“Ultimatum” della Corte dei conti per evitare il crack del Comune di Messina

“Ultimatum” della Corte dei conti per evitare il crack del Comune di Messina

Danila La Torre

“Ultimatum” della Corte dei conti per evitare il crack del Comune di Messina

Tag:

venerdì 26 Ottobre 2012 - 10:48

Il Commissario Croce dovrà inviare una relazione dettagliata entro il 2 novembre. Dopo aver letto le carte, l’organo di controllo deciderà se procedere alla dichiarazione di dissesto, che darebbe il via ad un periodo di vera austerity. Da Coglitore e da Vernuccio precisazioni rispettivamente in merito ai debiti di Palazzo Zanca ed ai tagli dei trasferimenti regionali

Il Comune di Messina è più che mai vicino a dichiarare al dissesto. Lo dicono i fatti e lo dicono soprattutto i numeri. Impietosi nel raccontare un crack economico che non è più solo un’ipotesi da evitare ma una realtà da affrontare, in tutta la sua drammaticità. La Corte dei conti, che da anni vigila sui conti “malati” Palazzo Zanca, ha inviato all’ente l’ennesima nota “bollente” , che suona come un ultimatum: entro il due novembre – cioè entro pochissimi giorni – il Comune dovrà inviare a Palermo una relazione dettagliata per spiegare se è in grado di garantire i servizi essenziali (rifiuti, trasporti, servizi sociali etc) e di pagare gli stipendi. In base alla risposta fornita dal commissario straordinario, Luigi Croce, l’organo di controllo deciderà sul dal farsi e se procedere – come ormai sembra inevitabile – all' avvio delle procedure per la dichiarazione di dissesto economico. Il Testo unico degli enti locali, all’articolo 244, prevede che «si ha stato di dissesto finanziario se l’Ente, Comune o Provincia, non può garantire l’assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili, ovvero esistono nei confronti dell’Ente locale crediti di terzi cui non si possa fare validamente fronte né con il mezzo ordinario del ripristino del riequilibrio di bilancio né con lo straordinario riconoscimento del debito fuori bilancio».

A palazzo Zanca, l’atmosfera è quella tipica che precede un funerale, perché di questo in fondo si tratterebbe, con il sotterramento di ogni speranza per un’immediata ripresa economica dell’ente, che si ritroverebbe, invece, ad affrontare un periodo di vera austerity, come previsto dalle norme del Testo unico degli Enti locali, che di seguito riassumiamo .

LE CONSEGUENZE DEL DISSESTO

L’ente dissestato deve approvare un nuovo bilancio, vagliato dal Ministero dell’interno, basato sull’aumento delle entrate al livello massimo consentito dalla legge, sul contrasto all’evasione e sul contenimento di tutte le spese. Tra le altre misure da mettere in campo: l’alienazione del patrimonio disponibile non strettamente necessario all’esercizio delle funzioni istituzionali, la destinazione degli avanzi di amministrazione dei cinque anni a partire da quello del dissesto e delle entrate straordinarie, la contrazione di un mutuo a carico del proprio bilancio.

Nella prima seduta successiva alla dichiarazione del dissesto e, comunque, entro trenta giorni dalla data di esecutività della delibera di dichiarazione del dissesto, il Consiglio comunale deve deliberare, relativamente alle imposte e tasse locali di propria spettanza, le aliquote e le tariffe di base nella misura massima consentita. Viene esclusa la tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, per la quale è prevista la determinazione delle tariffe con provvedimento da adottare annualmente sulla base dei costi di gestione del servizio.

L’ente è, poi, tenuto ad effettuare una rigorosa rivisitazione delle spese, procedendo preliminarmente alla riorganizzazione dei servizi con criteri di efficienza, eliminando sprechi, inefficienze, diseconomie. Quindi, deve rivedere le dotazioni finanziarie eliminando o, quantomeno riducendo, ogni previsione di spesa che non abbia per fine l’esercizio di servizi pubblici indispensabili. L’ente dovrà poi verificare accuratamente la situazione economico-finanziaria degli enti, istituzioni e organismi dipendenti, nonché delle aziende speciali, adottando i provvedimenti necessari per l’eventuale relativo risanamento.

Giro di vite per le spese del personale, con l’obbligo per l’ente di rideterminare la dotazione organica, dichiarando in eccesso e collocando in disponibilità il personale comunque in servizio che risulti in esubero rispetto al rapporto medio dipendenti-popolazione, fermo restando l’obbligo di accertare le compatibilità di bilancio. L’altro obbligo in materia di spesa di personale è quello di ridurre la spesa per il personale a tempo determinato a non oltre il 50 per cento della spesa media sostenuta per l’ultimo triennio antecedente l’anno cui si riferisce l’ipotesi di bilancio.

Per quanto riguarda i debiti, i Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni possano ricorrere all’indebitamento solo per finanziare spese di investimento.

