Altissima adesione allo sciopero di giovedì scorso, ma le manifestazioni non si fermano qui. Il contratto collettivo nazionale di lavoro è stato disdettato con dieci mesi d’anticipo. Chiesta la riduzione delle retribuzioni per i manager
Hanno incrociato le braccia giovedì scorso, a distanza di quasi dieci anni dalla volta precedente. Adesione degli addetti al 90 % e conseguente chiusura del 98 % degli sportelli. Il motivo è presto detto: l’associazione datoriale Abi ha deciso la disdetta del Contratto collettivo nazionale di lavoro dieci mesi prima della sua naturale scadenza. E lo sciopero di giovedì non ha modificato la situazione. Motivo per cui la protesta continua.
“La vertenza – afferma il segretario generale del sindacato Fabi, Lando Maria Sileoni – si accentuerà con ulteriori scioperi e manifestazioni massicce di piazza”.
Il coordinatore provinciale di Fabi Messina, Giuseppe Lo Nostro, chiede comprensione ai cittadini per i disagi causati, “perché la parte datoriale vorrebbe inserire nella nostra categoria l’esperienza Marchionne. Una componente pesante che non trova giustificazione”. Secondo Lo Nostro, “sarebbe opportuno che le consistenti prebende assegnate ai componenti del management venissero notevolmente ridotte”.
“L’attuale lotta – conclude il coordinatore di Fabi Messina – è espressione di lavoratori bancari e non di banchieri”.
Vi rinnovo l’invito: ANDATE A ZAPPARE LE TERRE INCOLTE ED ABBANDONATE.