Tra Crocetta e l'ex Commissario dell'Asp Magistri "scoppia la guerra dei ricorsi al Tar"

Tra Crocetta e l’ex Commissario dell’Asp Magistri “scoppia la guerra dei ricorsi al Tar”

Rosaria Brancato

Tra Crocetta e l’ex Commissario dell’Asp Magistri “scoppia la guerra dei ricorsi al Tar”

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domenica 26 Gennaio 2014 - 09:19

L'ex commissario dell'Asp Manlio Magistri, dopo la revoca dall'incarico passa alla confroffensiva su più fronti che finiscono però tutti davanti al Tar. Attraverso l'avvocato Silvano Martella infatti Magistri ha deciso di ricorrere al Tar sia contro il provvedimento di revoca e contro la procedura di selezione per gli idonei alle Direzioni Generali. "Ho solo eseguito le direttive della Regione". E per avvalorare la tesi si è costituito ad opponendum all'udienza al Tar del 30 gennaio sulla vicenda dei punti nascita. Tra Crocetta e Magistri insomma "scoppia la guerra"

L’ormai ex Commissario straordinario dell’Asp Manlio Magistri passa al contrattacco e le sue mosse, sia pure diversificate, passano tutte dal Tar.

Dopo la revoca dall’incarico disposta da Crocetta per la vicenda della soppressione del punto nascita di Barcellona Pozzo di Gotto, Magistri ha dato mandato all’avvocato Silvano Martella per fare valere i propri diritti su diversi fronti.

I ricorsi infatti riguardano sia il provvedimento di revoca che la procedura di selezione adottata dalla Regione per i nuovi Direttori generali, ed infine, il legale ha presentato anche un atto di intervento ad opponendum all’udienza al Tar sul caso del punto nascita fissata per il 30 gennaio, dal momento che sembra che finora l’Asp non stia procedendo in tal senso.

Le tre storie si intrecciano e il “campo di battaglia”, per tutte, sarà il Tribunale amministrativo. L’ex Commissario dell’Asp 5 non ci sta a passare per il “cattivo” della storia solo per aver seguito le direttive dell’Assessorato regionale alla Sanità e della giunta, ed essere poi “accompagnato” alla porta quando quelle direttive causano la protesta dei cittadini e quindi il ricorso del Comune di Barcellona al Tar. Ma andiamo per ordine.

Quando, a fine ottobre 2013, l’ex Commissario Magistri, dispose, con delibera n°3499, la soppressione del punto nascita di Barcellona ed il trasferimento a Milazzo, non era colto da un delirio di onnipotenza, come fa intendere il governatore revocandogli l’incarico, ma, a conclusione di un iter avviato dal 2011, eseguiva direttive volute e decise a Palermo.

Nei ricorsi predisposti dall’avvocato Martella il racconto fa riferimento a ben due decreti assessoriali, uno del 2/12/2011 ed uno, dell’assessore regionale Lucia Borsellino, datato 8 marzo 2013, nonché una delibera della giunta regionale del 28 marzo 2013, che stabilivano il limite di 42 punti nascita, tra I e II livello in Sicilia, tra i quali non figurava Barcellona, che peraltro, spiega l’ex Commissario, non ha mai impugnato quei provvedimenti. Da marzo ad ottobre, si sono susseguiti diversi incontri tra le parti in causa, alla presenza sia del sindaco di Barcellona, Maria Teresa Collica che della stessa Borsellino. In quelle occasioni le rimostranze dei cittadini per la chiusura del punto nascita erano ben note all’assessore regionale che invitò la Collica a “comprendere che spiegare ai cittadini le scelte fatte per offrire una buona sanità, anche a garanzia della sicurezza dei pazienti, è il compito dei sindaci”. Evidentemente l’assessore ha cambiato idea un mese dopo.

I decreti assessoriali stabiliscono la soppressione dei punti nascita in base ad una serie di criteri, tra i quali il mancato raggiungimento della soglia di parti in un anno e inoltre, stando alle documentazioni acquisite dall’Asp, la situazione del reparto era assai critica sotto diversi aspetti.

In ogni caso, seguendo le direttive regionali ed informando passo per passo l’Assessorato, Magistri ha proceduto con il decreto di soppressione il 22 ottobre e la chiusura il 28. Immediate le proteste, che hanno portato ad un’ispezione all’ospedale di Milazzo, dove il punto nascita è stato trasferito. L’ispezione ha mostrato l’inadeguatezza della struttura di Milazzo alle nuove esigenze, ed il Tar, esaminando l’istanza presentata dal Comune di Barcellona, proprio alla luce di quanto emerso dal controllo ha accolto la richiesta di sospensiva in attesa dell’udienza che si terrà il 30 gennaio, disponendo la riattivazione del punto nascita.

