Dopo la manifestazione di San Valentino il ministro Lupi pensò di convocare un'Assemblea generale alla quale tutti potessero dare un contributo per la causa della continuità territoriale. L'evento si tenne il 12 maggio, contrassegnato da una serie di "fattacci" e si trasformò negli Stati Generali dei Flinstone. Ecco come è andata....
Dopo il successo della manifestazione del 14 febbraio per la continuità territoriale il ministro Lupi rimase tre quarti d’ora a fissare la mole di adesioni cartacee all’iniziativa, una catasta di fogli sulla scrivania che gli impedivano di guardare la tv e pensò che forse sì, Messina si stava ribellando ed era arrivato il momento di convocare gli Stati Generali dei trasporti nello Stretto, una mega assemblea nella quale le migliaia di persone che hanno a cuore le sorti del territorio avrebbero potuto contribuire. Annunciò l’idea e lasciò che fosse la stessa città ad organizzarsi per l’esodo a Roma. Aveva fatto male i conti perché a Messina il primo litigio nacque già nell’individuazione della data. Tutti concordavano sul fatto che non si potesse scegliere un giorno qualunque, dopo la manifestazione di San Valentino serviva trovare un’altra data-simbolo. Nacquero così i primi dissidi. C’era chi,come Accorinti proponeva il giorno della Festa della Mamma, perché la continuità territoriale è la “mamma di tutte le battaglie”, ma il fronte che propendeva per l’1 novembre, giacchè si sta preparando il funerale dei trasporti nello Stretto, gli fece notare che per lui tutte, dall’isola pedonale alla pista ciclabile, sono “mamme di tutte le battaglie”, tanto valeva fare una cooperativa di mamme e organizzare un’unica festa. I renziani si accapigliarono con i civatiani perché i primi volevano scegliere la data coincidente con la prima Leopolda, ( che si è tenuta dal 5 al 7 novembre 2010) mentre i secondi preferivano un più tradizionale 25 aprile. Alla fine si decise che il giorno sarebbe stato il primo numero estratto nella ruota di Palermo e il mese quello di maggio, perché è il mese della Madonna e ormai solo un intervento divino ci può salvare. L’’Assemblea fu così fissata per un anonimo 11 maggio, che risultò essere anche il compleanno di uno dei pendolari dello Stretto, tale Nunzio La Rosa, e fu visto come buono auspicio. Da quel momento il Ministero fu sommerso da migliaia di adesioni attraverso lettere, fax, telegrammi, whatsapp, sms, mms, instagram, tanto che fu necessario istituire una Commissione di valutazione delle istanze. Ognuno si riteneva pienamente legittimato a partecipare agli Stati Generali in virtù di un’adesione “sulla parola” avvenuta in occasione del 14 febbraio, che ha visto più comunicati stampa di entusiastica condivisione e “mi piace” su facebook, che esseri umani in corteo disposti a metterci la faccia.
Migliaia le adesioni da ogni dove, associazioni scomparse da decenni riapparvero per incanto, deputati che l’ultimo treno che hanno visto era quello elettrico del nipote perché viaggiano solo in aereo, comitati di difesa della cozza sullo scoglio, due band locali, il Movimento per la granita caffè con panna del Tedesco presentarono domanda per partecipare al” tavolo tecnico più grande e democratico del mondo”. La Commissione però s’irritò all’arrivo della richiesta del Condominio dell’is.48 e respinse l’istanza. L’amministratore del condominio non si perse d’animo si rivolse al Tar con una lettera di fuoco: “Nell’aprile del 2014, guardando su Rtp un servizio sul taglio dei treni ricordo che ero seduto a tavola e m’indignai assai e lo dissi pure a mia moglie. Anzi, pochi giorni dopo ne parlammo animatamente con la signora Veneziano, mia vicina di casa, incontrata sul pianerottolo. Se hanno diritto a partecipare onorevoli come Gullo, Laccoto, Lauricella, D’Alia, e quanti negli anni scorsi non hanno mosso un dito sull’argomento, non vedo perché noi dell’is.48 che ne abbiamo persino discusso dobbiamo essere esclusi”. Il Tar accolse il ricorso e l’is. 48 partecipò agli Stati Generali rappresentato dall’amministratore di condominio con tanto di striscione “Free ferrybotte”.
La sera prima dell’Assemblea però avvennero fatti assai incresciosi. I sindacalisti dell’Orsa Francesca Fusco, Mariano Massaro e Michele Barresi furono rapiti mentre rientravano a casa, imbavagliati, legati e rinchiusi in uno sgabuzzino. Secondo il racconto di un pentito sembra che ad organizzare la spedizione per impedire all’Orsa di partecipare sia stata una pattuglia congiunta di Cgil-Cisl- Uil (ndr. Probabilmente gli stessi che nei giorni scorsi hanno espressamente chiesto alle FS di escludere dal tavolo tecnico l’Orsa, quando la realtà supera la fantasia). Mezz’ora dopo avvenne un altro rapimento. I Pd Francesco Palano Quero, Alessandro Russo, Daniele Zuccarello, Raphael De Francesco, anche loro tra i promotori del 14 febbraio, furono rinchiusi in uno scantinato. In questo caso fu più facile individuare gli autori perché le grida dei poveretti provenivano da uno scantinato di via I settembre e al posto loro, sul treno per Roma, salì una carovana di area Dem e genovesiana.
