Il sindacato continua la lotta a difesa dei treni a lunga percorrenza e della continuità territoriale. Il piano è sempre lo stesso, vale a dire la rottura di carico e l’obbligo di traghettare a piedi
Era previsto per il prossimo 8 settembre ma, in seguito all’intervento della Commissione di Garanzia, lo sciopero è stato posticipato al 23 settembre. Quel giorno, alle 10, nella Sala Ovale di Palazzo Zanca, si svolgerà anche una conferenza stampa aperta a cittadini, associazioni e rappresentanti politici.
“Sarebbe un errore – afferma il sindacato – illudersi che la grande manifestazione del 14 febbraio scorso abbia bloccato definitivamente programmi di dismissione di Governo e Ferrovie. Il diritto alla continuità territoriale dei siciliani è sempre in pericolo, con il nuovo orario ferroviario del prossimo dicembre torneranno a proporre la rottura del carico a Messina e Villa San Giovanni, prometteranno alta tecnologia sostitutiva, traghettamenti veloci (a piedi), tapis-roulant di ultima generazione, assistenza innovativa ai passeggeri a mobilità ridotta, ricchi premi e cotillon… ma il tutto si limiterà all’immediata soppressione di treni e navi per risparmiare sul diritto essenziale da garantire ai siciliani. Da giugno a oggi, Ferrovie ha operato per disincentivare l’utilizzo dei treni a lunga percorrenza con ritardi sistematici e condizioni dei convogli che farebbero inorridire l’utenza del terzo mondo. Il vero obiettivo è sospendere le sovvenzioni statali del servizio universale da e per la Sicilia ed è tutto pronto per l’ennesimo taglio ai diritti e alla dignità di una regione abbandonata a sé stessa. Senza dimenticare i conseguenti esuberi di personale”.
L’Orsa e il movimento popolare #ilferribottenonsitocca non ci stanno e continuano a rivendicare, con l’hashtag #noivogliamotutto, treni veloci su navi moderne per la lunga percorrenza ed un servizio efficiente con mezzi veloci per i pendolari dello Stretto.