CHI DICHIARA IL DISSESTO

Nel caso in cui dalle deliberazioni dell'ente, dai bilanci di previsione, dai rendiconti o da altra fonte l'organo regionale di controllo (la Corte dei Conti) venga a conoscenza dell'eventuale condizione di dissesto, chiede chiarimenti all'ente e motivata relazione all'organo di revisione contabile assegnando un termine, non prorogabile, di trenta giorni. Se ci sono le condizioni, la Corte assegna al Consiglio, con lettera notificata ai singoli consiglieri, un termine, non superiore a venti giorni, per la deliberazione del dissesto. Decorso infruttuosamente il termine, la Corte nomina un commissario ad acta per la deliberazione dello stato di dissesto

I RESPONSABILI DEL DISSESTO

L’art. 248 del Testo unico prevede pesanti sanzioni per gli amministratori ritenuti responsabili dello sfascio economico, stabilendo che «gli amministratori degli enti locali che la Corte dei conti ha riconosciuto responsabili, anche in primo grado, di danni da loro prodotti, con dolo o colpa grave nei cinque anni precedenti il verificarsi del dissesto finanziario, non possono ricoprire, per un periodo di cinque anni, incarichi di assessore, di revisore dei conti di enti locali e di rappresentante di enti locali presso altri enti, istituzioni ed organismi pubblici e privati, ove la Corte, valutate le circostanze e le cause che hanno determinato il dissesto, accerti che questo è diretta conseguenza delle azioni od omissioni per le quali l'amministratore è stato riconosciuto responsabile».

Intanto, in attesa di sapere se la Corte dei conti procederà alla dichiarazione di dissesto, ci sono due precisazioni degne di nota. La prima arriva dal Comune ed esattamente dalla stanza del ragioniere generale Ferdinando Coglitore che, in merito alla notizia sui 200 milioni di euro di debiti, afferma:«I debiti censiti dall’area economico-finanziaria ammontano a circa 60 milioni di euro. Può essere- aggiunge il dirigente – che altri hanno dati di cui noi non siamo in possesso»

La seconda precisazione giunge, invece, da Palermo e riguarda i tagli ai trasferimenti regionali ai Comuni siciliani. L'assessore regionale per le Autonomie locali e la Funzione pubblica, Nicola Vernuccio, rimanda ai mittenti le accuse, chiarendo che«si tratta di una polemica pretestuosa, legata certamente alla campagna elettorale, visto che la riduzione del Fondo è stata operata dalla legge finanziaria regionale, approvata dal parlamento siciliano ben 6 mesi fa. Dov'erano, allora – si domanda l'assessore- tutti questi sindaci? Il ruolo dell'assessore, oggi, mio malgrado, è stato quello di un "semplice" notaio». (Danila La Torre)

37 commenti

  1. tragedia sociale alle porte. ma meglio così…

    0
    0
  2. Mi compiaccio per il tono ed il ontenuto dell’articolo.
    Asciutto, molto professionale, esaustivo.
    Brava a Danila La Torre, che ricordo già molto brava e onale a TCF.
    Fossero tutti così!!
    Mi preme fare qualche considerazione.
    “La Corte dei conti, che da anni vigila sui conti “malati” Palazzo Zanca”.
    Ma allora Buzzanca ha preso per i fondelli la cittadinanza?
    I revisori dei conti come hanno potuto certificare i bilanci degli ultimi anni?
    I consiglieri come hanno potuto approvare tali bilanci?
    La Corte dei Conti dov’era quando da Messina venivano prodotte delle carte con dei numeri palesemente irregolari (se non, addirittura, falsi)?
    Certificare ed approvare dei bilanci palesemente inesatti o falsi non significa avere compiuto dei reati?
    Perchè la Corte dei Conti ha permesso al sig. buzzanca (b minuscola) di continuare ad occupare illegittimamente un posto che avrebbe dovuto, da anni, essere commissariato?
    Infine: DOV’ERA LA MAGISTRATURA?
    Giuseppe Vallèra.

    0
    0
  3. ” Ultimatum” della Corte dei conti per evitare il crack del Comune di Messina
    Il Commissario Croce dovrà inviare una relazione dettagliata entro il 2 novembre.” Commissario dr. Luigi Croce, Lei ha il dovere di rispondere alla Corte dei Conti entro il termine dalla stessa fissato, ma ha anche il dovere di rendere pubblica, attraverso gli organi di informazione, la relazione che invierà alla Corte dei Conti. Non trattasi di un segreto d’ufficio, ma il resoconto dettagliato della situazione economica finanziaria in cui versa il Comune di Messina ed i danni che ne ha prodotto nel tessuto economico e finanziaria nella intera comuniyà cittadina. I cittadini che pagano le tasse che Ella, con il consenso dei consiglieri di centro destra, giustamente, ha elevato nei liniti massimi hanno il diritto di conoscere che cosa Ella comunicherà alla Corte dei Conto. I cittadini messinesi non sono più disponibili a subire, oltre alle beffe anche, il danno morale ed economico.

    0
    0
  4. Ma che girino quei ladri “a testa sutta e a pedi all’aria” e vedrete come si colmano i 200milioni di debiti che hanno fatto, dalle loro tasche usciranno i soldi frutto del nostro sudore e del nostro sangue…..

    0
    0
  5. A tutt’oggi, non si conosce l’ammontare reale dei debiti: chi dice 70 milioni, chi 60, chi 200!
    Qual’è la verità? Si conoscerà mai? E nel caso di dissesto, il signor Buzzanca & Co. sarebbero esclusi da ogni attività nelle varie amministrazioni, compresa l’eventuale (e non remota) collocazione negli scranni della Regione Siciliana? Ma dal dire al fare c’è di mezzo il mare (ed anche qualcosa’altro di poco pulito).
    Vero?

