Mentre anche oggi i lavoratori si sono dati appuntamento davanti la sede dell'azienda che produce attrezzature e mobili per grandi cucine industriali, dalla Master arriva la replica alle contestazioni di dipendenti e sindacato che hanno protestato per stipendi arretrati e il licenziamento di un collega.
Da un lato la protesta dei lavoratori e la durissima denuncia della Fim Cisl contro un licenziamento che sarebbe scattato perché uno dei dipendenti avrebbe “osato” reclamare quattro stipendi arretrati. Dall’altro la replica dell’azienda che corregge il tiro e fornisce la sua versione dei fatti. Sono le due facce della contestazione scattata presso l’azienda Master, azienda che produce attrezzature e mobili per grandi cucine industriali. Anche oggi i lavoratori, 13 in tutto, con il sostegno della Fim Cisl e del segretario Nino Alibrandi hanno deciso di manifestare davanti la sede di via Croce Rossa per solidarietà nei confronti del collega che ritengono ingiustamente licenziato e per chiedere gli stipendi arretrati.
Dalla Master arriva una nota che spiega le motivazioni dell’azienda, preceduta da considerazioni che parlano di “notizie assolutamente imprecise, lesive, oltre che pubblicate, senza alcun contraddittorio (perlomeno opportuno, oltre che doveroso)”, ma ricordiamo che già ieri Tempostretto aveva contatto la Master per dare all’azienda la possibilità di fornire la sua versione dei fatti, però la titolare aveva preferito non rilasciare dichiarazioni in merito alla vicenda.
A seguito dello sciopero l’azienda spiega attraverso una nota che «le mensilità effettivamente sospese sono “soltanto” due e, per di più, la società, pur tra mille difficoltà dettate da un profondo stato di crisi, sta contestualmente provvedendo ad ulteriori corresponsioni. Non è stata effettuata alcuna assunzione, ove si eccettui l’ordinario supporto di un lavoratore intermittente abitualmente chiamato a supporto, come sempre, in questi pochi mesi estivi di (relativo) maggior lavoro. Appare un puro sforzo di “fantasia” del sindacato il patetico e pretestuoso tentativo di derubricare un licenziamento disciplinare, posto in essere per comportamento assolutamente irriguardoso, offensivo ed intollerabile nei confronti dei titolari dell’azienda (che nulla ha quindi a che vedere con la questione degli arretrati), come un atto ritorsivo per una richiesta “di pagamento degli stipendi”».
La Master sceglie invece di non replicare «alle affermazioni del sindacato in merito al fatto che l’azienda “si trincera sempre dietro l’alibi della crisi e della mancanza di credito delle banche”. A parte il fatto come tali frasi in libertà possano essere (purtroppo) smentite in ogni sede da copiose evidenze documentali, se non si fosse un contesto di assoluta drammaticità verrebbe, infatti, quasi da dire come si sia ormai davvero sfiorato il risibile».
Intanto domani mattina, dalle ore 9, terranno un sit-in sotto la sede della Prefettura. La Fim Cisl, infatti, ha voluto interessare della vicenda il Prefetto Stefano Trotta evidenziando “l’atteggiamento ostile e provocatorio messo in atto dalla proprietà aziendale nei confronti dei propri dipendenti”. La protesta di ieri, intanto, ha avuto un primo effetto: la proprietà, infatti, ha provveduto al saldo del pagamento della mensilità di marzo ai lavoratori che, adesso, lamentano il mancato pagamento degli stipendi di aprile, maggio e giugno.
“Il licenziamento del lavoratore – afferma Nino Alibrandi, segretario provinciale della Fim Cisl – riteniamo sia stato solo un pretesto per giustificare la costante riduzione del personale che l’azienda da anni porta avanti nonostante le proteste del sindacato. L’azienda, infatti, non soffre di una crisi di produttività ma anzi, e lo testimonia il continuo ricorso ad assunzione di lavoratori con contratti a tempo determinato, ha necessità di personale per garantire la consegna delle commesse”.