Il governatore non ha inteso aspettare gli esiti dell’udienza ed ha revocato il Commissario, accusandolo di “eccesso di potere”.

La prima controffensiva di Magistri riguarda proprio il decreto di revoca dell’Assessore Regionale n. 45/2014 del 21 Gennaio 2014 per: non avere lottato gli sprechi della spesa farmaceutica, per la criticità nell’ambito della sanità veterinaria, per effetto del Decreto del TAR di Catania sul ricorso n. 81/2014 del Comune di Barcellona.

Contro la revoca quindi scatta il primo ricorso al Tar. Nell’istanza il legale del dirigente rileva come il suo assistito, nominato Commissario straordinario nel luglio 2012 “non sia stato mai oggetto di censura e/o critica da parte dell’Amministrazione regionale di riferimento”.

C’è poi un secondo ricorso al Tar, relativo alla procedura di selezione adottata dalla giunta per la predisposizione “di un elenco di aspiranti idonei alla nomina a Direttore Generale delle Aziende Sanitarie Provinciali, delle Aziende Ospedaliere e delle Aziende Ospedaliere Universitarie della Regione Siciliana” e che è finita al centro di polemiche e di numerosi ricorsi.

Il Bando pubblico del gennaio 2013 prevedeva l’esame da parte di una Commissione, dei curricula presentati dai candidati, nonché un successivo colloquio. La Commissione avrebbe poi stilato un elenco al quale la giunta avrebbe attinto per le nomine. Ed in effetti così è stato, ed è stato stilato l’elenco degli idonei in base ai curricula, 140,che potevano accedere ai colloqui. Magistri era tra questi.

In primavera però, la Commissione inserisce a sorpresa, una terza prova, una serie di test, in barba a quanto disposto nel bando. Ma c’è di più, perché a dicembre, sempre la Commissione, decide di sottoporre a colloquio non solo i 140 idonei, ma anche ulteriori 70 che erano stati selezionati con i test.

Morale della favola alla fine sono stati scelti 76 idonei, dei quali 51 presi dall’elenco originario di quanti avevano presentato i curricula e 25 scelti nella fase successiva solo con i test. Il dottore Manlio Magistri non risulta quindi in questo elenco definitivo, da qui la decisione (ma non è l’unico) di ricorrere al Tar.

Tornando al provvedimento di revoca del 21 gennaio l’ex Commissario rileva: “motivazioni del tutto insensate e non corrispondenti al vero che costituiranno oggetto di confutazione nel ricorso, nonché nelle opportune sedi civili e penali per il danno all’immagine, all’onorabilità ed alla professionalità subito per la diffusione, anche a mezzo stampa, di notizie false e del tutto destituite di fondamento” ma va oltre e per ribadire di avere eseguito le direttive, si è presentato con un intervento ad opponendum di fronte al Tar per l’udienza del 30 gennaio definendo il ricorso del Comune di Barcellona “irricevibile, inammissibile e infondato in fatto e in giudizio”. La tesi di Magistri è: se la Regione non si presenta, lo farò io, in qualità di Commissario dell’Asp che ha firmato il provvedimento di soppressione in esecuzione a quanto stabilito dall’assessorato.

Secondo Magistri il “danno grave e irreparabile” non è la soppressione “ma il mantenimento in attività di un punto nascita (quello di Barcellona PG) che è stato accertato come privo dei requisiti minimi (sia per la struttura che per il personale).

Ed il danno si aggrava in considerazione dell’inutile drenaggio di risorse che, di fatto, con il mantenimento di una struttura comunque inidonea, impedisce alla struttura potenzialmente idonea (quella di Milazzo) di soddisfare i requisiti fissati dalla legge e dai provvedimenti assessoriali”.

Nell’istanza dell’avvocato Martella richiama una relazione del Direttore del Dipartimento Materno Infantile nella quale vengono evidenziate alcune situazioni di criticità tali, per motivi di sicurezza delle partorienti e del nascituro, da rendere necessario l’accorpamento con Milazzo. Tra le criticità segnalate risultano: l’esiguità dell’organico, la sala operatoria non contigua alla sala parto ma collocate su piani diversi e non servite da ascensori dedicati, l’assenza della rianimazione, della guardia anestesiologica per i cesarei urgenti e del neonatologo per i casi di sofferenza fetale.