    0
    0
  6. E SARA’ DISSESTO, NON PERCHE’ CI SPERI, MA PERCHE’ LO DICONO I NUMERI, ANCHE SE LO DICONO DA ANNI.
    PAGHEREMO PESANTI CONSEGUENZE PER TALE MISERRIMA FINE, MA E’ IL PREZZO DA PAGARE PER LEVARCI DI DOSSO QUESTA ZAVORRA CHE CI HA GOVERNATO NEGLI ULTIMI 30 ANNI.
    MI AUGURO CHE VENGANO RICHIESTI CONGRUI RISARCIMENTI SE VI SARANNO RESPONSABILITA’ PATRIMONIALI O DANNI ERARIALI.
    E MI AUGURO DI NON RIVEDERE NEMMENO UNO DEI PERSONAGGI POLITICI CHE CI HANNO PORTATO AL BARATRO, DOPO GIORNO 28.

    0
    0
  7. Mi dispiace ma non sono d’accordo perchè la politica ha il compito di evitare la tragedia sociale e fornire le soluzioni ai problemi! Certo bisogna però cogliere l’occasione per fare pulizia affinchè non si ripetano più in futuro gli errori del passato!

    0
    0
  8. DEFAULT!!! ORA!!!
    Se defaulta un azienda tutti a casa..perchè al comune no??
    Tutti a casa. Poi la magistratura si recepisce lo stato di assunzioni dei dipendenti del comune e chi non è entrato con regolare concorso si sta a casa e va a piangere dietro la porta di chi gli ha promesso il posto…

    0
    0
  9. In quest’Italia da avanspettacolo si verifica che chi provoca i guai se la ride, mentre chi non c’entra niente deve pagare, questa è una VERGOGNA!
    Vedrete che la corte dei conti non riuscirà ad individuare nessun amministratore che singolarmente e specificatamente ha prodotto lo sfascio economico attuale. La responsabilità è di tutta la classe politica, sia di chi ha adottato, con atti amministrativi, comportamenti dissennati, sia di chi dovendo vigilare (opposizione) non lo ha fatto o lo ha fatto male. Tutti, tranne quelli che possano dimostrare in modo concreto di essersi opposti al meglio delle loro possibilità, dovrebbero essere RADIATI PER SEMPRE dalla vita pubblica. Se il cassiere di una banca ruba, non torna a contare soldi, nè dopo 5, nè dopo 10, nè dopo 15 anni, MAI PIU’.
    Invece succederà che a pagare REALMENTE E CONCRETAMENTE i danni prodotti da questi sciagurati, saranno i cittadini con l’aumento delle tasse locali al massimo possibile,una parte dei dipendenti potrebbe andare in mobilità, una parte dei precari dovrà dire definitivamente addio al sogno della stabilizazzione, se non allo stesso posto di lavoro, ecc., mentre il “circo Barnum” dei politicanti non si fermerà di certo e via con altri incarichi e con altre “entrate”.

    0
    0
  10. • Ma che dici, si vede che non leggi i commenti dei lettori informati. La gestione del sindaco Franco Provvidenti (1994/1998) ha cessato dall’incarico per fine mandato lasciando nelle casse del Comune ben 48 miliardi, 008 milioni, 654 mila e 681 lire. Al 31/12/1999 la cassa del Comune aveva una disponibilità liquida ed esigibile di 67 miliardii, 077 milioni, 817 mila e di 750 lire. Questi sono numeri non inventati ma tratti dagli atti contabili del Comune di Messina. A coloro i quali ho chiesto di fare chiarezza sui conti del Comune, per primo al commissario regionale Gaspare Sinatra, l’uomo dalla gestione finanziaria esatta e lungimirante, i risultati sono oggi a tutti noti, e per ultimo all’ex sindaco on. Giuseppe Buzzanca rimasero zittiti sino a quando non lasciarono la stanza sindacale di Palazzo Zancla. La storia la scrivono i conoscitori leali e precisi degli avvenimenti che sui vogliono raccontare. ,

    0
    0
  11. http://www.governo.it/GovernoInforma/spending_review/direttrice_tagli_organico.html

    ERANO STATI PREVISTI TAGLI PER 20% E 10% TRA DIRIGENTI E PERSONALE ED INOLTRE LA RIORGANIZZAZIONE DELLO STESSO E LA MESSA IN MOBILITA’ PER GLI ESUBERI…CHI LI HA FATTI??

    0
    0
  12. Sono le 16:47, le agenzie stampa di tutto il mondo stanno battendo la notizia drammatica della condanna per frode fiscale di Silvio BERLUSCONI, quattro anni di carcere e l’interdizione dai pubblici uffici. Berlusconi non è un italiano qualunque, Presidente del Consiglio, Presidente del CentroDestra e del più grande Partito presente in Parlamento, Presidente della più grande azienda
    privata d’informazione,Mediaset,Mondadori,il Giornale,Panorama,l’uomo più ricco d’Italia e fra i più ricchi d’Europa,nello stesso giorno la Corte Dei Conti intima al Comune di Messina una dettagliata relazione che prelude al dissesto di palazzo Zanca, STA CROLLANDO UN VENTENNNIO DOVE LA QUESTIONE MORALE HA TRAVOLTO UN INTERO POPOLO. Domenica 28 i siciliani hanno la possibilità di dare una speranza ai giovani italiani e spazzare via un’intera classe politica, poi toccherà a quella dirigente.

