I lavoratori della Fp Cgil hanno presidiato per la mattinata Palazzo Zanca. In sala giunta poi il confronto con l'assessore al Bilancio Luca Eller che ha snocciolato numeri e cifre per spiegare perché si dovrà andare incontro ad una compressione delle ore. In pratica o si fa così o il bilancio non tiene e si va in dissesto e allora addio ai servizi sociali.
La solita coperta troppo corta. O che forse si è ristretta perché qualcuno l’ha lavata male. Fatto sta che la situazione finanziaria del Comune è sempre allo stesso punto. E per far quadrare i conti bisogna fare delle scelte. Guai però a chiamarli tagli. L’assessore Luca Eller lo ha ribadito decine di volte ai lavoratori dei servizi sociali che hanno protestato insieme alla segretaria della Fp Cgil Clara Crocè e hanno deciso di occupare la sala giunta di Palazzo Zanca fino a quando non avranno certezza di cosa accadrà a dicembre e poi nel 2017. Intanto da qui a fine anno mancano all’appello oltre 650 mila euro che potrebbero impedire di riuscire a chiudere l’anno arrivando ad una sospensione dei servizi. Poi ci sarà il nuovo anno e i nuovi bandi. Ma in quei bandi si rischia una compressione delle ore che porterebbe lavoratori dalle attuali 38 o a 30 ore addirittura a 24. Ipotesi che per i lavoratori significa dimezzamento dello stipendio e che per gli utenti, fascia debole della popolazione, significa meno servizi.
L’assessore Eller ha parlato con i lavoratori, ha tirato fuori le carte dei bilanci per spiegare con numeri alla mano perché certe scelte sono necessarie e che tipo di lavoro si tenterà di fare. Ha parlato di quella coperta troppo corta, di risorse che si proveranno a intercettare dall’esterno, di compressioni necessarie altrimenti l’alternativa sarebbe il dissesto. Poi in corso d’opera, con gli assestamenti di bilancio, qualche manovra in più si potrebbe anche fare. Ma i lavoratori e la Fp Cgil temono fortemente che tutto ciò si tradurrà solo in tagli, così li chiamano senza troppi giri di parole, che toccheranno pesantemente le loro tasche e i servizi resi all’utenza.
Francesca Stornante