Salvatore D'Agostino e Pancrazio Di Di Leo (Fisascat Cisl) lanciano il grido d'Allarme: "Senza lavoro e senza un reddito minimo per poter sopravvivere con le proprie famiglie. I governi nazionale e regionale intervengano..."
TAORMINA – “Gli stagionali del turismo sono alla fame. Nel comprensorio jonico come in quello tirrenico”. Vanno dritti al nocciolo della questione Salvatore D’Agostino e Pancrazio Di Leo, che a nome della Fisascat Cisl messinese lanciano il grido d’allarme nel “silenzio” surreale determinato dall’emergenza coronavirus. I due sindacalisti parlano di persone costrette “a vivere a vivere nella drammatica condizione di miseria non lavorando più, ormai, dallo scorso autunno. Dovranno affrontare il 2021 senza indennità e senza contribuzione ai fini pensionistici – aggiungono, ma il Governo di questo non si preoccupa. Forse non si riesce a comprendere che siamo di fronte ad una bomba ad orologeria, una vera e propria polveriera sociale che rischia di esplodere e riguarda il dramma di migliaia di famiglie”.
D’Agostino e Di Leo spiegano che “la maggior parte dei lavoratori da dicembre è senza indennità, avendo usufruito della Naspi (disoccupazione). Una riforma scellerata che ha ridotto il periodo e quindi l’indennità, penalzzando gli stagionali di Turismo, commercio e servizi”. La Fisascat-Cisl ricorda che la riforma è stata contestata ai precedenti governi. “I lavoratori stagionali del Commercio e delTurismo – viene rimarcato – erano in attesa che iniziasse la stagione turistica per riprendere a lavorare, ma con la situazione che si è venuta a creare le aziende aperte hanno già chiuso e chi doveva aprire ad inizio aprile non ha potuto aprire.
La chiusura e la mancata apertura delle attività turistiche e commerciali “ha prodotto lavoratori disoccupati, senza lavoro e senza un reddito minimo per poter sopravvivere con le proprie famiglie. Non dimentichiamo – chiosano D’Agostino e Di Leo – che la maggior parte dei nuclei familiari al Sud è monoreddito”.
“Dimenticati nel decreto Cura Italia”
Il decreto Cura Italia ad avviso della Fisascat Cisl “mortifica, ancora una volta, i lavoratori del turismo. Ci aspettavamo un segnale di sostegno ai lavoratori stagionali. E invece è arrivato soltanto un assegno di 600 euro che equivale a una ‘mancia’. O per meglio dire un’elemosina”.
I riflettori vengono poi puntati sui lavoratori stagionali assunti dopo il 23 febbraio. “Oggi – spiegano i due sindacalisti – si trovano esclusi dalla cassa integrazione ordinaria e in deroga, rimanendo sospesi , senza salario e senza indennità. Attualmente senza salario. Attendono che si estenda il decreto in modo da usufruire, anche loro, degli ammortizzatori”. Ancora più “eloquente e drammatica” viene definita la situazione degli stagionali enne Isole Eolie, importante realtà turistica dove a fronte di un periodo medio di lavoro che è pari a circa tre mesi, i lavoratori hanno percepito solo un mese e mezzo di Naspi”.
Arriviamo agli stagionali che avrebbero dovuto riprendere a lavorare per la stagione 2020. “Non sono stati minimamente considerati – dicono D’Agostino e Di Leo – e sono anche loro esclusi dall’usufruire degli ammortizzatori sociali ordinari o in deroga. E’ stato previsto un piccolo contributo di 600 euro a marzo per gli stagionali del turismo; nulla per gli stagionali del commercio. Non sono italiani anche loro?”.
Si pensa già ad una futura azione di protesta
Il sindacato pensa già ad una futura azione di protesta. “L’emergenza sanitaria impedisce, al momento, di manifestare in piazza – sottolineano D’Agostino e Di Leo – ma non vi è alcun dubbio che i lavoratori già si preparano a una protesta senza precedenti nei confronti di quest’Italia che li mortifica e li snobba, ma della quale fanno parte a pieno titolo e che a tutti loro deve garantire i diritti e le risorse necessarie per vivere in condizioni dignitose”.
Si chiede una azione incisiva: “I lavoratori stagionali e le rispettive famiglie, oggi sono stati ridotti alla miseria. Hanno difficoltà anche ad acquistare materie prime per sopravvivere. E’ opportuno che il Governo nazionale e regionale intervengano ed evitino di creare disparità nei loro confronti, non è giusto che siano trattati in modo diverso rispetto ad altri settori oggi privilegiati”.
L’ultima frecciata è riservata alla politica: “La Sicilia vive di Turismo, ma molto spesso la politica si dimentica dei lavoratori del comparto turistico e delle aziende del settore che producono e contribuiscono a far crescere l’economia della Regione”. (Carmelo Caspanello)