Angelo Porcino, boss di Barcellona, è stato scarcerato dopo l'allarme coronavirus nel carcere di Voghera. Il caso al centro delle polemiche nazionali
E’ stato scarcerato e va ai domiciliari Angelo Porcino, 63 anni, ritenuto elemento di spicco del clan di Barcellona e detenuto a Voghera. Porcino, già carcere duro, ha ottenuto gli arresti domiciliari per motivi di salute.
E’ forse l’unico pregiudicato messinese compreso nel novero dei detenuti ad alta sicurezza che sono usciti dalla cella dopo le proteste del mese scorso e dopo i primi casi di contagio coronavirus documentati all’interno delle prigioni italiane, al centro delle polemiche di questi giorni che stanno facendo traballare la poltrona del responsabile carceri del Ministero retto da Alfonso Bonafede.
In tanti, infatti, hanno lanciato l’allarme sul rischio rappresentato dalla scarcerazione dei boss di mafia. Tra questi, il più recente intervento è quello di Sebastiano Ardita, che a Messina è stato procuratore aggiunto e che in passato è stato tra i quadri del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria. Ardita, oggi presidente della Commissione Carceri del CSM, ha detto senza mezzi termini che le scarcerazioni di questi giorni sono la risposta alle proteste delle scorse settimane.
Vedi qui l’intervento di Ardita su Youtube
Anche nel carcere di Voghera, nei giorni caldi delle rivolte nelle carceri italiane, ci sono state proteste. Lo scorso 10 aprile è morto, positivo al Covid-19, il boss della ‘ndrangheta Antonio Ribecco, detenuto proprio a Voghera. L’ufficio di sorveglianza di Milano ha effettuato le prime scarcerazioni nei giorni successivi, a cominciare da Milano Opera. Adesso è tornato a casa anche Porcino, che era appunto detenuto a Voghera.
Porcino è stato coinvolto a più riprese, nell’ultimo decennio, nelle inchieste anti mafia sul clan di Barcellona, a cominciare dalle operazioni Gotha. E’ stato coinvolto anche nel recente blitz Dinastia, scattato lo scorso febbraio. Subito dopo i giudici messinesi gli avevano concesso i domiciliari ma era rimasto in carcere per Gotha VII. Il suo nome è stato legato all’inchiesta sulla morte dell’urologo Attilio Manca.
Tornando alle polemiche, proprio ieri è stato annunciato un apposito decreto che mira ad arginare le scarcerazioni.
W l’Italia dove vanno in carcere solo i cretini.