Sia il ricorso al Tar per il provvedimento di revoca dall’incarico di Commissario che la costituzione ad opponendum all’udienza del 30 gennaio sono strettamente collegati dal momento che, Magistri, dimostrando d’avere eseguito direttive regionali derivanti da diverse delibere e da un iter condiviso, “confuterebbe” le ragioni della revoca stessa, che evidentemente, secondo l’ex Commissario sono da attribuirsi ad altre ragioni rispetto a quelle ufficiali e legate a logiche più politiche che burocratiche.

Rosaria Brancato

6 commenti

  1. Crocetta e il megafono , Accorinti e il suo movimento ………..

    Stannu cunsumannu Messina

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  2. Magistri, e chi sta a lui dietro,che non sono sprovveduti, vincerà tutti i ricorsi, che, in verità , appaiono più che fondati. Il decreto sui punti nascita, che si ispira a normative nazionali, oltre c’è mirare a fattori economici, riorganizza le strutture sulla base di numeri registrati negli ultimi anni sui parti, cesarei o no che siano, che influiscono sulla sicurezza sia dei nascituri che delle gestanti. Una via senza ritorno, anche se impopolare e strumento di facile consenso dei polituconculi locali. Magistri ha rispettato le normative, e, carta canta, vincerà a mani basse. In merito poi alla selezione per individuare i papabili Direttori Generali, hanno messo su un pastrocchio che non reggerà sotto i colpi dei ricorsi che, numerosi, andranno ad inficiare la lista fasulla che, nei prossimi giorni, dovrebbe partorire i professionisti……….crema della crema locale e nazionale. Una buffonata!!!! Era più serio e coerente che Crocetta, dagli 800 e più candidati, scegliesse i 17 da nominare, assumendo piena responsabilità sui Direttori individuati, evitando di prendere per i fondelli l’opinione pubblica ed umiliando la stragrande maggioranza degli idonei, o, per meglio dire, di quelli che le normative individuavano come idonei. I test on-line, fatti prima, dopo, ad alcuni si, ad altri dopo, i ricorsi burla, gli aggiustamenti in corso d’opera, i giovani, i lombardiani, i cuffariani, i figli di questo o di quell’altro o gli stupidi….utili e disposti al massacro, altro non sono che operazioni che nuoceranno alle aspettative ed alla salute dei cittadini. Solo gli stupidi non capiscono che è tutta una farsa per gestire vendette, rimettere al loro posto nuovi equilibri, riproporre consensi elettorali, ed approfittare nella nuova condizione di appalti, primariati e gestione di potere spicciolo ma importante nella fetta più grossa dei finanziamenti regionali. Comunque, per Magistri, il tutto, sarà un trampolino, vedrete!!!

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  3. Martella non perdona pensavo fosse sazio di fama , evidentemente mi sbagliavo, ora punta dritto su Crocetta , se fossi al posto Letta non starei tranquillo , mi aspetterei un ricorso .

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  4. Ricorsi, ricorsi…ricorsi,ricorsi,ricorsi, conflittualità in casa in ufficio in pubblico che tristezza più potere più ricorsi…in europa siamo al primo posto…i giudici non possono stare dietro a tutto questo casino di leggi leggine regolamenti l’Italia affonda ed i ricorsi aumentano.

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  5. SI ALLEGA UN COMUNICATO STAMPA CUB del 15/11/2013 riguardo l’ostinazione di MAGISTRI circa l’alienazione delle quote dell’ASP:

    La Flaica CUB incontra le Commissioni 5^ e 6^ dell’ARS sulla vertenza dei lavoratori della Te.Se.O.S. circa l’ostinazione di MAGISTRI riguardo l’alienazione delle quote ASP:

    Si affermi la gestione pubblica nei servizi riabilitativi e venga ritirato in autotutela il bando di alienazione delle quote (51%) detenute dell’A.S.P. di Messina all’interno della S.S.R. s.p.a. (Società Servizi Riabilitativi), poiché non si applica nei confronti di quest’ultima l’obbligo di dismissione previsto dalla legge 135 del 2012.

    La società in oggetto svolge un servizio di interesse generale rivolto al bene della collettività e dunque, così come ribadito dalla Corte Costituzionale sent. n. 229 del 23 luglio 2013, è sottratta al regime dell’art. 4 della spending review, è quanto ha affermato da Mercede Natale, dirigente della Flaica CUB, e dall’avv. Annamaria Siracusano, legale che assiste un gruppo di lavoratori della Te.Se.O.S., durante l’Audizione congiunta del 14/11/2013 della V (Cultura, formazione e lavoro) e la VI commissione (Sanità) dell’ARS alla presenza dei Deputati componenti le Commissioni stesse, il dott. Manlio Magistri, Commissario straordinario dell’A.S.P. di Messina, con l’assenza grave e continuata dell’Assessore alla salute dr.ssa Lucia Borsellino rappresentata da un proprio delegato che ha dato l’impressione di non essere stato reso edotto della questione che si andava a discutere.

