Il prossimo 29 e 30 novembre, in occasione della decima Giornata mondiale “Città per la Vita – Città contro la Pena di Morte", la Fontana Orione verrà illuminata in segno di vicinanza nei confronti dei detenuti in attesa di esecuzione capitale.
Sono migliaia ogni anno nel mondo le persone condannate alla pena capitale: circa 5.000, secondo dati forniti da Amnesty Intenational, le esecuzioni eseguite nel corso del 2011, mentre 18.750 sono le persone rinchiuse nel Braccio della morte in attesa di esecuzione.
Il prossimo 29 e 30 novembre, in occasione della decima Giornata mondiale “Città per la Vita – Città contro la Pena di Morte”, inaugurata nel 2002 con circa 1600 città coinvolte in oltre 80 nazioni, la Comunità di Sant’Egidio torna ad accendere i riflettori su una pratica la cui esistenza è negazione della funzione riabilitativa del condannato.
Alessia Pesaresi responsabile della Comunità di Sant’Egidio ha illustrato questa mattina, insieme al presidente del Consiglio Comunale Giuseppe Previti, le iniziative in programma sul territorio, destinate a sensibilizzare sul tema la cittadinanza.
Primo appuntamento giovedì 29 presso la Chiesa di Santa Maria Alemanna, dove una serata di preghiera volgerà un pensiero a coloro che, rinchiusi nel Braccio della morte, attendono l’ esecuzione capitale mentre venerdì 30 ogni “Città per la Vita” illuminerà un monumento cittadino in segno di protesta.
La Fontana Orione, illuminata da immagini che auspicano l’esistenza di un mondo finalmente libero da morte su sentenza, sarà la voce di Messina, voce che si unirà a quella di altre città nel mondo per chiedere l’abolizione la pena capitale.
Una manifestazione attraverso la quale sottolineare che una forma più alta e civile di giustizia può e deve esistere: “In stati come la Bielorussia, unico paese europeo mantenitore anche per reati comuni – spiega Alessia Pesaresi – il numero dei condannati a morte è coperto da segreto di stato”.
“Sebbene oggi si registri una flessione nel ricorso allo strumento di morte, sono ancora 58 gli stati che prevedono all’interno del proprio ordinamento giuridico la possibilità di adire all’esecuzione capitale – denuncia la responsabile della Comunità Sant’Egidio – ed è il continente asiatico la parte del mondo dove hanno luogo la quasi totalità delle esecuzioni”.
La Comunità di Sant’Egidio dunque continua ad intensificare capillarmente l’attività di sensibilizzazione sul territorio perché: “Un mondo senza pena di morte è possibile”.
Emma De Maria