    0
    0
  13. Salvatore Vernaci 26 Ottobre 2012 15:26

    DUE PUNTI FERMI: 1) La Corte dei Conti non è competente a dichiarare il dissesto di un Ente.- La Corte dei Conti ha il potere di trasmettere gli atti e la richiesta al Prefetto, in Sicilia all’Assessore regionale alle Autonomie Locali, nel caso in cui dalle pronunce delle sezioni regionali di controllo emergano comportamenti difformi dalla sana gestione finanziaria, violazione del patto e irregolarità contabili o squilibri del bilancio in grado di provocarne il dissesto e l’ente non abbia adottato le misure correttive. Il Prefetto, in Sicilia l’Assessore deve notificare a tutti i Consiglieri la decisione della Corte dei Conti, assegnando contestualmente il termine di venti giorni per l’adozione della deliberazione recante la formale ed esplicita dichiarazione del dissesto finanziario. Se il Consiglio non provvede nomina un commissario ad acta per l’adozione della relativa delibera di dichiarazione di dissesto. 2) La dichiarazione del Ragioniere Generale Ferdinando Coglitore, che in merito alla notizia sui 200 milioni di euro di debiti, afferma:«I debiti censiti dall’area economico-finanziaria ammontano a circa 60 milioni di euro. Può essere- aggiunge il dirigente – che anche altri hanno dati di cui noi non siamo in possesso» .
    La Corte dei Conti deve intimare al Comune di adottare tutte le misure correttive necessarie per normalizzare la situazione economico-finanziaria del Comune., verificare e poi, prendere atto, dopo l’esito di rigorosi accertamenti, della specifica incapacità del Comune di Messina di assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili, ovvero dell’esistenza, nei confronti dell’Ente, di crediti liquidi ed esigibili di terzi, cui non possa validamente farsi fronte per il loro pagamento, in nessun modo. Una volta preso atto di tale impossibilità, avvia l’iter per la dichiarazione del dissesto.
    Se la situazione debitoria del Comune è di 60 milioni, come dichiarato dal Ragioniere Generale, Messina non è da dissesto, bensì da pre-dissesto, e può utilizzare il salvagente creato, recentemente, dal Governo per i Comuni in difficoltà, perché i presupposti per risanare il Comune di Messina e per mettere ordine nei vari servizi, ci sono.
    Basti pensare che, come da notizie di Stampa,. Palermo: “ Debiti per quasi un miliardo di euro, crediti di difficile riscossione per un altro miliardo, la voragine da trecento milioni delle partecipate.”: Catania si va oltre il miliardo di euro di debiti. Eppure questi due Comuni non parlano di dissesto. Allora perché Messina deve pensare al dissesto e non avvalersi del Decreto Legge 10. ottobre 2012 , n. 174, ottenendo dal Governo un prestito, che può arrivare anche al massimo 100 euro per cittadino, da restituire entro 10 anni?…In tal caso avviare subito la procedura del pre-dissesto, deliberando di accedervi, varando un «piano di riequilibrio finanziario pluriennale della durata massima di 5 anni» nel quale bisogna «individuare tutte le misure necessarie per la riduzione della spesa e il ripianamento del deficit (tra cui il blocco dell’indebitamento e la riduzione delle spese del personale e delle prestazioni di servizi)». Ecco, in maniera orientativa, alcune di queste misure di risanamento: -Razionalizzazione della spesa. Cessione delle quote sociali di alcune partecipate.- Rimodulazione della dotazione organica del personale del Comune e delle Aziende comunali, con possibilità dell’istituto della mobilità. Stilare un quadro chiaro del patrimonio comunale, soffermando l’attenzione ai fitti attivi e passivi adeguandoli alle regole di mercato e alla dismissione dello stesso ove possibile.- Mettere sul mercato tutti gli impianti sportivi presenti nella Città, affidandoli secondo normativa vigente ai privati. -Analizzare con dovizia il servizio di fornitura di energia elettrica, con possibilità di passare al fotovoltaico.-Riorganizzare la rete telefonica e internet dell’ente. -Attuare la tracciabilità elettronica degli atti -Portare ad esito finale le sanatorie comunali.-Trasformare l’ATM in S.p.A. ed aprire ai privati.- Avviare azioni di rivalsa, dove sia palese il danno erariale prodotto all’Ente. Ecc…Ecc…

    0
    0
  14. speriamo che il 28 i messinesi diano un segnale “almeno” di fastidio.
    il dissesto è inevitabile, le tragiche conseguenze pure.
    la nostra rabbia? e quella di coloro che perderanno le retribuzioni? mala tempora currunt.