L’Assemblea, inizialmente prevista per l’11 maggio slittò di un giorno,perché gli organizzatori si erano scordati dei tagli ai treni ed avevano prenotato i posti su un Intercity che non viaggia più dal 2012, così i manifestanti furono costretti a restare in Stazione 24 ore, rifocillati dai volontari dell’Help center in attesa del giorno dopo.
Agli Stati Generali il ministro Lupi si presentò con un plastico inviato dalle Ferrovie per illustrare il nuovo Piano industriale per lo Stretto, ma nonostante i consigli di Garofalo che gli suggeriva di dargli una sbirciatina prima di aprirlo davanti a tutti, l’esponente del Ncd fece accomodare i presenti e li invitò a presentare le proposte per poi procedere con quella ufficiale di Rfi.
Mentre alle spalle dei relatori scorrevano le immagini del Titanic fioccarono le proposte. L’area genovesiana ed il gruppo Franza presentarono un documento congiunto che prevedeva l’utilizzo della Cartour anche per il trasporto dei treni: “a un prezzo modico da concordare- spiegarono- mettiamo a disposizione navi che sono a pochi metri dal porto storico con il vantaggio che la Cartour sbarca a Salerno e si evita quindi il tragitto lungo la Calabria”. A quel punto Accorinti si alzò protestando: “Emanerò subito un’ordinanza anti-Cartour quater e così come ho fermato i tir sul cavalcavia farò con i treni. A mani nude. Sarà la nuova mamma di tutte le battaglie. Anzi che dico la mamma, sarà la nonna delle battaglie”.
Rifondazione comunista propose l’esproprio proletario del trenino turistico giallorosso per dirottarlo sui binari della Metroferrovia. La più realistica e di facile realizzazione in tempi brevi apparve la proposta dell’Autorità portuale: costruire un ponte con due diramazioni, una tra Messina e Villa e una tra Messina e Reggio utilizzando la sabbia raccolta a Tremestieri. In meno di sei mesi i lavori sarebbero stati ultimati e se per caso ci fosse stata la necessità di una manutenzione non sarebbe stato un problema,un insabbiamento ogni due settimane a Tremestieri è in grado di garantire la materia prima per l’eternità. La giunta per la prima volta si presentò divisa, a causa del sindaco che si ostinava a voler presentare la sua idea “del trasporto integrato nello Stretto grazie alla forza propulsiva dell’amore”, tesi suffragata da 12 filosofi dell’energia positiva. Secondo Accorinti sarebbe bastato mettere in fila sul molo i viaggiatori ed i bagagli facendogli ascoltare tutte le canzoni di Gigi D’Alessio e Claudio Baglioni per far sì che spinti dalla forza dell’amore arrivassero sull’altra sponda. Gli assessori Cacciola e Pino riuscirono ad affiancare al progetto del sindaco un piano B, che utilizzava la stessa creatività di quello presentato per ex Metromare (che prevede il solo collegamento con Villa e poi il trenino da Villa a Reggio). I passeggeri vengono imbarcati con i bagagli sui pullman e da qui salgono a bordo della prima nave da crociera in transito, poi, al successivo attracco troveranno ad accogliergli un altro pullman che li porterà senza ombra di dubbio ad una stazione, perché non esiste posto al mondo che non abbia un servizio ferroviario di gran lunga migliore del nostro.
Il ministro dopo aver ascoltato tutti aprì il plastico di Rfi e fece trasmettere il filmato, mentre Garofalo, che sentiva odore di tragedia, sperava non accadesse il peggio. Invece accadde. Il plastico del Piano industriale Rfi sembrava uscito da C’era una volta il west con eleganti carrozze da utilizzare nelle tratte Tortorici-Raccuja e Agrigento-Racalmuto “ma i cavalli sono tutti di razza pregiata- si leggeva nel libretto delle istruzioni- e sanno nuotare quindi possono attraversare lo Stretto”. Il filmato illustrava nei dettagli il Piano industriale delle Ferrovie per la Sicilia. Protagonisti i Flinstone impegnati in una serie di tentativi, scavando i tronchi delle palme sopravvissute al punteruolo rosso e mettendoci dentro Wilma e Dino, oppure usando la catapulta al grido di “yaba-daba-duuu”, per risolvere una volta per tutte il problema della continuità territoriale.
