di…”. Ma non mollano mai. Ci sono le api operose che fanno il miele per rendere più bella Messina, gli animali da soma che assicurano i servizi o si alzano all’alba per farci trovare quel che cerchiamo. Ci sono le farfalle che nel buio della sofferenza ci portano il colore e il sorriso, in una corsia di ospedale, in un’ambulanza, in una parrocchia, in un ufficio, in un’iniziativa di beneficenza, in teatro. Là dove non te l’aspetti la farfalla ti rende più leggero il cuore.
I LUPI: furbissimi. Quando sono nati hanno capito che non sarebbero mai diventati vacche grasse ma che accanto a loro, passando dal servizio di una vacca grassa ad un’altra, si sarebbero potuti arricchire o migliorare le loro condizioni economiche e sociali. I lupi, come c’insegna Cappuccetto rosso, non li distingui mai dalla nonna fin quando non ti hanno sbranato. A Messina sono nei posti chiave, nei ruoli intermedi individuano là dove c’è il bisogno ed agiscono con cinismo. Non gliene frega niente se sei pecora o ape. E’ come con il “caporalato”. Tu gli servi.
LE PECORE: là dove ci sono vacche grasse e lupi non possono mancare le pecore. A Messina sono tantissime e cercano tutele dagli attacchi esterni. Si fanno tosare docilmente e spostare da un pascolo all’altro. La caratteristica della pecora è che cerca sempre un padrone, o un cane lupo, un capo branco. Bruca l’erba e non si accorge che l’erba che cresce in riva allo Stretto crea assuefazione e rende schiava.
I GUFI: Non mancano quelli che stanno lì per vedere fallire le pecore, le api operaie, le farfalle, i buoi, chiunque sia operoso o felice. Odiano le farfalle perché credono nell’impossibile, erano bachi fino a un minuto prima e un minuto dopo hanno le ali. Sanno essere felici anche solo per un giorno e questo i gufi non lo sopportano. Odiano pure le api perché sono costanti, tenaci e fanno squadra. E creano.
GLI ELEFANTI CHE VOLANO: Messina finirà nel guinness dei primati come città con il maggior numero di persone che crede agli elefanti ed agli asini che volano. Ci abbiamo creduto per anni, al punto che pensiamo che questi elefanti siano piloti dell’Alitalia, anche perché fanno capolinea a Roma (o a Palermo). C’è chi ancora oggi è convinto che Messina non abbia alcun problema, sia in ottima salute, non ci siano buchi neri e che Babbo Natale ha pagato tutti i debiti fuori bilancio.
I DINOSAURI: Ce ne sono davvero pochi, tutti in politica, sono rimasti dietro le quinte, un po' nascosti, ma riescono sempre a tirare le fila.
SCIACALLI e AVVOLTOI: sui guai di farfalle, api, buoi, c’è chi lucra. Sopra il cielo di Messina ne stanno arrivando tanti. Ma non sono tutti Stretto.
GRILLI: sono pochi perché, come tutti i grilli, appena aprono bocca vengono spiaccicati con le pantofole al muro. Siano essi esponenti di associazioni o movimenti, siano certi consiglieri (o ex) o certa stampa poichè vanno in contro tendenza passano per menagramo o invidiosi o affetti da chissà quale forma di follia.
STRUZZI: anche questi sono tantissimi, pur di non guardare in faccia la realtà mettono la testa sotto la sabbia fin quando non passa la tempesta, un po' come nel detto siciliano “calati junco ca passa la china”. Alcuni hanno la testa sotto la sabbia da mezzo secolo.
LEONI DA TASTIERA: figura mitologica. Sono pieni di odio e di invidia, sanno tutto e lo sanno fare meglio di tutti gli altri. Ma sono intrappolati nella rete. Non riescono a vivere nella vita reale. Moltissimi sono troll. Si nutrono di fake news e non hanno mai visto una farfalla volare.
Peccato che in questa fattoria manchino le formiche. Da 20 anni non si è vista neanche una piccola formica. Abbiamo struzzi, elefanti volanti, stuoli di cicale e neanche una formica che ci ricordi che l’inverno prima o poi arriva. Adesso che nuvoloni scuri sono nel nostro cielo le chitarre e la testa sotto la sabbia non ci saranno di alcun aiuto.
Rosaria Brancato
Cara Rosaria, hai dimenticato l’animale più rappresentativo, l’animale messinese per antonomasia: il buddace.
Brava Rosaria, ma lo capiranno in pochi: Dinosauri Lupi e Vacche Grasse capiranno perfettamente… e se ne fregheranno facendosi qualche risata (pardon muggito, guaito…) fra di loro.
Gli altri animali…facilmente, secondo la teoria di Darwin si trasformeranno per evitare l’estinzione in BUDDACI, un pesce insignificante con una bocca grandissima sempre in azione pensando di fare discorsi compiuti o lamentarsi sempre e risolvere tutti i problemi…ma i pesci sono muti e loro non lo sanno.
Buona analisi…
Hai dimenticato i Messinesi, una specie rara, molto intelligente ma che ha spento il cervello da tempo. Vivono di luoghi comuni e di frasi fatte, tutti parlano e nessuno ascolta, tutti sanno più di tutti. Hanno una frustrazione congenita che gli gli fa credere di essere minorati, che il buono può arrivare solo da fuori, che i milanesi sono bravi, se sono americani ancora meglio. Una specie così frustrata che se un esemplare della stessa specie riesce a fare qualcosa di buono, gli altri si mettono di traverso. Hanno un innato senso dell’autolesionismo e dell’anti-economia, ma basterebbero i giusti input per risvegliarli e rilanciare la città, ma gli input al momento possono arrivare solo dai media locali… confido in voi!