    0
    0
  15. poveri noi…crac o non crac ritorneremo sempre allo stesso punto…..I SOLDI SE LI MANGIA LA MAFIAAAAAAAAAAAAAA….
    SE NON LI RASTRELLIAMO CON I CARRI ARMATI……..e li affondiamo nello stretto……….SEMPRE POVERI E PAZZI RESTIAMO LO VOLETE CAPIRE O NO???????????????

    0
    0
  16. con i “si dovrebbe” non andiamo da nessuna parte. “si sarebbe dovuto” da anni, e nulla è stato fatto. che il ragioniere generale dichiari che “potrebbero esserci dati di cui non è a conoscenza” è quanto meno incredibile visto cha ha avuto mesi per raccogliere tutte le informazioni necessarie a fornire indicazioni chiare e inequivocabili.

    sono allibito…

    e poi cosa importa di catania e altre città! il problema è qui (messina) e adesso.

    dissesto. punto e a capo. che lo dichiari chiunque ne abbia facoltà.

    ma lo facciano. e basta con le incertezze.

    0
    0
  17. la tragedia sociale non è alle porte, è già in atto e il distacco dei nostri rappresentati politici dalla realtà è abissale (vedi ottimo articolo di Rosaria Brancato di qualche giorno fa)!
    E’ semplicemente incredibile che il Sindaco uscente, non solo sia sia dimesso abbandonando la città al suo destino in un momento di grande difficoltà, ma peggio, ha occultato lo stato reale delle cose (anche fossero anche solo 60 milioni come dice il Ragione Generale, sempre di grandi numeri parliamo), e non so con con quale faccia …si candida e chiede pure il voto a quei cittadini che ha bellamente turlupinato! E qui, cari lettori, non c’entra in alcun modo il colore politico! Dal numero di voti che prenderà il Sig. Buzzanca si valuterà il numero di “clientes” che quest’ultimo ha in città e, di conseguenza, il livello di voto “culturalmente” libero a Messina. E parlo di “cultura” della partecipazione democratica dei cittadini, per il bene collettivo della città, e non per piccoli “orticelli” personali!

    0
    0
  18. MI SCUSASSERO, SE E’ STATO DICHIARATO IN CONFERENZA STAMPA CHE IL DEBITO DEL COMUNE SI AGGIRA INTORNO AI 200.000.000,00 DI EURO, ED IL RAGIONIERE GENERALE PARLA DI 60.000.000,00, O LA MANO DESTRA NON SA QUELLO CHE FA LA SINISTRA O GIOCHIAMO A TOMBOLA.
    SE FOSSE VERA LA PRIMA IPOTESI, HAI VOGLIA AD ADERIRE AL FONDO SALVA DISSESTO, PERCHE’ CON 25.000.000, 00 DI EURO DI FINANZIAMENTO, NON SI RISOLVE PROPRIO NULLA.
    SE FOSSE VERA LA SECONDA IPOTESI, RESTA COMUNQUE DA CAPIRE COME FA UN ENTE A RIDURSI CON 76.000,00 EURO DI LIQUIDITA’ NEL CORSO DELL’ESERCIZIO FINANZIARIO.
    A PARTE I SOLDI DEGLI SVINCOLI CHE SE ATTINTI DAL MUTUO CONTRATTO, SONO A SPECIFICA DESTINAZIONE, E QUINDI ININFLUENTI AI FINI DEI CONTI DI CASSA PER LA GESTIONE CORRENTE DELL’ENTE, MI CHIEDO: MA SE UNO PROGRAMMA TEMPORALMENTE UNA CERTA CIFRA DA INCASSARE E POI PER MOTIVI DIVERSI NON LA RISCUOTE O NE RISCUOTE MENO, CHE FA? CONTINUA A SPENDERE PER SERVIZI NON ESSENZIALI? SECONDO ME METTE UNO STOP E CERCA DI RIEQUILIBRARE IL BILANCIO. SE LE RISORSE NON SONO SUFFICIENTI A COPRIRE LE SPESE DI GESTIONE DELL’ENTE, NON SI SOPRAVVIVE CON LE ANTICIPAZIONI DI CASSA DEL TESORIERE, SEMMAI SI RIMODULA LA SPESA STRINGENDO ALL’OSSO ED ACCELERANDO LE FASI DI RISCOSSIONE, SI INTERVIENE SUL SUPERFLUO, SI OTTIMIZZANO I SERVIZI, SI INTERNALIZZANO QUELLI ESTERNI, SI PRODUCE IN HOUSE, SI CHIUDONO LE PARTECIPATE ( CHE PARTECIPATE NON SONO A STRETTA INTERPRETAZIONE), SI INTERVIENE , OVE OCCORRA SULLA CONTRATTAZIONE DECENTRATA,SI TAGLIA DRASTICAMENTE SUL SALARIO ACCESSORIO, SI RIMODULANO LE INDENNITA’ DELLA DIRIGENZA E DELLA POLITICA, SI TAGLIANO I SERVIZI DI CONSULENZA ED INCARICHI ESTERNI E COLLEGIO DI DIFESA E SI SFRUTTA L’AVVOCATURA INTERNA, MA NON SI ARRIVA CON LE PEZZE AL SEDERE COSI’!

    0
    0
  19. …mi sà che forse ,se viene dichiarato il dissesto…, è l’unico modo per fare funzionare i servizi essenziali..,che a Messina hanno…quando hanno…funzionato sempre a capocchia…e mancia mancia!….