Nel frattempo in riva allo Stretto,il gruppo dell’Orsa liberato dallo sgabuzzino grazie ad un infiltrato tra le fila della Cisl,ed il gruppo Pd che era riuscito a scappare scavando un tunnel dalla via I Settembre fino alla Marittima stavano preparando una nuova manifestazione di protesta. “Agli Stati Generali dei Flinstone non abbiamo mai creduto, così come alle promesse di Rfi e Lupi,quindi ci portiamo avanti con il lavoro. Quando il dito indica la luna lo sciocco guarda il dito”
Rosaria Brancato
Gli STATI GENERALI, le ASSEMBLEE PLENARIE, le ADUNATE OCEANICHE … in certi momenti storici il vuoto lasciato dall’assenza di idee e contenuti viene subito colmato da roboanti espressioni che non significano proprio un bel XXXXX di niente
Gli STATI GENERALI, le ASSEMBLEE PLENARIE, le ADUNATE OCEANICHE … in certi momenti storici il vuoto lasciato dall’assenza di idee e contenuti viene subito colmato da roboanti espressioni che non significano proprio un bel XXXXX di niente
Cara Rosaria BRANCATO è piacevole leggerti, voglio complimentarmi accostandoti a un ricordo della mia adolescenza, al GianBurrasca di Rita Pavone, alla bravura di RITA ma anche alla sua altezza. Cara ROSARIA sei impertinente quanto basta e, per non farlo sembrare un insulto, mi tocca ricordare il significato etimologico in senso figurativo di PERTINENTEM: che conviene, che è utile, che giova, infatti il tuo editoriale domenicale giova a farci sorridere, credimi non è poco di questi tempi.
Cara Rosaria BRANCATO è piacevole leggerti, voglio complimentarmi accostandoti a un ricordo della mia adolescenza, al GianBurrasca di Rita Pavone, alla bravura di RITA ma anche alla sua altezza. Cara ROSARIA sei impertinente quanto basta e, per non farlo sembrare un insulto, mi tocca ricordare il significato etimologico in senso figurativo di PERTINENTEM: che conviene, che è utile, che giova, infatti il tuo editoriale domenicale giova a farci sorridere, credimi non è poco di questi tempi.
la prego,oggi è domenica abbia un pò di indulgenza non ci dia numeri,che peraltro ma lei non se ne faccia un cruccio nessuno legge.Le suggerisco una cosa,senza offesa: vada dal Tibetano e dal Signorino e li snoccioli a loro,noi che siamo terra terra pensiamo che lei non veda Messina nel suo stato meschino e si difende con numeri,manco del lotto,che nessuno può contraddire.Grazie
la prego,oggi è domenica abbia un pò di indulgenza non ci dia numeri,che peraltro ma lei non se ne faccia un cruccio nessuno legge.Le suggerisco una cosa,senza offesa: vada dal Tibetano e dal Signorino e li snoccioli a loro,noi che siamo terra terra pensiamo che lei non veda Messina nel suo stato meschino e si difende con numeri,manco del lotto,che nessuno può contraddire.Grazie
MARIEDIT invece non si smentisce e riporta tutti con i piedi per terra,compresa ROSARIA,prima di avventurarci sulla strada del PIANO DI RIEQULIBRIO o del DISSESTO FINANZIARIO. Al 26/09/2014:a)il DEBITO FUORI BILANCIO censito con rischio massimo(100%)è pari a €110.742.460.b)Il DEBITO FUORI BILANCIO POTENZIALE derivante da giudizi pendenti al massimo del rischio di soccombere(100%) è €75.232.842,porta a €185.975.300 il debito al massimo del rischio.c)Il DEBITO FUORI BILANCIO POTENZIALE conteggiato con rischio 50% è €99.125.508 (€198.251.017),quello al 25% del rischio €38.750.000 (€155.000.000).Il totale è €322.875.000,se Madonnina non voglia il rischio fosse per tutti il 100%,il totale salirebbe a €538.251.000. Caro RENATO UNNI VAI CU SCECCU.
MARIEDIT invece non si smentisce e riporta tutti con i piedi per terra,compresa ROSARIA,prima di avventurarci sulla strada del PIANO DI RIEQULIBRIO o del DISSESTO FINANZIARIO. Al 26/09/2014:a)il DEBITO FUORI BILANCIO censito con rischio massimo(100%)è pari a €110.742.460.b)Il DEBITO FUORI BILANCIO POTENZIALE derivante da giudizi pendenti al massimo del rischio di soccombere(100%) è €75.232.842,porta a €185.975.300 il debito al massimo del rischio.c)Il DEBITO FUORI BILANCIO POTENZIALE conteggiato con rischio 50% è €99.125.508 (€198.251.017),quello al 25% del rischio €38.750.000 (€155.000.000).Il totale è €322.875.000,se Madonnina non voglia il rischio fosse per tutti il 100%,il totale salirebbe a €538.251.000. Caro RENATO UNNI VAI CU SCECCU.
Brava Rosi !
Graffiante e grintosa come sempre.
Se ti serve qualche buona dritta sulla materia “de quo” sai come trovarmi 🙂
R. Copia
Brava Rosi !
Graffiante e grintosa come sempre.
Se ti serve qualche buona dritta sulla materia “de quo” sai come trovarmi 🙂
R. Copia
LEI E’ DA MEDAGLIA!!!
LEI E’ DA MEDAGLIA!!!