L'ex assessore al bilancio ha replicato alle accuse del primo cittadino, che ha scaricato sulla precedente amministrazione le responsabilità della disastrosa situazione finanziaria del Comune
“Se il Comune è in dissesto, l’amministrazione è un disastro”. Nella lunga nota di Pippo Midili, ex assessore al bilancio del Comune di Milazzo, spicca la frase attribuita a Giovanni Formica, quando era ancora uno strenuo oppositore del dissesto. Pochi anni dopo, è lo stesso Formica, da sindaco dell’Ente, ad annunciarlo. E ad attribuirne le responsabilità principalmente alla ex amministrazione di Carmelo Pino, con accuse pesanti, ai quali ha risposto proprio Midili. In attesa del confronto in Consiglio Comunale.
“Un anno e mezzo dopo il suo insediamento, con tante nuove norme di supporto a evitare il passo estremo, il sindaco Formica ha dichiarato il dissesto finanziario, sconfessando la sua intera campagna elettorale e il lavoro dei suoi consiglieri comunali nella passata legislatura” – spiega Midili. Che inizia la sua disamina dalle accuse riguardanti il ragioniere generale: “Tra le accuse rivolte al precedente periodo amministrativo, il sindaco individua anche il continuo e perenne cambio di dirigenti e funzionari al vertice della Ragioneria del Comune. Eppure dovrebbe sapere che un Ragioniere ha lasciato per malattia personale, un altro ha avuto un incidente all’interno del Comune e altri hanno dovuto rinunciare per incarichi di lavoro o altro che, da capo dell’opposizione in posizione di comodo, non può certo non conoscere”.
Sui modi in cui questi debiti sarebbero maturati le accuse sono gravissime, e implicherebbero l’intervento della magistratura. “Chi non avrebbe previsto in bilancio le adeguate coperture? Chi avrebbe sottodimensionato le voci di uscita?” – chiede Midili – “ma il sindaco va oltre, dicendo tra le righe che questi debiti fuori bilancio li conosceva la precedente amministrazione e li ha tenuti nascosti. Rileva poi che la Commissione straordinaria di liquidazione si sarebbe limitata solo ad acquisire le richieste dei debiti fuori bilancio provenienti dai creditori. Evidentemente, il nostro ha una pessima conoscenza della materia dissesto, nonostante un anno e mezzo di studio suo e dei suoi collaboratori”.
Altro tema scottante sono le valutazioni della Corte dei Conti e quella che Formica ha definito disorganizzazione del Comune, riferendosi soprattutto all’incapacità di riscuotere i tributi. “Il commissario ministeriale Logoteto ha riconosciuto, da una sommaria analisi, che nel 2011 il dissesto finanziario dell’Ente c’era” – sottolinea ancora l’ex assessore – “e non solo per i debiti fuori bilancio. Aggiunge lo stesso commissario che, dal 2011 al 2013, il disavanzo di amministrazione si è pressoché dimezzato. Come? Perché il Comune riuscì a incassare somme tali da poter pagare debiti precedenti anche attraverso il lavoro svolto dal personale del Comune in integrazione oraria, che portò a recuperare, oltre a 2500 evasori totali, somme che, tra servizio rifiuti e servizio idrico, superano molto i 2.500.000,00 euro d’incassi a fronte di poco più di 300 mila euro d’integrazione oraria”.
Midili affronta anche il tema delle anticipazioni di cassa: “Secondo le parole del sindaco l’amministrazione precedente avrebbe fatto uno scriteriato e indiscriminato ricorso all’anticipazione di cassa. Sembrano le stesse parole utilizzate dall’ufficio ispettivo dell’Assessorato regionale per gli anni 2002-2010 e della stessa Corte dei Conti sempre per i periodi 2002-2010. Periodi che l’attuale sindaco conosce bene, perché in qualcuno di quegli anni rivestì il ruolo di dirigente del Comune di Milazzo”.
La nota di Midili è solo l’anticamera di uno scontro che sembra destinato ad andare avanti a lungo. La battaglia campale sarà in Consiglio Comunale, dove approderà la delibera di dissesto approvata dalla Giunta. In cerca dell’approvazione che lo stesso Consiglio negò all’ex sindaco Pino. “In campagna elettorale Formica ci aveva convinti che lui era fuori dalle logiche di Palazzo. Le decisioni prese nell’unico momento che conta davvero hanno dimostrato il contrario. E mi sovviene una massima di Pirandello” – conclude Midili – “essere civile, vuol dire proprio questo: dentro, neri come corvi; fuori, bianchi come colombi. In corpo fiele; in bocca miele”.