Bonus per partite Iva, autonomi, lavoratori agricoli, del turismo e dello spettacolo. E per i professionisti iscritti a casse previdenziali diverse dall'Inps...
Dal 1 aprile sul sito dell’Inps si potrà inoltrare la domanda per l’indennizzo da 600 euro che il decreto “Cura Italia” riserva per il mese in corso a Partite Iva, autonomi, lavoratori agricoli, del turismo e dello spettacolo.
Dopo aver ottenuto il pin, questa è la procedura da seguire:
1⃣ Entrare in MyINPS con il PIN cittadino o lo SPID
2⃣ Accedere
3⃣ Procedere per Accesso servizi on line
4⃣ Nella barra di ricerca selezionare “Domande per prestazioni al sostegno del reddito”
5⃣ Selezionare “Indennità COVID-19″
Per ottenere il pin:
1⃣ Entrare nel sito inps e scrivere nella barra di ricerca pin
2⃣ Cliccare servizio Richiesta Pin Online
2⃣ Cliccare su richiedi pin e seguire le istruzioni a video
Per richiedere l’indennità COVID-19, si può usare la sola prima parte del PIN, ricevuto via sms o e-mail, dopo averlo richiesto tramite portale o Contact Center.
L’indennità non viene riconosciuta ai percettori di reddito di cittadinanza.
I PROFESSIONISTI CON CASSA
Il decreto interministeriale estende il bonus a professionisti con cassa (previa domanda a quest’ultima) e reddito 2018 minore di 35mila. Fra 35 e 50 mila bisogna dimostrare un calo fatturato del 33%.
1) Liberi professionisti e collaboratori coordinati e continuativi:
liberi professionisti con partita IVA attiva alla data del 23 febbraio 2020 compresi i partecipanti agli studi associati o società semplici con attività di lavoro autonomo di cui all’articolo 53, comma 1, del T.U.I.R.,iscritti alla Gestione separata dell’INPS;
collaboratori coordinati e continuativi con rapporto attivo alla predetta data del 23 febbraio 2020 e iscritti alla Gestione separata dell’INPS.
Non devono essere titolari di un trattamento pensionistico diretto e non devono avere altre forme di previdenza obbligatoria
2) Lavoratori autonomi iscritti alle gestioni speciali dell’Ago (Artigiani – Commercianti – Coltivatori diretti, coloni e mezzadri)
– non devono essere titolari di un trattamento pensionistico diretto;
– non devono avere altre forme di previdenza obbligatoria ad esclusione della Gestione separata INPS.
3) Lavoratori stagionali dei settori del turismo e degli stabilimenti termali
– devono aver cessato il rapporto di lavoro dal 1° gennaio 2019 alla data del 17 marzo 2020;
– non devono essere titolari di un trattamento pensionistico diretto e non devono essere titolari di rapporto di lavoro dipendente alla data del 17 marzo 2020.
4) Lavoratori agricoli
(operai agricoli a tempo determinato e altre categorie di lavoratori iscritti negli elenchi annuali)
– possano fare valere nell’anno 2019 almeno 50 giornate di effettivo lavoro agricolo dipendente;
– non siano titolari di pensione
5) Lavoratori dello spettacolo
(lavoratori dello spettacolo iscritti al Fondo pensioni dello spettacolo)
– almeno 30 contributi giornalieri versati nell’anno 2019 al medesimo Fondo;
– che abbiano prodotto nel medesimo anno un reddito non superiore a 50.000 euro
– non siamo titolari di un trattamento pensionistico diretto, né di rapporto di lavoro dipendente alla data del 17 marzo 2020.
CHI NON E’ IN REGOLA COI CONTRIBUTI VERSATI PER CASSE DIVERSE DALL’INPS
«E’ sconcertante, oltre che altamente ingiusto, che il sostegno previsto dallo Stato sia riservato a tutte le categorie, tranne che agli iscritti alle casse di previdenza private non in regola con i versamenti contributivi”. Lo dice Pino Falzea, presidente dell’Ordine degli architetti di Messina che, a nome di tutto il Consiglio, ha scritto una dura nota ai ministri dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, e delle Politiche Sociali, Nunzia Catalfo, chiedendo di modificare con urgenza il decreto collegato all’articolo 44 del Dpcm 17 marzo 2020 approvato nel pomeriggio di ieri e che prevede, appunto, l’impossibilità di richiedere il sostegno per tutti quei professionisti iscritti a casse previdenziali differenti dall’Inps che non siano in regola con il versamento dei contributi.
«Si esclude proprio chi in questo momento ne ha più bisogno, ovvero tutti quei professionisti che, a causa di una crisi strutturale, che da oltre 10 anni ha investito le libere professioni, non sono riusciti a versare i contributi per la propria pensione. Non si tratta di contribuenti che non hanno assolto al loro dovere nei confronti di propri dipendenti – continua Falzea – ma di chi non ha potuto mantenere una regolarità contributiva personale, proprio perché più svantaggiato economicamente. Ancora più assurdo alla luce delle previsioni dell’articolo 27 del Dpcm 17 marzo 2020 numero 18 che non richiedono alcuna regolarità contributiva ai professionisti iscritti alla gestione separata”.
MI ASSOCIO A QUANTO ESPOSTO DAL PRESIDENTE DELL’ORDINE ARCHITETTI DI MESSINA SULLA LIMITAZIONE NEI CONFRONTI DI TUTTI QUEI PROFESSIONISTI ISCRITTI ALLE CASSE CHE NON HANNO POTUTO VERSARE REGOLARMENTE I CONTRIBUTI PENSIONISTICI.L’ULTIMO DECRETO LI ESCLUDE DAL “RISTORO”DEI 600 EURO.COSI’FACENDO SI PENALIZZANO PROPRIO QUELLE CATEGORIE CHE IN QUESTO MOMENTO SOFFRONO PIU’DIALTRE.
VORREI CHE QUESTO “GRIDO DI DOLORE”FOSSE ESTESO IN CAMPO NAZIONALE
AFFINCHE’ GIUNGA IN TEMPO ALL’ATTENZIONE DEL MINISTRO NUNZIA CATALDO
GRAZIE
AVV.VENERANDO COTRONEO TARANTO