L'Orsa scrive al Prefetto di Messina. "Fermate la deregulation o sarà la fine". E segnala il malcontento crescente tra lavoratori e cittadini.
L’Orsa scrive al prefetto di Messina, un indirizzo unico per evitare che l’appello si disperda fra gli innumerevoli rimbalzi di competenza alla base dei mancati interventi di regolamentazione e controllo nel traghettamento dello Stretto di Messina in fase di emergenza sanitaria mondiale.
La deregulation nello Stretto
“Mi rivolgo unicamente a Sua Eccellenza- scrive il segretario nazionale dell’Orsa Mariano Massaro– nella qualità di titolata e autorevole rappresentante del Governo nazionale sul territorio di Messina, PORTA DELLA SICILIA, per l’ennesima denuncia di irrisolta deregulation che consente di violare impunemente i dettami dei Decreti Ministeriali e delle Ordinanze Regionali in tema di prevenzione di contagio da Covid-19.”
Centinaia di sbarchi ogni giorno
Massaro fa riferimento all’ ennesimo caso di “eccessivi” sbarchi nel porto di Messina nonostante le numerose denunce e il clamore nazionale. Secondo i dati divulgati dal Comune di Messina, il 29 marzo con la nave delle 18,20 della flotta privata Caronte&Tourist, alla Rada San Francesco sarebbero sbarcati circa 30 viaggiatori appiedati e altri 100 a bordo delle automobili. Situazione simile con lo sbarco delle 22.20: 23 auto e 60 passeggeri a piedi.
Controlli solo formali
Sempre secondo le dichiarazioni dell’Amministrazione Comunale di Messina, i controlli effettuati dalle forze dell’ordine allo sbarco sarebbero di carattere “…formale che non assolve alle reali necessità perché vi è una verifica solo cartacea delle autocertificazioni con le motivazioni dello spostamento. Soprattutto non viene trasmessa alcuna informazione ai Comuni di destinazione, che dunque non possono attivare la sorveglianza sanitaria e la verifica dell’isolamento fiduciario”.
Ignorati i divieti nazionali
Alla luce dei fatti certificati, l’Orsa richiama il dPCM del 22 marzo. “E’ fatto divieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un comune diverso rispetto a quello in cui attualmente si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute. Sono soppresse le disposizioni sul rientro al proprio domicilio”. Il sindacato quindi evidenzia come, alla luce dei dati riscontrati agli sbarchi il decreto viene disatteso. Si è consolidato il principio per cui, una volta arrivati a Villa San Giovanni, i viaggiatori rientrano in un regime di, non legiferata, necessità di rientro nel proprio domicilio.
Nessun controllo nazionale
“In buona sostanza- continua Massaro- in tutto il territorio nazionale nessuno controlla se le centinaia di persone che giornalmente sono dirette in Sicilia, lo fanno in presenza delle motivazioni di assoluta necessità descritte nel dPCM 22 marzo. Una volta giunti a Villa S. Giovanni le istituzioni calabresi chiudono ad ogni possibilità di sosta nel loro territorio e per “necessità” si autorizza la traversata verso l’isola. Non voglio individuare untori da lapidare in piazza o innescare guerre fra poveri ma è innegabile che il Governo ha emanato delle direttive che non riesce a fare rispettare, almeno nello Stretto di Messina”
Si rischia impennata nei contagi
Il sindacato ribadisce come sia dovere del Governo prevenire il fenomeno intensificando i controlli sul territorio nazionale e attivare controlli credibili allo sbarco a Messina. E’ fondamentale tracciare la provenienza di ogni viaggiatore e informare i Comuni di destinazione che hanno il dovere di attivare la sorveglianza sanitaria e la verifica dell’isolamento fiduciario. “E’ superfluo rappresentarle che la Sicilia ha un sistema sanitario fragilissimo, in caso di impennata esponenziale dei contagi sarebbe un olocausto in brevissimo tempo e ne pagherebbero le conseguenze anche i siciliani che cercano scampo tornando a casa.
Malcontento tra i lavoratori
E’ inoltre mio preciso dovere segnalarle che si registra un malcontento generalizzato fra lavoratori del traghettamento e semplici cittadini che si rivolgono al sindacato di base invocando una mobilitazione per protestare contro l’assenza di interventi istituzionali”.I lavoratori del traghettamento sono allarmati, i primi casi di contagio fra i membri degli equipaggi si sono registrati nei traghetti ferroviari e nei mezzi veloci di blujet.
Si pensa al blocco nello Stretto
Emblematico e assolutamente condivisibile il comunicato dei sindacati Filt CGIL e UILTRASPORTI che segnalano la mancanza di adeguati controlli sanitari agli imbarchi nei porti di Villa San Giovanni e Reggio Calabria e non escludono, a tutela della salute e della sicurezza di chi opera, a mare e a terra, che “si potrebbe procedere al blocco cautelativo di tutte le attività di traghettamento veloce tra le sponde dello Stretto”.
Massaro, da rappresentante di un sindacato di base che agisce a diretto contatto col territorio, si sente in dovere di segnalare un latente malcontento fra la popolazione, dettato da giustificati timori per la salute collettiva, che potrebbe sfociare in malaugurati disordini per l’ordine pubblico che nella contingente fase emergenziale vanno contenuti con risposte concrete da parte delle istituzioni.
E allora se da altre parti chiudono, si chiuda anche il territorio comunale di Messina. Cosi vediamo cosa fa Falconmatra’ , già di suo non capisce niente e lo ha dimostrato dicendo e facendo cavolate nel caso dei 250 bloccati a Villa. Comunque è impegnato ad ascoltare cosa dice Naomi Campbell gli viene difficile organizzare un servizio.