    La Flaica CUB, -ha esordito la dirigente sindacale Mercede Natale- lotta affinché i lavoratori transitino nella S.S.R. così come previsto dall’atto costitutivo della stessa.

    Ciò che è emerso e che lascia basiti è l’affermazione del dott. Magistri, il quale riferendosi alla società S.S.R. ha parlato di “un gran pasticcio”, in realtà la Flaica CUB organizzazione sindacale di base, ha sempre ribadito che la S.S.R. è stata creata sotto i migliori auspici, ma successivamente per interessi privati che si sono anteposti a quelli dei lavoratori e del servizio la società ha continuato a vivere in difformità a quanto prescritto nel suo atto costitutivo.

    Da più parti in commissione si è richiesto all’A.S.P. di Messina la revoca del bando di vendita che è evidente viene portato avanti non in base alla spending review, che come detto non si applica al caso di specie, ma per liberarsi di una società scomoda che per chissà quali interessi non è mai stata regolarizzata, nel rispetto del suo atto costitutivo, ed ancora oggi, nonostante venga di fatto gestita come una società in house, non è stata adeguata alla normativa per l’affidamento diretto.

    Da quasi tutti gli interventi che si sono succeduti durante l’audizione si è evidenziato che il bando di vendita gravemente ed illegittimamente non considera tra gli elementi rilevanti di valutazione dell’offerta l’adozione di strumenti di tutela dei livelli di occupazione ed a questo punto, nonostante le insistenti ed incalzanti domande sul perché di tale deficienza, l’A.S.P. di Messina nella persona del suo legale rappresentante dott. Magistri non ha saputo rispondere giustificandosi semplicemente con il fatto che sarebbero stati i legali incaricati dalla stessa azienda ad addurre l’impossibilità dell’inserimento di detta clausola, ma le motivazioni fattuali e giuridiche a fondamento di tale inopinata scelta non sono state comunicate. In altre parole, per il commissario straordinario dell’A.S.P. di Messina dott. Magistri sarebbe stato sufficiente il parere negativo di uno studio legale esterno, senza l’indicazione di alcuna motivazione in ordine a tale punto, per mettere a rischio oltre cento posti di lavoro.

    Soltanto On. Laccoto in palese dissintonia con i deputati componenti la commissione ha affermato che l’audizione in oggetto riguardava soltanto un problema tra i lavoratori e la cooperativa Te.Se.O.S. e quindi rifiutava di approfondire il discorso relativo alla S.S.R. soprassedendo su gravi aspetti della vicenda. Inoltre, pretestuosamente, affermava che i lavoratori avrebbero preteso l’assunzione presso l’A.S.P. di Messina.

    Ora, la Flaica CUB è stanca di ribadire all’esimio On. Laccoto, ed a tutti quelli vogliano far credere che i lavoratori siano dei folli od illusi, che gli stessi non hanno mai chiesto il loro passaggio all’A.S.P. perché sono ben consapevoli dell’impossibilità di ciò, ma hanno richiesto di transitare all’interno della S.S.R. poiché ciò è un loro diritto violato da tutti coloro che nel tempo non hanno rispettato la legge.

    Purtroppo, nonostante l’ennesima audizione, il bando di vendita non è stato revocato, nella consapevolezza di tutti quanti sanno e non fanno ed i lavoratori continuano, stanchi ma fieri di portare avanti un principio di legalità, nella loro protesta supportata dalla nostra organizzazione sindacale, la quale ha in ultimo depositato durante l’audizione copia delle oltre 4.000 firme raccolte in solidarietà e sostegno ai lavoratori per chiedere la revoca di un bando che è ormai diventato l’esempio della vergogna della sanità.

    Messina 15/11/2013

    per la per Confederazione Unitaria di Base (CUB)
    Filippo Sutera

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  6. Se ce ne fosse bisogno, ulteriore dimostrazione e conferma che vanno abolite le regioni che sono dei veri centri di potere che senza alcun diritto, interferiscono su questioni territoriali. In particolare, i governatori hanno il potere discrezionale di decidere sulle sorti di una città.
    A quando un referendum sulla soppressione di questi enti inutili che sottraggono preziose risorse alla collettività?
    La Sicilia è una regione autonoma a statuto speciale. Peccato che sfrutti negativamente questa autonomia.
    Probabilmente Barcellona non ha strutture adeguate per il punto nascite, ma non è con la sua soppressione che si risolve il problema. Va adeguato e potenziato. E’ impensabile che Barcellona debba essere penalizzata rispetto a Milazzo o Patti.

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