    0
    0
  20. Voglio completare il puntuale commento di Salvatore Vernaci per dimostrare, che il prezzo più alto del dissesto, se dissesto sarà, lo pagheranno i più deboli tra i messinesi. Palazzo Zanca sarà soggetto a controlli, in particolare il costo complessivo della gestione dei SERVIZI a domanda individuale, sono anche quelli sociali, sarà coperto con i relativi proventi tariffari e contributi finalizzati, in misura non inferiore al 36%, mentre i costi di gestione degli ASILI saranno calcolati al 50% del loro ammontare, infine il costo complessivo dell’ACQUA sarà coperto con la relativa tariffa in misura non inferiore all’80%.
    SERVIZI SOCIALI ASILI ACQUA, mi vengono in mente le famiglie più bisognose.

    0
    0
  21. ma a palermo e catania sono virtuosi?vorrei capire come fino a 2 giorni fa’ si parlava di dissesto ed oggi e’ tutto ok..ho capito messina!!ma gli altri?2 pesi e 2 misure o “mugghiaru tutti cosi”

    0
    0
  22. ma cosa importa!!!

    0
    0
  23. DOTTORE VERNACI…
    leggo che secondo lei si potrebbe salvare il salvabile mediante << Cessione delle quote sociali di alcune partecipate.- Rimodulazione della dotazione organica del personale del Comune e delle Aziende comunali, con possibilità dell’istituto della mobilità. Stilare un quadro chiaro del patrimonio comunale, soffermando l’attenzione ai fitti attivi e passivi adeguandoli alle regole di mercato e alla dismissione dello stesso ove possibile.- Mettere sul mercato tutti gli impianti sportivi presenti nella Città, affidandoli secondo normativa vigente ai privati. -Analizzare con dovizia il servizio di fornitura di energia elettrica, con possibilità di passare al fotovoltaico.-Riorganizzare la rete telefonica e internet dell’ente. -Attuare la tracciabilità elettronica degli atti -Portare ad esito finale le sanatorie comunali.-Trasformare l’ATM in S.p.A. ed aprire ai privati>> la logica della privatizzazione in Italia è apparsa il rimedio peggiore del male. Potrei cambiare idea ma chi acquisirebbe ( pagando che prezzo? ) quote sociali di società partecipate in dissesto con vertici aziendali di nomina politica, chi acquisterebbe lo stadio san filippo con la squadra nel campionato dilettantistico, quale società andrà nei quartieri a rischio a riscuotere i canoni di locazione di chi non ha i soldi per piangere…sulla dismissione poi si è visto cosa è accaduto con i magazzini generali. Che fare ? Mandare a casa tutti quelli che hanno governato male e malissimo ( e con il dissesto avremo nomi e cognomi) e ricominciare come se ci fosse stato un terremoto. Poi cerchiamo di aumentare le aliquote di imposte comunali per chi ha tante case, ville di lusso, macchine di lusso e consuma tanta acqua per la piscina. Tassiamo i professionisti che hanno molti clienti ed i professori universitari con più cattedre. Spegniamo lumi e lampioni. Diminuiamo l’uso di rifiuti differenziando la raccolta. Mettiamo le targhe alterne e consumiamo meno benzina. Dobbiamo abituarci ad essere tutti più poveri come lo erano i nostri nonni.

    0
    0
  24. Bravissimo Manuel e quello che mi chiedo anche io. Ho scritto almeno 4 commenti affrontando il quesito che tu hai posto, ma come vedi la maggior parte della gente non ne parla assolutamente. Dobbiamo aprire gli occhi. Forse per palermo e catania va bene per il nostro dissesto così loro potranno continuare nella spartizione dei soldi e porci comodi loro……

    0
    0
  25. Ma come che centrano le altre due città? Ma che sta dicendo? Ma lei ha mai sentito dire che queste due città si sono spartiti il tutto prendendo quello che apparteneva alla nostra città’? Forse lei vede il marcio solo nella nostra città mentre le altre due città tutto e ok onesto….
    Si parlava che il comune di Palermo fosse già nel pieno crack, ed ora, come mai non si sente parlare più di dissesto? Hanno risolto? E come?

    0
    0
  26. egr.signore,lei al solito parla di aria fritta e tabbaccheri di ligni.Messina non ha una un euro e lei fa il cattedratico.ma la finisca e scenda con i piedi per terra,a meno che anche lei…..

    0
    0
  27. purtroppo il colpevole è scappato.ma il suo nome e cognome i buddaci lo conoscono.Non votatelo

    0
    0
  28. palermo probabilmente dissesterà, catania no o forse accederà al fondo di rotazione. La differenza è che a catania, a differenza di messina, avevano tutti i debiti (enormi) iscritti a bilancio, per cui da anni hanno cominciato a cercare soluzioni per evitare il dissesto: austerità, 40 % di dipendenti in meno in 3 anni, richiesta ed ottenimento di fondi FAS, illuminazione pubblica a led (40% di energia in meno), acquisto di bus con i fondi del ministero del ambiente e produzione di km e di ricavi, riduzione da 100 a 23 dirigenti, abbattimento di indennità di posizione e di risultato. E’ una situazione gravissima anche quella catanese, ma hanno da tempo avviato un processo di risanamento. A Messina si diceva che il debito era dell’ATM o di Messinambiente, non si approvavano bilanci da anni in modo da non riconoscere i debiti e mantenere tranquillo il bilancio. Pensateci è solo da poche settimane che si parla di dissesto e di 200 Milioni di debiti ma c’è ancora chi dice che sono meno di 70. il motivo: non conta i debiti delle partecipate (storia dei bilanci non approvati)che sono al 100% o al 99% del comune di Messina.

