Il futuro della sanità si gioca nella possibilità di coniugare efficienza e razionalizzazione, ma sopratutto attraverso un sistema di condivisione delle strategie. E' quanto emerso dal convegno organizzato dall'Ateneo e dal Policlinico alla presenza di medici, docenti, politici.
Si è svolto nell’Aula Magna del Policlinico il convegno “Le sfide della Nuova Sanità in Sicilia”, organizzato dall’Università degli Studi di Messina e dall’AOU Policlinico “G. Martino”.
Un momento di condivisione, moderato dalle giornaliste Gisella Cicciò e Rosaria Brancato, durante il quale si sono confrontati gli attori della Sanità regionale partendo da un modello di sperimentazione che tende ad armonizzare l’offerta di salute con la domanda di modelli organizzativi e tecnologici avanzati attualmente in evoluzione nella provincia di Messina, grazie al proficuo dialogo in atto fra le Aziende Ospedaliere Papardo e Gaetano Martino, l’ASP e l’Università. Al fine di coniugare le aspettative del sistema con la valorizzazione delle risorse umane che in esso operano, i professionisti medici e chirurghi della Sanità infatti chiedono con convinzione l’istituzione di un tavolo tecnico promosso dall’Assessorato alla Sanità a cui partecipare al fine di fornire il proprio contributo nell’elaborazione delle nuove linee guida di sviluppo della Sanità che vorremmo.
All’incontro erano presenti, tra gli altri, il Sottosegretario del Ministero della Salute, Davide Faraone, i Rettori delle Università di Messina e Catania, Pietro Navarra e Francesco Basile, il Commissario straordinario del Policlinico Giuseppe Laganga, il DG dell’AOU “Vittorio Emanuele”di Catania, Paolo Cantaro, il DG dell’Asp di Messina Gaetano Sirna, il DG del Papardo Michele Vullo, e numerosi medici e chirurghi dei policlinici di Messina e Catania.
Il convegno è stato introdotto dai professori Maurizio Monaco e Giuseppe Navarra, organizzatori dell’iniziativa.
“Continua l’emigrazione sanitaria– ha esordito il prof. Monaco– versiamo decine di milioni di euro annualmente, nelle casse di altre Regioni e non oso pensare a che tipo di assistenza potrebbero fornire queste Regioni senza le risorse economiche portate dai pazienti siciliani. Iniziative come quelle di oggi servono a individuare possibili soluzioni per generare un’inversione di tendenza”.
“Auspichiamo che venga istituito un tavolo tecnico – ha sottolineato il prof. Giuseppe Navarra- che coinvolga università e aziende ospedaliere, non con l’intento di sostituirci ai politici, ma di fare sentire la voce di chi opera nel settore della sanità e della salute. La giornata di oggi vuole essere un punto di inizio”.
A fine dibattito il sottosegretario alla sanità Davide Faraone ha dichiarato “Abbiamo accelerato i tempi sull’approvazione della rete ospedaliera- perché il blocco delle piante organiche ha generato carenze allarmanti. Il Governo nazionale, quindi, voleva chiudere l’iter al più presto, ma allo stesso tempo rimaniamo aperti al confronto e al dialogo virtuoso”.
“Nelle scelte della politica sanitaria della nostra Regione- ha detto il Rettore dell’Ateneo Messinese Pietro Navarra– spesso manca la logica di sistema e con l’incontro odierno ci aspettiamo che quest’ultima venga finalmente realizzata”.
“A Palermo è stato risolto proprio ieri – ha detto il dottor Cantaro– un vulnus che accompagnava il varo della rete ospedaliera, visto che le università – nonostante quanto previsto dalla norma – erano state escluse dal confronto. Finalmente l’assessorato regionale ha deciso di incontrare i Rettori. I dg delle aziende, poi, sono stati convocati solo per una funzione informativa e non è stata sfruttata la loro consulenza”.
“Un’azienda ospedaliera universitaria può operare in maniera virtuosa solo se esiste piena sinergia tra i due enti- ha dichiarato il commissario del Policlinico Laganga. La parola chiave è, quindi, ‘concordare’. Questa è una linea guida che dovrebbe essere seguita anche in tutti gli altri scenari riguardanti la sanità, mettendo insieme ogni volta quelle che sono le parti interessate”.
Il prof. Basile e i DG Sirna e Vullo, invece, hanno messo in luce l’importanza di sbloccare il prima possibile le piante organiche, di favorire la sostenibilità dell’innovazione e di creare un nuovo modello ospedaliero basato sul territorio.