    0
    0
  29. Caro AVALON al numero 3596 del repertorio contratti 2009, in data 08/06/2009 fu stipulato un contratto che ha per oggetto
    LAVORI DI COSTRUZIONE DELLO SVINCOLO AUTOSTRADALE DI GIOSTRA COLLETTORE AUTOSTRADALE NORD DA SVINCOLO GIOSTRA AD ANNUNZIATA SVINCOLO AUTOSTRADALE ANNUNZIATA I E II LOTTO SVINCOLO AUTOSTRADALE DI GIOSTRA,l’importo base asta è
    € 0,00, la tipologia è TRATTATIVA PRIVATA, data di gara NESSUNA, la ditta è la RICCIARDELLO COSTR.SRL RTI – MECS SRL – PINTO COST, la sede è C.DA ROCCA S. PIETRO-BROLO, il ribasso offerto NESSUNO, l’importo aggiudicato € 42.757.341,83.
    Al numero 3905 del repertorio contratti 2012, in data 10/05/2012 viene stipulato un contratto oggetto
    ATTO AGGIUNTIVO AL CONTRATTO REP. N.3596 DEL 08/06/2009 LAVORI COSTRUZIONE DEGLI SVINCOLI DI GIOSTRA COLLETTORE AUTOSTRADALE NORD, importo base asta € 9.640.112,19, nessuna descrizione della tipologia contratto, nessuna data di gara, nessun ribasso,la ditta è sempre la RICCIARDELLO, l’importo aggiudicato è € 9.640.112,19. Il totale è pari a € 52.397.454,01, tutti a carico della SPESA CORRENTE, non di quella in CONTO CAPITALE per investimenti. L’ex sindaco Peppino BUZZANCA, nell’opuscoletto spedito ai messinesi, scrive ” Svincolo Giostra…..è BUZZANCA “, è la confessione di una quota del dissesto, ma i dirigenti UNNI MIN….ERUNU?
    Ve lo raccomando per domenica 28.

    0
    0
  30. Ormai contano poco i motivi che ci hanno portato in questa condizione, anche se il principale è stato il voto di scambio con i singoli cittadini o con organizzazioni di “malaffare”.

    Qualcuno ha votato per grazia ricevuta, molti per la speranza di riceverla (ma non l’hanno ancora vista).

    Il 28 è il momento di cambiare, scrollarci di dosso questo modo di pensare ed andare a votare…ma non per l’amico o l’amico degli amici… votiamo per chi riteniamo capace di risolvere i nostri problemi o per chi può dare un segnale di rottura ai politici attuali.

    Votiamo però, rimanendo a casa lasceremmo il nostro destino il mano a chi ha contribuito a creare questa situazione: quelli che hanno avuto la grazia e chi (stolto) ci spera ancora!

    0
    0
  31. Tutto si può fare a Messina, tranne la raccolta differenziata!
    Come si può fare per differenziare gli Amministraori che hanno prodotto questo pò pò di dissesto???

    0
    0
  32. Io sono convinto che sarà eletto!!!

    0
    0
  33. Mi scusi, ma potrebbe quantificare il tempo che occorre per queste trasformazioni senza considerare la necessità di avere funzionari all’altezza di questo compito???

    0
    0
  34. Mi piace moltissimo il suo programma di spazzamento. Mi auguro che si possa adattare anche alla pulizia delle strade e dei marciapidi!

    0
    0
  35. Messina è la città meno adatta per fare pulizia! Oppure non si è mai affacciato alla finestra!

    0
    0
  36. Con molta probabilità in questo momento, i candidati a queste elezioni che sono stati al Comune di Messina, non stanno tracorrendo momenti tranquilli. Oggi si vota e tra un mese, per esempio, verrà dichiarato il dissesto al comune di Messina.
    Gli eventuali eletti, siano l’ex sindaco, gli ex assessori, o consiglieri comunali, candidati, decadrebbero dalla carica immediatamente. C’è comunque da apportare una correzione (per dovere di cronaca) sull’articolo 248 citato nell’articolo della Gent.ma Danila La Torre, perchè il periodo non è più cinque anni, ma è stato portato a 10 anni. Infatti:

    “5. Fermo restando quanto previsto dall’articolo 1 della legge 14 gennaio 1994, n. 20, gli amministratori che la Corte dei conti ha riconosciuto, anche in primo grado, responsabili di aver contribuito con condotte, dolose o gravemente colpose, sia omissive che commissive, al verificarsi del dissesto finanziario, non possono ricoprire, per un periodo di dieci anni, incarichi di assessore, di revisore dei conti di enti locali e di rappresentante di enti locali presso altri enti, istituzioni ed organismi pubblici e privati. I sindaci e i presidenti di provincia ritenuti responsabili ai sensi del periodo precedente, inoltre, non sono candidabili, per un periodo di dieci anni, alle cariche di sindaco, di presidente di provincia, di presidente di Giunta regionale, nonché di membro dei consigli comunali, dei consigli provinciali, delle assemblee e dei consigli regionali, del Parlamento e del Parlamento europeo. Non possono altresì ricoprire per un periodo di tempo di dieci anni la carica di assessore comunale, provinciale o regionale ne’ alcuna carica in enti vigilati o partecipati da enti pubblici. Ai medesimi soggetti, ove riconosciuti responsabili, le sezioni giurisdizionali regionali della Corte dei conti irrogano una sanzione pecuniaria pari ad un minimo di cinque e fino ad un massimo di venti volte la retribuzione mensile lorda dovuta al momento di commissione della violazione.
    (comma così sostituito dall’art. 3, comma 1, lettera s), decreto-legge n. 174 del 2012)

    5-bis. Fermo restando quanto previsto dall’articolo 1 della legge 14 gennaio 1994, n. 20, qualora, a seguito della dichiarazione di dissesto, la Corte dei conti accerti gravi responsabilità nello svolgimento dell’attività del collegio dei revisori, o ritardata o mancata comunicazione, secondo le normative vigenti, delle informazioni, i componenti del collegio riconosciuti responsabili in sede di giudizio della predetta Corte non possono essere nominati nel collegio dei revisori degli enti locali e degli enti ed organismi agli stessi riconducibili fino a dieci anni, in funzione della gravità accertata. La Corte dei conti trasmette l’esito dell’accertamento anche all’ordine professionale di appartenenza dei revisori per valutazioni inerenti all’eventuale avvio di procedimenti disciplinari, nonché al Ministero dell’interno per la conseguente sospensione dall’elenco di cui all’articolo 16, comma 25, del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148. Ai medesimi soggetti, ove ritenuti responsabili, le sezioni giurisdizionali regionali della Corte dei conti irrogano una sanzione pecuniaria pari ad un minimo di cinque e fino ad un massimo di venti volte la retribuzione mensile lorda dovuta al momento di commissione della violazione.
    (comma introdotto dall’art. 3, comma 1, lettera s), decreto-legge n. 174 del 2012)”.

    In più occorrerebbe evidenziare l’articolo 247 che prevede l’omissione della dichiarazione di dissesto, e qua si dovrebbe introdurre la richiesta della Corte dei Conti:

    “1. Ove dalle deliberazioni dell’ente, dai bilanci di previsione, dai rendiconti o da altra fonte l’organo regionale di controllo venga a conoscenza dell’eventuale condizione di dissesto, chiede chiarimenti all’ente e motivata relazione all’organo di revisione contabile assegnando un termine, non prorogabile, di trenta giorni.

    2. Ove sia ritenuta sussistente l’ipotesi di dissesto l’organo regionale di controllo assegna al consiglio, con lettera notificata ai singoli consiglieri, un termine, non superiore a venti giorni, per la deliberazione del dissesto.

    3. Decorso infruttuosamente tale termine l’organo regionale di controllo nomina un commissario ad acta per la deliberazione dello stato di dissesto.

    4. Del provvedimento sostitutivo è data comunicazione al prefetto che inizia la procedura per lo scioglimento del consiglio dell’ente, ai sensi dell’articolo 141”.

    Della serie, dopo aver speso tanti soldi per una campagna elettorale, chi ha anche “sfiorato” il comune di Messina, rischia di “saltare” dopo l’eventuale elezione.

    0
    0
  37. Guardi che la risposta del ragioniere genrale Coglitore è molto preoccupante. Se fosse stato sicuro dei fatti avrebbe dovuto negare con fermezza. Non lo ha fatto e questo potrebbe fare intendere che neanche lui è in grado di stabilire a quanto ammonta il buco, e quando in un’amministrazione i conti sono tenuti in questo modo significa che non esiste affidabilità (contabile). Un piano di risanamento, se vi sarà tale possibilità, non può essere posto in essere con la permanenza di determinati personaggi. Se l’Atm si trova nelle condizioni in cui si trova, prima di trasformare l’Atm in una spa, o in una new.co., sarebbe necessario fare piazza pulita degli elementi che in passato hanno contribuito, o non hanno fatto niente per evitare questa sciagura.
    Dottore Vernaci, in tutto questo gli unici a pagare saranno i cittadini che si vedranno aumentati i “balzelli” in maniera vergognosa, mentre quelli che l’hanno causato non subiranno conseguenze. Diverso sarebbe invece il caso di dichiarazione di dissesto perchè verrebbero “inchiodati” e condannati a risarcire. Gli altri comuni siciliani non sono esempi da seguire perchè è la stessa musica. Guardiamo invece gli enti dell’alta Italia dove si amministra con coscienza e serietà, dove il bilancio di previsione si fa prima della scadenza dell’esercizio precedente, dove i consiglieri comunali e gli amministratori mettono al primo posto il pubblico interesse, dove il patrimonio immobiliare viene valorizzato ed incrementato di anno in anno. Questi sono esempi da seguire, non Catania o Palermo……………

    0
    0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Premi qui per commentare
o leggere i commenti
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007